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Carceri toscane, Franco Corleone è il nuovo garante dei detenuti

Carceri toscane, Franco Corleone è il nuovo garante dei detenuti

Franco Corleone, garante dei detenuti toscani

FIRENZE – Franco Corleone è il nuovo Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Toscana. E’ stato eletto dal Consiglio regionale, che si è trovato a scegliere fra tre candidature: oltre a quella di Corleone, erano pervenute quelle di Francesco Ceraudo e di Aldo Vitelli. Corleone è stato scelto con 25 voti a favore. Franco Corleone, attualmente Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze e coordinatore dei Garanti territoriali per i diritti dei detenuti, succede ad Alessandro Margara, che si è dimesso il 20 luglio scorso per motivi personali.

Nato a Milano nel 1946, Corleone è stato deputato nell’VIII, IX, XII e XIII legislatura e senatore nella X, ricoprendo anche per cinque anni (1996-2001) l’incarico di sottosegretario al ministero della Giustizia. E’ presidente dell’associazione «La Società della ragione» e ha scritto numerosi saggi e articoli sui  temi della giustizia, dei diritti, del carcere e sulla politica delle droghe.

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Toscana: Franco Corleone nuovo Garante regionale detenuti

imageFranco Corleone nuovo Garante regionale detenuti

ASCA 09 Ottobre 2013 – 15:54

(ASCA) – Firenze, 9 ott – Franco Corleone e’ il nuovo Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della liberta’ personale della Toscana. Corleone e’ stato eletto dal Consiglio regionale, che si e’ trovato a scegliere fra tre candidature: oltre a quella di Corleone, erano pervenute quelle di Francesco Ceraudo e di Aldo Vitelli. Corleone e’ stato scelto con 25 voti a favore, mentre Ceraudo ne ha ricevuti 13 e Vitelli 3.

Franco Corleone, attualmente Garante per i diritti dei detenuti del Comune di Firenze e coordinatore dei Garanti territoriali per i diritti dei detenuti, succede ad Alessandro Margara, che si e’ dimesso il 20 luglio scorso per motivi personali. Nato a Milano nel 1946, Corleone e’ stato deputato e senatore, ricoprendo anche per cinque anni (1996-2001) l’incarico di sottosegretario al ministero della Giustizia. E’ presidente dell’associazione ‘La Societa’ della ragione’ e ha scritto numerosi saggi e articoli sui temi della giustizia, dei diritti, del carcere e sulla politica delle droghe.

Il gruppo Piu’ Toscana ha deciso di non partecipare al voto.

Il perche’ lo ha spiegato Gian Luca Lazzeri: ”Innanzitutto abbiamo presentato una proposta per far svolgere la funzione dei garanti ai consiglieri regionali: questo – ha detto Lazzeri – permetterebbe un notevole risparmio di costi e garantirebbe un maggiore raccordo dell’attivita’ dei garanti con il Consiglio regionale stesso. Inoltre, come ha segnalato Daniela Lastri in Ufficio di presidenza, esiste un mancato rispetto delle quote di genere e dunque sarebbe preferibile scegliere una donna. E nutriamo molte perplessita’ sulla scelta della maggioranza di puntare su Corleone”.

Marco Ruggeri (capogruppo Pd) ha al contrario sottolineato che ”i Garanti devono essere figure terze e quindi non e’ opportuno che siano consiglieri regionali” e che ”c’e’ bisogno di persone con grande esperienza in materia”.

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L’occasione mancata e la nostra felice avventura

corleoneL’OCCASIONE MANCATA E LA NOSTRA FELICE AVVENTURA

Finisce così, con l’amaro in bocca la vicenda della conversione in legge del decreto sull’esecuzione delle pene. Certo poteva finire peggio. Se fosse rimasto il testo uscito dal Senato, sarebbe stato meglio lasciarlo decadere e riprendere da capo la questione.

