Categorie
Documenti Le droghe

La stampa e le droghe in Emilia Romagna

Potete trovare on line su fuoriluogo.it l’ultima ricerca realizzata da Forum Droghe dal titolo “La percezione sociale nel consumo di sostanze – esame della stampa della Regione Emilia-Romagna”. La ricerca è a cura del Prof. Piero Ignazi, Facoltà di Scienze politiche, Università degli Studi di Bologna ed è stata presentata ieri presso presso la Regione Emilia Romagna.

Potete leggere e commentare sul blog di fl.it l’introduzione di Grazia Zuffa: “Oltre l’allarme droga: la scienza, i media e il senso comune” e scaricare la ricerca in formato pdf: ricerca_stampa_er_2009_web (642kb).

Categorie
blog Le carceri Le droghe

Ecco i veri effetti della legge Fini-Giovanardi

Le associazioni Antigone, Forum Droghe e La società della Ragione hanno presentato in occasione della Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze a Trieste il “Libro bianco sulla Fini Giovanardi” (l. 49/2006). Nel rapporto sono illustrati e commentati i dati sulle conseguenze penali e sulle sanzioni amministrative della legge.

TRE ANNI DI APPLICAZIONE DELLA LEGGE 49/2006 SULLE DROGHE
LIBRO BIANCO SULLA FINI-GIOVANARDI
Presentazione (dal blog di fuoriluogo.it)
Scarica il libro in formato pdf (252kb dal sito di fuoriluogo.it)

Categorie
I miei articoli Le carceri

Vienna. L’incantesimo si è rotto.

Articolo per Notizie Verdi del 14 marzo 2009.

Antonio Maria Costa, capo dell’Agenzia antidroga delle Nazioni Unite, sognava forse di ripetere i fasti dell’Assemblea Generale di New York del 1998 nella quale fu accolto il Piano Arlacchi per un mondo senza droga da conquistare in dieci anni. Era un obiettivo irrealistico ma dotato di fascino millenaristico; Pino Arlacchi finì malamente la sua avventura all’Onu e l’oscuro professore raccolse la difficile eredità.
Bisogna riconoscergli una certa abilità nel tessere rapporti di potere con gli stati più potenti e che influenzano le scelte di politica internazionale sulle droghe e soprattutto nell’avere costruito la 52° assise della CND come occasione per riproporre la strategia perdente della proibizione e della repressione.
Occorre una capacità diabolica nel trasformare un fallimento conclamato che dovrebbe portare a cambiare rotta e a licenziare i responsabili di una strategia meramente illusoria e consolatoria, in un riaffermazione pervicace della stessa strada spacciando dati e cifre diversi dalla realtà.
Non solo, l’impudenza arriva a chiedere maggiori fondi e soldi per un organismo, l’Unodc, già oggi costoso, inutile e dannoso.
Per fortuna l’Economist, l’autorevole settimanale britannico proprio nei giorni della riunione di Vienna invitava a cessare la guerra alla droga, corredando questa richiesta con il quadro dei costi e degli insuccessi.
Un lavoro intenso della diplomazia doveva portare a una nuova Dichiarazione Politica che rappresentasse un diverso livello di consapevolezza dei problemi e di attenzione alle pratiche sociali che in questi dieci anni si sono sviluppate sotto la denominazione di riduzione del danno. In questo compito l’Unione Europea aveva assunto un ruolo che ridimensionava il tradizionale strapotere degli Stati Uniti e dei paesi satelliti, autoritari e non democratici.
Il colpo di scena è avvenuto quando l’Italia, fino a quel momento silente e d’accordo con i 27 paesi dell’Unione si è pesantemente smarcata e con l’alleanza della Svezia, tradizionale punto di riferimento del paternalismo solidarista e del moralismo contro il “vizio” in nome della virtù ha pesantemente contestato l’inserimento nel testo del riferimento alle politiche di salute pubblica.
Così è stato. La pressione di Carlo Giovanardi da Roma, con il sostegno del Vaticano, in nome della Vita, ovviamente, ha avuto successo e dal testo ridotto a un collage di frasi banali e retoriche messo insieme da burocrati annoiati è scomparso il riferimento alla riduzione del danno.
Un documento senza anima e che raggiunge il ridicolo quando rinvia al 2019, l’obiettivo dell’eliminazione della produzione e del consumo di sostanze stupefacenti.
Lord Keynes ammoniva che a lungo termine saremo tutti morti. Ma ai guerrieri della droga fa comodo illudere sul futuro per continuare a ingannare sul presente.
Ma il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. La prepotenza italiana non è piaciuta a molti  e per la prima volta in sede di approvazione di un documento che non viene votato ma accolto e adottato per consenso, un nutrito gruppo di  paesi, soprattutto europei, hanno espresso una riserva puntuale sul Documento censurando l’assenza di un riferimento che è diventato l’elemento discriminante. Quando il rappresentante della Germania, a nome della Gran Bretagna, della Spagna, del Portogallo, dell’Olanda e di altre venti nazioni, ha fatto la dichiarazione, si è capito che il castello di carta fondato sull’unanimismo pigro era irrimediabilmente crollato. L’ira del delegato della Russia rendeva plasticamente il significato della svolta.
Un altro colpo all’ipocrisia del Palazzo di Vetro è venuto dall’intervento del Presidente Evo Morales che ha chiesto con pacatezza ma altrettanta fermezza la cancellazione dalla tabella delle sostanze vietate la foglia di coca in nome del rispetto della cultura delle popolazioni indigene e della produzione dei contadini boliviani. Morales ha sottolineato il carattere politico della sua richiesta e ha difeso l’utilizzo millenario di una pianta che non può essere sradicato autoritariamente con una decisione del 1961. I sepolcri imbiancati sono ancor più impalliditi quando Morales ha iniziato a masticare una foglia di coca!
Solo Giovanardi può essere soddisfatto del ruolo dell’Italia, come fanalino di coda dell’Europa. A Trieste si celebra infatti il trionfo della carcerazione di massa e della criminalizzazione di migliaia di giovani grazie a una legge che punisce il consumo di tutte le sostanze con pene spropositate.  I tossicodipendenti marciscono in galera, ma questa decisione è per il loro bene, comunque per salvare la loro anima e redimerli dal peccato. La provincia sa essere davvero crudele!

