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Marina Petrella si sta lasciando morire

PETRELLA: SI LASCIA MORIRE PER EVITARE ESTRADIZIONE

Marina Petrella si sta lasciando morire nell’ospedale Fresnes di Parigi per evitare di essere estradata in Italia. L’ex brigatista rossa, secondo quando riporta il quotidiano spagnolo ‘El Pais’, da nove giorni si alimenta con il contagocce. Ha inviato una lettera ai suoi familiari, nella quale dice che preferisce morire pur di non essere rinchiusa in un carcere italiano. Secondo il medico dell’ospedale, scrive il quotidiano spagnolo, c’e’ il chiaro rischio che l’ex terrorista tenti il suicidio. La Petrella e’ descritta come una donna “molto depressa, affranta e che pensa continuamente alla morte. In un rapporto medico stilato a giugno si riconosce che “sta abbandonando la vita”. “Di questo passo ci consegneranno un cadavere”, dice Elisa, la figlia 25enne dell’ex militante delle Br, che ha visto l’ultima volta la madre ad aprile.

Da Repubblica.it

Qui trovate l’appello a Sarkozy (e all’Italia).

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Vicenda Petrella. Un appello a Sarkozy (e all’Italia)

VICENDA PETRELLA. UN APPELLO A SARKOSY, MA ANCHE ALL’ITALIA: BASTA CON L’ACCANIMENTO E IL CARCERE SENZA FINE

La posizione assunta dal presidente francese Nicolas Sarkozy attorno alla vicenda di Marina Petrella, candidata all’estradizione nel nostro paese, ha un sapore pilatesco di fondo: si è detto favorevole a estradare in Italia l’ex brigatista, ma anche alla concessione di una grazia da parte italiana che le risparmi il carcere a quasi 30 anni dai fatti. Un carcere che dovrebbe in effetti apparire a tutti inumano e inutile, dato il lasso di tempo trascorso e dato che la odierna detenuta Petrella è persona del tutto diversa dall’allora brigatista; anche le parole pacate e responsabili espresse in questi giorni dalla figlia Elisa sono una testimonianza di questo e anche della considerazione riguardo le sofferenze dei famigliari delle vittime. Un’attenzione doverosa, che condividiamo sino in fondo. Ma rimane la domanda su chi e cosa possa mai risarcire una sua lunga detenzione oggi.
Non molti anni fa, quando il caso di Adriano Sofri era all’ordine del giorno, la insensata cattiveria di una condanna che colpisce dopo un quarto di secolo apparteneva al senso comune della sinistra, e non solo di essa, tanto che furono partoriti appositi disegni di legge.
Oggi sembrano passati secoli. Ma all’indietro, nel senso che pare andata smarrita ogni considerazione critica e moderna sul senso della pena e sulle sue attribuzioni e finalità costituzionali. Questi anni trascorsi all’insegna delle manette come valore e di girotondi davanti ai tribunali hanno dunque lasciato guasti profondi e corroso sino all’osso la cultura giuridica e anche il senso umanitario di molta parte del paese. Peraltro, questi accanimenti postumi, queste logiche di vendetta infinita, non riguardano solo gli ex militanti di sinistra. È di pochi giorni fa la notizia dell’arresto in Brasile ai fini di estradizione in Italia di un appartenente ai NAR, Pier Luigi Bragaglia.
La rivendicazione delle proprie attribuzioni esclusive in materia di grazia fatta del Quirinale dopo l’annuncio di Sarkozy non pare una puntualizzazione solo formale, ma un preannuncio negativo nel merito. In generale, nel clima politico italiano vi è una evidente e irriducibile animosità che porta a ritenere certo il rifiuto di grazie nei confronti di persone accusate di atti di terrorismo, altoatesini a parte.
Dunque il calcolo di Sarkozy appare zoppo e infondato: l’estradizione di Marina Petrella comporterà per lei lunghi anni di carcere e danni irreparabili alla sua già precaria condizione psichica e sanitaria. Ora, di fronte alle polemiche, Sarkozy si è spinto a formalizzare i propri auspici in due lettere spedite a Napolitano e Berlusconi. Ma risulta davvero difficile per noi comprendere, e per lui spiegare, come si possa estradare una inoffensiva ex brigatista che ha cambiato vita da decenni e contemporaneamente offrire ospitalità a narcoterroristi in piena attività, come i guerriglieri delle FARC.
Se d’Oltralpe spirano dunque venti pilateschi, da noi a livello politico e istituzionale il richiamo pare essere a don Abbondio. Tutto tace, e chi prende parola è per perorare le virtù del carcere e della durezza della legge (purché colpisca gli altri: i vinti dalla storia, come gli ex lottarmatisti e i vinti sociali, come gli immigrati, i tossicodipendenti e i poveri che affollano le prigioni).
Tra Ponzio Pilato ed Erode, tra farisei e forcaioli, tra meschini calcoli politici e sciatti meccanismi burocratici, si consuma la speranza e la vita di Marina Petrella. E dopo di lei, fatta tabula rasa non solo della dottrina Mitterand ma di ogni pur minimo sentimento umanitario e caritatevole, toccherà agli altri. Negli anni Settanta correva un orrido e truculento slogan brigatista, mutuato dalla rivoluzione cinese, che diceva: colpiscine uno per educarne cento. Ora, a parti invertite, ne colpiscono una (e poi ne colpiranno altri cento, gli ultimi stanchi e invecchiati scampati degli anni Settanta), neppure per dare l’esempio. Solo per un pigro e tardivo spirito di vendetta.
Il nostro appello e la nostra speranza è che, infine, un qualche piccolo girotondo si possa immaginare anche per protestare contro quest’uso violento della giustizia, per questo incattivimento generalizzato che non può lasciare tranquilli e che si rivolge di preferenza contro i più deboli. Perché l’intolleranza non si lascia sino in fondo usare e indirizzare, diventa tossina sociale che avvelena e colpisce tutti. Per fomentarla bastano pochi mesi, un paio di libri, qualche decreto legge e un po’ di campagne stampa. Per sradicarla occorrono invece molti decenni e intere generazioni.
Infine, un appello vogliamo lanciare al presidente Nicolas Sarkozy: per rendere coerente la posizione espressa nelle lettere inviate alle massime autorità italiane deve subordinare la effettiva estradizione alla effettiva e avvenuta concessione da parte italiana di una misura clemenziale, che assicuri a Marina Petrella di non finire, e probabilmente morire, in carcere. Diversamente, e sino ad allora, si consenta a Petrella di vivere libera in Francia, come ha potuto fare negli ultimi 15 anni e come deve essere consentito di fare a chiunque altro si trovi nelle medesime condizioni.