La discussione parlamentare è stata comunque utile per far emergere molti atteggiamenti e comportamenti con cui dovremo nuovamente cimentarci. Gli argomenti addotti dagli oppositori, Lega, Pdl, ma anche M5Stelle, per contrastare le misure del cosiddetto decreto svuotacarceri dimostrano che la subcultura securitaria ha scavato in questi anni nelle viscere profonde. Il giustizialismo ha sconfitto il garantismo: occorre una profonda opera di ricostruzione della cultura del diritto penale mite e minimo, delle ragioni della convivenza contrapposta alla logica della vendetta.

Eravamo stati facili profeti nel sostenere che la scelta da parte della ministra Cancellieri di non affrontare il nodo che provoca il sovraffollamento carcerario, cioè la legge sulle droghe, la famigerata Fini-Giovanardi e di aggredire, giustamente, la legge Cirielli sulla recidiva, avrebbe facilitato l’espressione truculenta di luoghi comuni e la ricerca delle eccezioni per i reati ritenuti più odiosi. Non avere seguito la via maestra suggerita dai dati del Libro Bianco sugli effetti della legislazione antidroga ha comportato la conseguenza di un taglio di basso profilo che ha ringalluzzito i forcaioli di ogni risma con toni di becera propaganda.

E’ necessario anche un primo bilancio dell’iniziativa del digiuno a staffetta. Considero straordinario per la stagione (metereologica e politica) la durata, ben 60 giorni!, e le tante adesioni, 42, di persone con storie e sensibilità diverse che hanno scelto con autonomia e responsabilità, di costruire una catena di solidarietà importante e significativa. L’adesione delle detenute di Sollicciano con forme originali di partecipazione, ad esempio con lo sciopero del carrello, suggerisce l’idea di arricchire l’armamentario e le modalità di partecipazione con iniziative dirette e nonviolente che non siano solamente l’astensione dal cibo.

Abbiamo contribuito alla sensibilizzazione su un tema difficile e nell’incontro con la ministra Cancellieri abbiamo illustrato proposte e richieste di portata immediata e di lunga gittata. Molte di queste idee sono entrate nel primo documento della Commissione presieduta da Mauro Palma e mi auguro vengano assunte come un piano operativo e non meramente speculativo.

Ultima cosa, decisiva. Occorre rilanciare la campagna della raccolta firme sulle tre leggi di iniziativa popolare su tortura, carcere, droghe. Invito tutte e tutti a organizzarsi per una raccolta autogestita fino al 20 settembre. Basta andare sul sito www.3leggi.it e verificare tutti i modi per partecipare a un esito che deve essere un successo a partire dalle 50.000 firme e per imporre una agenda di riforme efficaci al Parlamento e al Governo.

Da settembre sarà in libreria un nuovo volume su carcere e dintorni, intitolato Volti e maschere della pena, edito da Ediesse che potrà aiutare confronto e dibattito.

 

Franco Corleone

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11° giorno di digiuno

carcere-zugliano11° GIORNO DI DIGIUNO
“SUBITO UN DECRETO LEGGE PER LA LEGALITA’ NELLE CARCERI E PER SUPERARE IL SOVRAFFOLLAMENTO”

Continua la staffetta di digiuno per la mobilitazione del 26 e la raccolta delle firme sulle tre leggi di iniziativa popolare, per il decreto legge per superare la crisi delle carceri e per l’affidamento della delega sulla politica delle droghe da parte del Governo Letta, che segni una discontinuità rispetto alla politica di Carlo Giovanardi che ha prodotto una legge incostituzionale e che è stata causa del sovraffollamento carcerario e della criminalizzazione di decina di migliaia di giovani consumatori e di tossicodipendenti.

Cresce la mobilitazione per la raccolta straordinaria di firme il giorno 26. Per verificare tutti gli appuntamenti, si può consultare il sito www.3leggi.it.

Segnaliamo tre appuntamenti: a Milano alle 10.30 presso l’Acquario Civico, a Firenze Piazza dei Ciompi e  a Roma in Piazza Farnese.

Il 25 giugno alla Camera dei Deputati alle 11,30 si terrà una Conferenza stampa di presentazione del quarto Libro Bianco sugli effetti della Legge Fini- Giovanardi.