Franco Corleone

Categorie
I miei articoli Le droghe

Ma questa battaglia non si vince con il moralismo

Articolo uscito su Il Piccolo di Trieste dell’11 marzo

Trieste sarà invasa il 12 marzo da una corte di ministri che si eserciteranno in esercizi di diffusione di paura e di terrore in nome della guerra alla droga. Il maestro di cerimonie sarà il sottosegretario Carlo Giovanardi che da anni si è appassionato al ruolo di piccolo zar antidroga italiano, convinto che questo tema offrisse un significativo consenso a chi alimenta il timore tra i cittadini per il destino dei loro figli o nipoti. Per sua sfortuna la questione della politica delle droghe è uscita dall’agenda della politica e rimane all’onore della cronaca solo nei casi di incidenti stradali in cui i responsabili vengono additati come “drogati” o “ubriachi”. Le emergenze funzionali alla strategia dell’allarme sociale sono altre: gli stupri, i rom, l’immigrazione, le ronde.
L’occasione è rappresentata dalla convocazione della Conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti allo scopo di individuare eventuali correzioni alla legislazione antidroga dettate dall’esperienza applicativa da presentare al Parlamento. Tanto più che da tre anni è in vigore la legge chiamata Fini-Giovanardi, una riforma caratterizzata in senso proibizionista e punitivo, che fu approvata con un colpo di mano (inserita in un decreto legge sulle Olimpiadi e votata senza dibattito con il ricorso a un doppio voto di fiducia). E’ incredibile che invece questa questione sia assente come tema centrale nell’assise di Trieste, organizzata nella più assoluta clandestinità e senza il minimo coinvolgimento dei principali attori che nei servizi pubblici, nelle unità di strada e nelle comunità non autoritarie si occupano delle persone vittime della legislazione più ancora che delle sostanze. E’ censurato anche il tema della riduzione del danno che afferma la priorità del diritto alla salute.
Addirittura si è vietato a chi rappresenta una visione alternativa il diritto di parola e perfino la possibilità di diffondere libri, giornali, dossier di chi la pensa diversamente. Assisteremo a un meeting blindato! Per questo Forum Droghe denuncia l’illegittimità di questa costruzione propagandistica e non sarà presente.
L’autorevole settimanale Economist questa settimana ha denunciato il fallimento della proibizione delle droghe illegali che data da cento anni e in particolare la scelta dell’Onu che dieci anni fa a New York rilanciò con enfasi il sogno di un mondo senza droga , da raggiungere entro il termine di dieci anni. Il bilancio sarà fatto a Vienna negli stessi giorni di Trieste e la previsione è che la narcoburocrazia confermerà la guerra impossibile e il disastro dell’aumento della produzione, dei consumi e della repressione.
L’Economist denuncia i costi economici e sociali che il narcotraffico acquisisce inevitabilmente e ribadisce come l’unica strada razionale sarebbe la legalizzazione.
Ben altro è lo stato della discussione in Italia. Dobbiamo ricordare che nella legge in vigore le droghe leggere e pesanti sono state equiparate in una unica tabella con le stesse pene, da sei a venti anni di carcere per la detenzione di qualunque sostanza, eroina, cocaina o cannabis che sia. La ragione di questa impostazione, del tutto antiscientifica, si fonda sull’affermazione che “la droga è una” e sulla pretesa della astinenza. La campagna pubblicitaria terroristica, ossessivamente imposta in televisione, sulla “droga bruciacervello” strumentalizza in chiave di ridicolo riduzionismo biologico le evidenze che provengono da studi delle neuroscienze, ignorando quelle che provengono da ricerche in ambito psicosociale.
La recrudescenza penale è clamorosa: i tossicodipendenti marciscono in carcere, tanto è vero che in questi giorni è stato superato il livello dei 60mila detenuti di cui la metà sono reclusi per la violazione della legge sulle droghe o per reati connessi.
La criminalizzazione dei consumatori, soprattutto di marijuana, è confermata da un altro dato. Dal 1990 ad oggi quasi 600.000 giovani sono stati segnalati alle prefetture per semplice consumo subendo odiose sanzioni amministrative.
Trieste è una città laica e intelligente e soprattutto colta, basti pensare a Joice, Saba e Svevo e saprà rispondere alla mistificazione moralistica e alle pretese da stato etico con i principi della ragione liberale di Stuart Mill.
Franco Corleone

