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Agenda

Volti e maschere della pena a Firenze

cop-voltimascherepenaIbs Bookshop Firenze
via de’ Cerretani 16/R

Lunedì 3 febbraio 2014 ore 18.00
Presentazione del libro
Volti e maschere della pena di Franco Corleone e Andrea Pugiotto
Edizioni Ediesse

Insieme agli autori saranno presenti l’Avv. Lorenzo Zilletti, coordinatore Scuola Formazione Camera Penale, l’Avv. Michele Passione, componente Osservatorio Carcere Unione Camere Penali Italiane (UCPI) e Franco Corleone Garante regionale per le persone.

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Le droghe Rassegna Stampa

Droghe, primo colpo alla Fini–Giovanardi

Schermata 2014-01-22 alle 16.53.19Droghe, primo colpo alla Fini–Giovanardi
Emendamento al dl carceri: ridotte le pene per il piccolo spaccio. Appello per l’abolizione della legge

Annalisa D’Aprile sui quotidiani AGL.

ROMA Mentre in Parlamento il relatore del decreto carceri David Ermini (Pd) presentava un emendamento che reintroduce la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti, abbassando le pene per il piccolo spaccio di hashish e marijuana, assestando così un primo colpo alla legge Fini-Giovanardi, a qualche centinaio di metri di distanza veniva presentato l’appello di giuristi e garanti a sostenere l’incostituzionalità della legge sulle droghe. Cannabis. L’emendamento presentato in commissione Giustizia della Camera prevede la reclusione al massimo per 3 anni contro i 5 attuali e multe più light per il piccolo spaccio da strada della cannabis. E si introduce una distinzione tra droghe leggere e pesanti. Il decreto legge carceri già interviene sul cosiddetto piccolo spaccio, prevedendo che il massimo della reclusione scenda da 6 a 5 anni. Con l’emendamento la pena viene dunque ulteriormente ridotta solo per il piccolo spaccio di cannabis (la reclusione va da 6 mesi a un massimo di 3 anni), consentendo così la possibilità di usufruire della messa alla prova, mentre le multe vanno da 2mila a 12mila euro contro l’attuale forbice 3mila-26mila. In questo modo, spiega il relatore Ermini, «torna di fatto una distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti» che rimetterà in discussione l’impianto della Fini-Giovanardi. Per le droghe pesanti infatti gli anni di reclusione restano cinque. L’appello. Il prossimo 12 febbraio la Fini-Giovanardi arriverà davanti al giudizio della Corte costituzionale, dopo che dai giudici della Corte d’appello di Roma è stata bollata come incompatibile con la Costituzione. Per questo, il garante dei diritti dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, il presidente della onlus “La società della ragione”, Stefano Anastasia, e l’avvocato Luigi Saraceni, si sono fatti promotori di una mobilitazione contro una legge che, dicono, «è carcerogena» e «certamente incostituzionale». «È iniziata la raccolta firme di avvocati, garanti, magistrati e operatori del settore – spiega Corleone – l’appello non è una forma di pressione sulla Consulta, ma una presa di coscienza contro la violenza fatta nel 2006 sul Parlamento, facendo passare una legge punitiva con una manovra subdola». Nel dossier elaborato dalla onlus, «Fini-Giovanardi a giudizio – La parola alla Consulta», si spiega perché la legge sulle droghe è incostituzionale, quali sarebbero i vizi di «forma» e di «sostanza», come ad esempio, sostiene Corleone, «l’averla inserita senza necessità, urgenza e omogeneità, nel decreto legge sulle Olimpiadi». Ma soprattutto, si legge nel dossier, «la reintroduzione – tramite giudicato costituzionale – di una normativa penale più favorevole produrrebbe un’ulteriore conseguenza di sistema: un significativo effetto deflattivo nelle carceri italiane». Perché, spiegano i giuristi, «di tale sovraffollamento strutturale e sistemico la legge Fini-Giovanardi è una delle principali cause: un detenuto su tre entra in carcere ogni anno per violazione dell’attuale normativa antidroga». Sono 80 finora i firmatari dell’appello contro la legge sulle droghe, tra i nomi anche quello di Stefano Rodotà e Luigi Ferrajoli. E il prossimo 8 febbraio, a 4 giorni dall’esame della Consulta, è prevista una manifestazione nazionale in piazza a Roma.

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Agenda In Primo Piano Le droghe

Fini-Giovanardi a giudizio

locandina-webContinua la campagna di sensibilizzazione per vedere affermata l’incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi sulle droghe lanciata dalla Società della Ragione nei mesi scorsi.

La Corte Costituzionale deciderà il 12 febbraio. Dopo sette anni di repressione e di effetti terribili sulla giustizia e sul carcere si potrà voltare pagina.

Il 21 gennaio 2014 a Roma presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati organizzeremo un seminario di approfondimento giuridico e politico sulla legge sulle droghe. A breve maggiori dettagli ed il programma completo.

La Società della Ragione ONLUS
in collaborazione con Antigone, CNCA, Forum Droghe, Magistratura Democratica, Unione Camere Penali Italiane

Fini-Giovanardi a giudizio

Seminario sulla legge sulle droghe e sui suoi profili di costituzionalità

Roma, martedì 21 gennaio 2014, ore 9,30-13,30
Camera dei deputati, Sala delle colonne, Via Poli 19

Presiede
Stefano Anastasia

Introduce
Luigi Saraceni

Interventi programmati:
Antonella Calcaterra, Giuseppe Cascini, Sandro Gamberini, Michele Passione, Michela Porcile, Andrea Pugiotto, Carlo Renoldi, Marco Ruotolo, Valerio Spigarelli, Fabio Valcanover

A seguire tavola rotonda
Quale legge dopo la  Fini-Giovanardi?