Oggi digiuna Gianfranco Oppo, garante dei detenuti del Comune di Nuoro e Vlad Razvan Cosmin, ex detenuto;

Sabato 22 giugno digiuna Riccardo De Facci, vice presidente nazionale Cnca e Vlad Razvan Cosmin;

Domenica 23 giugno digiuna Vlad Razvan Cosmin;

Lunedì 24 giugno digiuna Massimo Brianese, Società della Ragione, Vlad Razvan Cosmin e Daniele Lugli, Difensore Civico dell’Emilia Romagna.

Franco Corleone ha dichiarato: “Crescono le adesioni alla staffetta e l’impegno per raggiungere le 50mila firme sulle tre leggi. Nel frattempo il decreto legge  sul carcere slitta, non si sa se di una settimana o per un tempo più lungo, a causa del voto di fiducia sul “decreto emergenze.” Il Consiglio dei Ministri che avrebbe dovuto partorire il topolino è stato rinviato. Possiamo utilizzare questo tempo per insistere sul fatto che non va assolutamente sprecata l’occasione per aggredire la causa del disastro penitenziario. E’ quello che dirò martedì 25 giugno, presentando i dati terribili,  sugli  ingressi e le presenze in carcere, di detenuti tossicodipendenti e per violazione dell’art. 73 della legge antidroga.”

A Firenze, lunedì è festa di San Giovanni patrono della città e quindi ci diamo appuntamento a martedì 25 giugno che corrisponderà al  15° giorno di digiuno.

                                                                           

 

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Carceri. Continua il digiuno promosso dal Garante di Firenze

Corleone a Sollicciano(ANSA) – FIRENZE, 19 GIU – Continua il digiuno staffetta, iniziato il 12 giugno scorso, promosso dal garante per detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone per “chiedere che il decreto legge annunciato dal Governo, forse già per venerdì, affronti alla radice il problema del sovraffollamento nelle carceri italiane”.

Tra i motivi dell’iniziativa, spiega il garante per i detenuti, anche quello di “sostenere la raccolta di firme per le tre proposte di legge di iniziativa popolare su tortura, carceri e droghe”, promosse da numerose associazioni di settore. “C’é poi la richiesta dell’attribuzione, da parte del
presidente del Consiglio Enrico Letta, della delega per la politica delle droghe a un soggetto in ambito governativo che segni una discontinuità con le politiche precedenti in materia”.

Il digiuno staffetta, che è stato interrotto oggi da Corleone “per motivi di salute legati alla necessità di assumere antibiotici” e che sarà portato avanti prima da Leonardo Fiorentini, webmaster del sito fuiriluogo.it, e poi dal giornalista Ettore Gobbato, andrà avanti almeno fino al 26 giugno.

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Troppo silenzio sul carcere. Corleone digiuna e chiede un decreto legge

Corleone a Sollicciano“Troppo silenzio sul carcere”
Franco Corleone inizia un digiuno per la Riforma
Un decreto legge subito

La Grande Chambre della Corte di Strasburgo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dall’Italia avverso la sentenza Torreggiani ed altri e quindi da fine maggio è scattato il conto alla rovescia per evitare pesanti sanzioni giudiziarie e riflessi economici negativi.

Il Parlamento e il Governo devono adottare urgentemente provvedimenti per annullare il sovraffollamento che è circa di 20mila persone in più rispetto alla capienza regolamentare.

E’ in corso la raccolta delle firme per tre proposte di legge di iniziativa popolare che rappresenterebbero una svolta decisiva per l’affermazione dei diritti umani,  per un  miglioramento delle condizioni di vita per i detenuti e attraverso la modifica della Legge Fini – Giovanardi, a un minor ingresso  in carcere di consumatori di sostanze stupefacenti e l’uscita di detenuti tossicodipendenti.

La raccolta delle firme  procede con successo, ma è carente di una adeguata informazione.