Categorie
I miei articoli Le droghe

Il governo con l’elmetto

L’Italia lavora in silenzio, lontano dai riflettori, senza discutere con associazioni e operatori del settore. E la Gelmini è il nuovo testimonial antidroga

La questione della politica delle droghe in questo momento appare fuori dall’agenda della politica e si situa in un cono d’ombra adatto alle trame oscure, lontana dai riflettori della cronaca e del dibattito pubblico. Si tratta di un mistero che appare inspiegabile se solo si rifletta sul fatto che le carceri sono tornate, dopo la breve parentesi di vivibilità assicurata dall’indulto, a un sovraffollamento dovuto in massima parte agli effetti dell’applicazione della legge Fini-Giovanardi. Il mistero trova la sua ragione nel fatto che il corto circuito mediatico che dà il la per determinare gli umori della società italiana ha individuato come emergenze da cavalcare oggi, gli stupri, i rom, l’immigrazione, le ronde per la “sicurezza delle città”. La droga e l’alcol sono funzionali alla strategia dell’allarme sociale e della paura solo nel caso di incidenti stradali che causano la morte di pedoni, ciclisti o altri automobilisti.
Nonostante gli sforzi di alcuni pseudo scienziati che preconizzano l’esplosione del flagello droga a causa della diffusione dei consumi di sostanze stupefacenti non solo tra i giovani ma in ampie fasce della popolazione, il pericolo ipotizzato sulla base di estrapolazioni statistiche arbitrarie, non viene preso sul serio. Puzza troppo di moralismo e di tolleranza zero. Ecco perché Carlo Giovanardi, che si è appassionato al ruolo di piccolo zar italiota nella strumentale guerra alla droga, può lavorare per preparare la Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze convocata a Trieste per il 12 marzo nella più assoluta clandestinità, con il mancato coinvolgimento dei principali attori della politica delle droghe, con una programmazione blindata delle sessioni tematiche senza spazi di dibattito libero aperto ai partecipanti e soprattutto con l’assenza di un confronto reale sulla legge punitiva approvata nel 2006 e con la censura assoluta della riduzione del danno.
Purtroppo questa impostazione provinciale non si ferma all’interno dei nostri confini ma tenta di affermarsi in sede internazionale sostenendo un fronte di Paesi proibizionisti, autoritari e antidemocratici nella discussione che si sta svolgendo a Vienna in vista della riunione dell’Onu che dovrà approvare una nuova dichiarazione politica per definire le linee della politica globale sulla droga a partire da un bilancio delle scelte fallimentari decise dall’Assemblea generale del 1998 a New York. Allora fu approvato il cosiddetto Piano Arlacchi caratterizzato dall’obiettivo demagogico di un mondo senza droga. La narcoburocrazia che vive di menzogne e retorica tenta un ultimo colpo di coda approfittando dell’assenza di un cambio di posizione chiaro da parte di Obama. Così l’Italia ha rotto l’unità dell’Unione europea sul punto qualificante della riduzione del danno. Ovviamente anche Antonio Costa, che sta manovrando per avere un prolungamento fino al 2010 del suo incarico di direttore dell’Unodc, l’Agenzia antidroga dell’Onu, sta dando il suo contributo per impedire una revisione delle politiche reazionarie. è arrivato al punto di sostenere che la riduzione del danno è paragonabile all’azione di chi offrisse zucchero a un malato di diabete.
Intanto Giovanardi lancia un portale per scuole “drugfree” con il sostegno del ministro Mariastella Gelmini che sostituisce come testimonial il povero Don Gelmini. Forum droghe a Trieste non mangerà questa polpetta avvelenata.