Intervengono:
Benedetto Della Vedova, Daniele Farina, Donatella Ferranti, Vittorio Ferraresi, Luigi Manconi, Ivan Scalfarotto

Coordina
Franco Corleone

E’ obbligatoria l’iscrizione a info@societadellaragione.it entro il 17 gennaio 2013.
Gli uomini, per accedere alla sala, devono indossare la giacca.
Il seminario è in fase di accreditamento per 4 crediti formativi per gli avvocati.

fascicolo-costituzionalita-fini-giovanardiDossier “Droghe e Carcere: voltiamo pagina”
Vi ricordiamo che potete scaricare l’ultimo dossier sull’incostituzionalità della legge sulle droghe dal sito de La Società della Ragione, sezione “Ricerche e Studi”
http://www.societadellaragione.it/2013/12/31/droghe-e-carcere-voltiamo-pagina-2/

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I miei articoli Le droghe

Uruguay: la battaglia di Canne

Uruguay-legalize-marihuanaFranco Corleone scrive per la rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto dell’8 gennaio 2014.

Il 10 dicembre del 2013 il Senato dell’Uruguay ha approvato definitivamente una legge di legalizzazione della canapa che rovescia il paradigma su cui si è costruita l’ideologia del proibizionismo. Due anni fa (Manifesto, 13 aprile 2011) in questa rubrica ci eravamo occupati della discussione in atto nel Parlamento di quel Paese sulle soluzioni possibili per sconfiggere il narcotraffico e per affermare una politica di riduzione del danno.

Non è stata una decisione facile né improvvisata. Oggi possiamo dire pubblicamente che abbiamo avuto qualche ruolo in questa svolta epocale, infatti chi scrive assieme a Riccardo De Facci e Cecco Bellosi ebbe tre anni fa un lungo incontro di lavoro con l’Ambasciatore dell’Uruguay a Roma presentando idee e proposte che largamente sono state recepite. Potremmo dire che la proposta di legalizzazione della cannabis presentata alla Camera dei Deputati in Italia nel 1995 (A.C. n. 2362) e nel 1996 (A.C. n. 128) con oltre 150 sottoscrizioni ha visto la luce a Montevideo.

Infatti è prevista per la prima volta nel mondo la regolamentazione della produzione, della vendita e del consumo ammettendo esplicitamente non solo l’uso terapeutico ma anche quello ricreativo. E’ prevista anche la coltivazione per uso personale individualmente e attraverso i cannabis club.

Si è così dimostrato che una forte e rigorosa volontà politica supera i tabù ideologici e i pretesi divieti imposti dalle Convenzioni internazionali; il presidente Mujica ha affermato con nettezza che cento anni di persecuzione del consumatore non hanno prodotto alcun risultato e che l’alternativa è rappresentata da un consumo responsabile e vigilato, fuori dai circoli criminali.

L’obiettivo dichiarato è la salute pubblica da raggiungersi attraverso politiche educative e la prevenzione dell’uso problematico, con il divieto di ogni forma di pubblicità. E’ previsto il controllo del livello di Thc presente nelle piante e la qualità del prodotto. Il prezzo concorrenziale a quello del mercato sarà di un dollaro al grammo.

La scelta dell’Uruguay, un paese di soli tre milioni e mezzo di abitanti, ha dimostrato che con relativa facilità ci si può sottrarre ai ricatti delle agenzie dell’Onu. Il presidente dell’Ufficio Internazionale di Controllo sui Narcotici (INCB) Raymond Yans ha proclamato che la riforma non protegge i giovani e addirittura produrrà un effetto perverso di incoraggiamento verso una precoce sperimentazione.  David Dadge, portavoce dell’Unodc ha lamentato che l’Uruguay abbia preso una decisione da solo senza aspettare gli esiti dell’Assemblea Generale dell’Onu prevista per il 2016. Non mancano gli anatemi sul fatto che l’Uruguay con la sua scelta radicale, più rigorosa di quella dell’Olanda, abbia violato la Convenzione del 1961 di cui è parte. Sono ululati dei cani da guardia di una narcoburocrazia al tramonto, perché il fallimento della war on drugs è sotto gli occhi di tutti.

Dopo la vittoria della Bolivia di Morales all’Onu per il riconoscimento della legittimità dell’uso della foglia di coca come patrimonio della cultura indigena, dall’America latina arriva dunque una nuova lezione. D’altronde anche negli Stati Uniti, senza squilli di tromba, si sono registrate significative riforme della legislazione sulla marijuana in ben dodici stati nel 2013.

E’ ora che anche l’Italia abbandoni la politica di repressione che riempie le galere di consumatori per il possesso di sostanze stupefacenti, in notevole percentuale di canapa, e per fatti di lieve entità. Nel decreto Cancellieri sul carcere si comincia ad avanzare qualche modesta proposta di modifica della Fini-Giovanardi. Il Parlamento mostri più coraggio!

Marijuana: come funziona la legge dell’Uruguay nell’infografica su fuoriluogo.it