Il 26 giugno, giornata mondiale sulla tortura e sulle droghe, il Cartello di Associazioni promotore della giornata, intende anche realizzare  un centinaio di punti di raccolta delle firme in tutta Italia, per raggiungere l’obiettivo delle 50mila firme e consegnarle al Parlamento nel mese di luglio, in modo che possano essere prese in esame dalla Camera dei Deputati nel mese di settembre.

Ovviamente altri provvedimenti (ad esempio  quello sull’affettività) dovranno essere presi in esame dal Parlamento in una sessione speciale.

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«Il carcere? Un’emergenza da trent’anni»

IL CONVEGNO. Il Garante dei detenuti di Firenze, il presidente della Camera penale di Brescia e una portavoce dei familiari su limiti e problemi di Canton Mombello
Corleone: «Fin dal 1982 detenuti ammassati e un’aria irrespirabile» Amato: «La messa in prova possibile antidoto al sovraffollamento»

Condizioni di vita disumane, malattie, suicidi: i limiti del carcere di Brescia – il carcere più sovraffollato d’Italia, con 471 detenuti registrati a gennaio, a fronte di una capienza di 206 posti – sono emersi in tutta la loro drammaticità nel corso dell’incontro organizzato dal «Comitato per la chiusura del carcere lager di Canton Mombello» nella sala Buozzi di via Folonari. Al tavolo dei ralatori Franco Corleone, Garante dei detenuti del Comune di Firenze, l’avvocato Stefania Amato, presidente della Camera penale di Brescia, e una portavoce dei familiari dei detenuti, Caterina Pagani, introdotti da Luigino Beltrami, che ha ricordato i problemi sollevati dal Comitato nei mesi scorsi. Le richieste di attenzione verso i detenuti vanno dal contrasto alle leggi che producono una carcerazione eccessiva (la ex Cirielli, la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi) al ricorso a soluzioni drastiche come indulto e amnistia ma anche alla verifica dell’operato del Tribunale di sorveglianza di Brescia, restio – secondo il Comitato – ad applicare i benefici di legge. Al top la richiesta di liberarsi della necessità del carcere in favore di pene alternative. FRANCO CORLEONE ha ricordato come già nel 1982 la questione Canton Mombello fosse grave: «Ormai trent’anni fa mi recai in visita e trovai detenuti ammassati e un’aria irrespirabile, proprio come oggi. Canton Mombello è una delle poche carceri ancora all’interno delle città e dovrebbe essere un luogo diverso rispetto a ciò che è». Il problema, secondo Corleone, non è la mancanza di posti letto, ma l’esistenza di «leggi criminose, che portano in carcere persone che non ci dovrebbero stare: il sovraffollamento non è casuale, ma voluto e costruito. Nel 2011 a causa della legge Fini-Giovanardi sono finite in carcere 28 mila persone, sempre le più deboli: il carcere italiano è un modello arcaico di infantilizzazione delle persone. Le nostre posizioni – ha precisato – non sono estremiste, ma sono le stesse del Consiglio superiore della magistratura». NON SOLO: la protesta contro le leggi ricordate da Corleone e contro la mancata applicazione delle pene alternative accomuna anche l’Unione delle Camere penali. «Ci sono stati interventi scellerati sulla custodia cautelare: in molti hanno provato a rendere inapplicabili gli arresti domiciliari per alcuni reati, ma la Corte costituzionale ha sempre smantellato questi tentativi – ha sottolineato Amato -. La maggior parte dei detenuti italiani è in carcere senza aver ancora una sentenza definitiva», prima do ricordare le proteste della Camera penale di Brescia, che nel 2011 ha partecipato a uno sciopero della fame con Marco Pannella e che il 22 novembre dell’anno scorso ha dato vita all’astensione dalle udienze. Negli ultimi tempi, però, qualcosa si è mosso. «Introdurre lo sport o la musica in carcere è uno sforzo di umanizzazione importante, così come la Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti emanata dal ministro Severino», ha riconosciuto Amato, per poi lanciare alcune idee utili a ridurre il problema del sovraffollamento: «Abbiamo chiesto indulto e amnistia, ma la politica non li accetta. Una buona idea sarebbe la sospensione del processo con la messa alla prova, già prevista per i minorenni». SE QUALCHE miglioramento è visibile, ciò non basta a placare la rabbia dei familiari dei detenuti. «Ho avuto due fratelli a Canton Mombello, dove i detenuti sono imbottiti di farmaci per tenerli buoni – ha accusato Pagani -. Chiediamo che la direttrice sia più disponibile, diminuendo le restrizioni sulla spesa che i familiari possono portare in carcere. E spero che la Chiesa bresciana si impegni di più per le loro condizioni di vita».