Franco Corleone

Da Notizie Verdi, Anno V – n. 53, domenica 8 marzo 2009

Categorie
Agenda Le droghe

Conferenza stampa in vista di Vienna 2009

Nei prossimi giorni sarò a Vienna, al vertice per la revisione delle politiche sulle droghe dell’ONU, dove si cercherà di sorvolare sui 10 (undici) anni di fallimenti della war on drugs.

Ecco la Conferenza stampa che abbiamo organizzato come Forum Droghe lunedì, da radioradicale.

Maggiori info nello speciale di Fuoriluogo.

Categorie
Agenda Le droghe

Dieci anni di fallimenti: fermiamo la guerra globale alla droga!

Dal Blog di fuoriluogo.it:

vienna

In vista del meeting ad alto livello dell’Onu a Vienna, Forum Droghe organizza una serie di appuntamenti tra Roma e Trieste.

Il primo è un incontro con la stampa a cui interverranno parlamentari, operatori pubblici e del privato sociale, esperti ed altri. Nel corso dell’incontro sarà presentata una piattaforma politica nella quale si chiedono alcune riforme urgenti a livello mondiale tra cui la decriminalizzazione del consumo personale, l’abolizione della pena di morte per reati connessi alla droga, la fine delle eradicazioni forzate e il rispetto delle culture indigene, una maggiore facilità di accesso alla terapia del dolore, il rispetto dei diritti umani dei consumatori, il ricorso in misura crescente a misure di riduzione del danno come i trattamenti sostitutivi con oppiacei, lo scambio di siringhe, le stanze del consumo.

Lunedì 9 marzo, Roma.
Incontro con la stampa organizzato da Forum Droghe a Roma, sul meeting Onu ad alto livello di Vienna. L’incontro si terrà lunedì 9 marzo alle ore 11 presso la sede del Partito radicale (via di Torre Argentina, 76). Nel corso dell’incontro sarò presentata una piattaforma politica globale.

Il secondo, sempre a Roma, è una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati:
Mercoledì 11 marzo, Roma.
Conferenza stampa alle ore 14 a Roma presso la Sala stampa della Camera dei deputati, Via della Missione. In vista di Trieste. Partecipano più associazioni. Per Forum Droghe parteciperà Giorgio Bignami.

Il terzo è la presentazione del Libro bianco sui danni sociali della legge Fini-Giovanardi.
Il 13 marzo sarà presentato a Trieste, in concomitanza con i lavori della V Conferenza nazionale governativa sulle droghe, un libro bianco sui danni sociali della legge Fini-Giovanardi. Nel corso dell’incontro è organizzato da Forum Droghe, Antigone, La società della ragione è saranno illustrati e commentati i dati sulle conseguenze della legge sia per quanto riguarda gli effetti penali, sia per quanto riguarda le sanzioni amministrative. Saranno inoltre illustrati i riflessi sull’amministrazione della giustizia e del carcere. La conferenza governativa, denunciano gli organizzatori, rischia infatti i trasformarsi in un puro evento mediatico invece che adempiere alla sue finalità istituzionali.