Sergio Segio, Patrizio Gonnella, Franco Corleone, Luigi Nieri

Per adesioni: appelli@fuoriluogo.it, info@micciacorta.it

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26 giugno: l’altra giornata mondiale sulle droghe

Fuoriluogo lancia un meme in occasione della giornata mondiale sulle droghe che ovviamente rilancio da questo blog.

Ecco le istruzioni per aderire:

26 giugno: l’altra giornata mondiale sulle droghe

In occasione della giornata mondiale sulle droghe lanciamo dal Blog di Fuoriluogo.it un piccolo Meme.
Un esperimento, un appello/invito alla blogosfera antiproibizionista e libertaria: il 26 giugno 2008 – ma anche nei giorni che lo precedono o in quelli successivi – scrivete un post sull’altra faccia della war on drugs. Quella delle vostre storie di ordinaria repressione o quella degli aneddoti curiosi e divertenti sulle sostanze ed il loro uso. Insomma sentitevi, per una volta, liberi di parlare di droghe nonostante i vari Giovanardi, Fini e Costa.

Istruzioni:

  1. Perchè i pensieri e le opinioni siano più concatenati possibile vi preghiamo di linkare questo post/appello e tutti coloro aderiranno (che saranno riportati qui sotto).
  2. inserite, fra gli altri che vorrete, il tag “peace on drugs
  3. scrivete (non si sa mai) a fuoriluogo@fuoriluogo.it una mail con l’url del vostro post.
  4. Ricordatevi di linkare anche gli aderenti. Per ora: fioreblog, Marcello Saponaro, DarkShadowNNN.
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Paluzza: i risultati del questionario

Tutti i lettori residenti a Paluzza hanno ricevuto, insieme all’ultimo numero de L’Arco in Cielo, un questionario sui problemi della vita cittadina e sul futuro. Chiediamo a tutti di contribuire con le proprie proposte alla formulazione di un patrimonio di idee utili per chi si candiderà a governare il Comune. Coloro che desiderassero altri questionari da compilare per i propri familiari, possono richiederli presso i centri raccolta indicati e, dopo la compilazione, riconsegnarli nei medesimi centri. Il questionario è terminato il 27 gennaio 2004. Ecco i risultati in formato pdf (264 kb).