Manuel Venturi su BresciaOggi del 10 febbraio

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I Garanti dei detenuti a Napolitano “tre leggi per ripristinare condizioni umane”

Articolo di Luigi Franco, da Il Fatto Quotidiano, 6 febbraio 2013

Le proposte di iniziativa popolare sono state depositate in Cassazione da una ventina di associazioni. “La situazione non è degna di un Paese civile”, denuncia il coordinamento dei garanti dei detenuti. Domani la consegna al presidente della Repubblica, durante la sua visita al carcere di San Vittore
Abolizione della legge Fini-Giovanardi che ha equiparato droghe leggere e droghe pesanti. E ancora: carceri a numero chiuso, abolizione del reato di immigrazione clandestina e introduzione del reato di tortura. È questo il succo di tre proposte di legge di iniziativa popolare depositate una settimana fa in Cassazione da una ventina di associazioni, con il fine di intervenire sulle condizioni disumane in cui vivono i detenuti degli istituti di pena italiani.
Problemi da risolvere sono il sovraffollamento, le carenze di carattere sanitario, i casi di disagio psichico e i troppi decessi: 154 nel 2012, di cui 60 suicidi. “La situazione non è degna di un Paese civile”, denuncia il coordinamento dei garanti dei diritti dei detenuti, ovvero quelle figure di cui si sono dotate diverse amministrazioni comunali e regionali per dare un contributo al miglioramento della vita dietro alle sbarre.
I garanti domani consegneranno le tre proposte di legge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, durante la sua visita al carcere milanese di San Vittore. Tra i promotori dell’iniziativa ci sono l’associazione Antigone, Forum droghe, Cgil, Unione Camere Penali, Società della Ragione, Cnca e Cnvg. Nelle prossime settimane inizierà la raccolta delle 50mila firme necessarie per fare approdare le norme in Parlamento. In testa la modifica della legge sulle droghe Fini-Giovanardi, che secondo i promotori ha la colpa di produrre carcerazioni inutili.
“Nel 2011 ben 28mila persone sono finite dietro le sbarre per detenzione di stupefacenti”, spiega Franco Corleone, garante dei detenuti del comune di Firenze. Il rischio è che siano colpiti semplici consumatori, che vengono considerati spacciatori perché trovati in possesso di quantità di sostanze che superano i limiti previsti nella norma. Il principio della proposta è di non punire il consumo di droghe e di evitare che i tossicodipendenti finiscano in cella e, salvo casi eccezionali, vengano indirizzati a percorsi di recupero nelle comunità.
La Fini-Giovanardi invece finisce per dare il contributo più rilevante al sovraffollamento delle carceri italiane, dove sono detenute 66mila persone a fronte degli appena 47mila posti disponibili. Una situazione di emergenza: il nostro Paese ha un anno di tempo per rimediare, adeguandosi alle richieste della Corte europea dei diritti dell’uomo, che un mese fa ha condannato l’Italia per il trattamento “disumano e degradante” riservato a sette persone rinchiuse negli istituti di Busto Arsizio e Piacenza. Una sentenza che proprio Napolitano ha commentato come “una mortificante conferma della perdurante incapacità del nostro Stato a garantire i diritti elementari dei reclusi”.
Anche la seconda proposta di legge ha lo scopo di risolvere il problema del sovraffollamento, attraverso l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, la limitazione del ricorso alla custodia cautelare, la riforma delle pene alternative, che dovrebbero essere applicate per “tutti i reati puniti con pena detentiva non superiore nel massimo a sei anni”. È prevista anche la modifica della Cirielli, per ripristinare anche nei casi di recidiva la possibilità di accesso ai benefici penitenziari. Tra gli altri punti, c’è l’istituzione del garante nazionale delle persone private della libertà personale e l’introduzione del numero chiuso nelle carceri: “Nessuno può essere detenuto per esecuzione di una sentenza in un istituto che non abbia un posto letto regolare disponibile – sostiene Corleone. È un sistema adottato in altri Paesi del mondo: funziona ed evita situazioni di inciviltà”.
La terza proposta di legge, infine, riguarda l’introduzione del reato di tortura, che ancora manca nel nostro codice penale. Una lacuna dell’ordinamento: “Nelle carceri ci sono casi di torture fisiche e psichiche – accusa Adriana Tocco, garante dei diritti dei detenuti della Campania – e ci sono maltrattamenti che non vengono denunciati per paura di conseguenze ancora più gravi”.