Venerdì 13 marzo, Trieste.
Presentazione di un libro bianco sui danni sociali della Fini-Giovanardi. Saranno illustrati gli effetti sia delle sanzioni penali che delle sanzioni amministrative. Organizzano Forum Droghe, Antigone, La società della ragione. L’incontro si terrà a Trieste il 13 marzo presso la Sala Sauro dell’Hotel Jolly, Corso Cavour 7, dalle 11 alle 13.

la tragica barzelletta di Alemanno e i suoi sodali

Che la canapa trasformasse dei ‘bravi’ ragazzi in razzisti ed aguzzini è l’ultima barzelletta di chi è accecato dall’ideologia, ma soprattutto vuole trovare un comodo alibi per coprire le proprie responsabilità. Ai tre delinquenti va detto di non fare i furbi!

Nessuna sostanza li farà giudicare incapaci di intendere e volere e andare assolti!

O è questo che vogliono Alemanno e i suoi sodali?

Città malata

Questo articolo è stato pubblicato il 2 febbraio 2009 dal Mattino di Padova con il titolo “Sindaci prefetti in sedicesimo.

Altro che maionese impazzita! E’ la politica che è uscita di senno e pare senza speranza perché, nella rincorsa ai sondaggi, alimenta il senso comune più becero e coltiva il disprezzo per la cultura e la conoscenza. A destra e a sinistra, i politici rinunciano non dico a cimentarsi in un ruolo di egemonia, ma neppure di riflessione pedagogica sulla  realtà.
E’ il caso del sindaco Zanonato, che, invece di contestare i contenuti del pacchetto sicurezza dell’estate 2008, si vanta di darne applicazione piena a modo suo. L’attribuzione al Sindaco di poteri di ordinanza in materia di sicurezza urbana segna uno stravolgimento di compiti e competenze costituzionali con il rischio di una applicazione di norme pseudo-penali a macchia di leopardo e con un diritto su base territoriale.
Così i sindaci si appassionano a mimare ridicolmente i prefetti in sedicesimo. Dalla contestazione di una figura tipica del centralismo napoleonico che Garibaldi definiva “una carica inutile e nociva” e che Luigi Einaudi  stigmatizzava al grido “Via il prefetto!” (per non parlare di Bobo Maroni che ancora nel 2006 presentava emendamenti alla Finanziaria per la sua abolizione), si è passati alla loro proliferazione a rimorchio dell’ossessione securitaria.
L’esuberante Zanonato imita le scelte di Letizia Moratti, patron di San Patrignano più che sindaco di Milano, senza porsi il problema di un confronto sulla legge Fini-Giovanardi sulle droghe, una fra le più repressive d’Europa. Invece di far tesoro del caso della Svizzera che avviò oltre dieci anni fa la riduzione del danno dopo che era fallita la via della pura repressione sui tossicodipendenti che consumavano per strada, il nostro sindaco scopre il “pugno duro” con venti anni di ritardo. La contravvenzione amministrativa di 500 euro per chi usa o consuma all’aperto sostanze stupefacenti si somma alle sanzioni amministrative previste dall’art. 75 (sospensione patente, passaporto, ecc.) e dall’art. 75 bis (obbligo di presentarsi due volte la settimana alla polizia, divieto di allontanarsi dal comune di residenza, divieto di frequentare determinati locali pubblici, ecc.).
Lo sa, il buon Zanonato, che dal 1991 al 2006 sono state segnalate ai prefetti 516.427 persone (nel 74% dei casi giovani consumatori di cannabis)? Il Rapporto del Ministero dell’Interno da cui traggo questi dati indica una sorta di persecuzione di massa e di criminalizzazione dei giovani che dovrebbe spingere a un cambiamento della legge , non a un incremento di sanzioni caserecce!
Ci si aspetterebbe una iniziativa politica per abrogare la legge Fini-Giovanardi che ha equiparato tutte le sostanze prevedendo per lo spaccio pene da sei a venti anni di carcere; la stessa pena è prevista per chi detenga una piccola quantità di marijuana superiore a quanto stabilito dalla tabella ministeriale in quanto valutato come spaccio presunto.
Anche la previsione di una pena da uno a sei anni per i fatti di lieve entità è ormai resa inefficace dalla legge Cirielli sulla recidiva: così le condanne per detenzione anche di un solo grammo di eroina, cocaina o canapa si aggirano ormai sui quattro o cinque anni di carcere. Così si spiega il motivo del sovraffollamento carcerario che per la metà è dovuto proprio alla legge sulle droghe, con buona pace di Giovanardi che continua a negare questi effetti drammatici del provvedimento da lui voluto. E se perfino  Giovanardi si dice perplesso sulle sanzioni dei vigili, è davvero segno che Zanonato ha voluto strafare.
E poi lasci stare lo “scambio” delle cure al Sert al posto dei soldi: è un ricatto terapeutico che offende medici e pazienti.