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L’ultima occasione per il Governo

Il Presidente Monti, dopo aver incontrato Marco Pannella, ha dichiarato di avere ricavato elementi per riflettere sul carcere.
Non c’era bisogno di vedere il corpo scarnificato del leader radicale per sapere che cosa fare.
Sessanta giorni fa, un cartello di autorevoli personalità del mondo del volontariato e delle associazioni che si occupano di giustizia e di Garanti, inviarono al Governo una Lettera Aperta, con la richiesta di un decreto legge contro il sovraffollamento, per non fare entrare in carcere i consumatori di sostanze stupefacenti e per fare uscire i tossicodipendenti.
Il silenzio agghiacciante è stato un insulto, prima di tutto contro il Presidente della Repubblica, che invano aveva chiesto misure strutturali per interrompere lo stato di illegalità delle galere italiane. La stessa richiesta accolta con supponenza dal Governo, era stata fatta dalla Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, presieduta dal professor Giostra.
Per denunciare l’ignavia del Governo, ho inviato nei giorni scorsi una lettera al Presidente della Repubblica e perché fossero chiare le responsabilità.
Mi auguro che Monti e la Ministra della Giustizia pro tempore, Severino non pensino di affrontare la tragedia limitandosi a sollecitare l’approvazione della legge sulla messa alla prova, all’esame del Senato.
Sarebbe l’estremo insulto ai detenuti.

Franco Corleone, Garante dei Diritti dei Detenuti del Comune di Firenze

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Il governo si dimette, sospeso il digiuno, continua la lotta

L’ANNUNCIO DELLE DIMISSIONI DEL GOVERNO MONTI SOSPENDE IL DIGIUNO A OLTRANZA PER UN DECRETO LEGGE CONTRO IL SOVRAFFOLLAMENTO NELLE CARCERI.

CONTINUA LA CAMPAGNA “CARCERE E DEMOCRAZIA” PERCHE’ LA GIUSTIZIA E I DIRITTI UMANI SIANO LA PRIORITA’ DEL NUOVO PARLAMENTO E DEL NUOVO GOVERNO.

Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti a Firenze ha dichiarato:

“La crisi di governo ci priva dell’interlocutore che per altro si era fino a oggi mostrato sordo. La ministra della giustizia Severino e il ministro Riccardi responsabile delle droghe hanno mostrato scarsa se non nulla determinazione nell’affrontare la grave situazioni delle carceri, che versano in uno stato di vera e propria illegalità. Il silenzio del Governo al nostro appello e alle richieste del CSM è stato però in primo luogo un insulto al Presidente Napolitano che più volte aveva denunciato lo stato delle carceri come indegno e disumano e tale da mettere l’Italia ai margini dell’Europa.

Ringrazio tutti coloro che hanno animato la mobilitazione per 50 giorni.

Un saluto particolare ai detenuti di Volterra che hanno partecipato con convinzione al digiuno a staffetta.

L’appuntamento è per domani al Giardino degli incontri del carcere di Sollicciano (Firenze) per rilanciare la mobilitazione in vista delle elezioni”.