Franco Corleone

Categorie
Senza categoria

Trieste è vicina

Appello
Trieste è vicina.

A metà marzo si svolgerà la V Conferenza Nazionale prevista dalla legge per valutare l’efficacia della politica e della normativa sulle droghe. L’ultima pseudo-conferenza  organizzata a Palermo nel 2005 si rivelò non solo un fallimento – per la quasi totale assenza del mondo delle professioni, delle scienze e delle associazioni- ma uno scacco della partecipazione, del confronto e della valutazione scientifica. Organizzata senza alcun percorso partecipato e con l’evidente intenzione di  non discutere bensì di celebrare l’inasprimento penale che si sarebbe concretizzato di lì a poco con l’approvazione di una nuova normativa per decreto-legge (l.49/06), l’assise di Palermo fu poco più di una riunione tra pochi fedeli a porte chiuse.
Il vasto movimento di opposizione alla svolta punitiva decise per protesta di disertare Palermo e il Cartello “Non incarcerate il nostro crescere”, insieme alle Regioni, promosse all’Università La sapienza di Roma una Contro-conferenza, in cui fu presentata una articolata piattaforma di riforma della politica delle droghe, con al primo posto la cancellazione della legge Fini-Giovanardi.
Purtroppo il Governo Prodi deluse le aspettative di cancellazione di quella normativa né fu convocata la V Conferenza nazionale.
Di fronte a questo appuntamento, come operatori, scienziati, cittadini, consumatori e associazioni, siamo preoccupati di assistere a una penosa ripetizione di un’esperienza autocelebrativa. Soprattutto temiamo che si voglia utilizzare il palcoscenico della conferenza per piegare la scienza al servizio della politica: da un lato riducendo la complessità del fenomeno del consumo di droghe ai soli fattori biologici, dando visibilità unicamente alle neuroscienze; dall’altro enfatizzando taluni approcci e studi (utilizzabili a in chiave di dissuasione terroristica) e accuratamente ignorando altri. Ne è un esempio la nuova campagna di prevenzione sulla droga-bruciacervello, in linea col più vetusto ( e contestato anche sul piano dell’efficacia del messaggio) scare-approach.
Vogliamo che la Conferenza sia una occasione per la partecipazione, il confronto fra operatori e utenti dei servizi, la valutazione scientifica a tutto campo, la verifica seria delle politiche pubbliche.
Queste sono per noi le questioni che riteniamo fondamentali per rendere la Conferenza un appuntamento degno di questo nome:
1.    Scrivere l’agenda – scientifica, sociale e delle politiche pubbliche – della Conferenza attivando una partecipazione reale, plurale, dotata di parola, fornendo a questa partecipazione luoghi e percorsi. E’ necessario operare subito poiché a tutt’oggi non risulta alcuna iniziativa per l’attivazione di un processo partecipativo reale, come avvenuto per altre conferenze in passato, in particolare quelle di Napoli e Genova.
2.    Avvviare una seria valutazione delle politiche pubbliche, mettendo  come primo punto all’ordine del giorno la valutazione della legge 49/2006 e in particolari i suoi effetti sulla carcerazione.
3.    Promuovere un ampio dibattito sulla rete dei servizi, che da tempo denuncia una crisi e perfino un collasso: con un occhio particolare alla riduzione del danno, ridimensionata anche dalle politiche locali di sicurezza e tolleranza zero.
4.    Prevedere un confronto su tutte le esperienze internazionali di nuovi servizi e interventi che risultino oggetto di studi di valutazione con esito favorevole, senza pregiudiziali ideologiche.
5.    Rispettare la multidimensionalità del fenomeno, il pluralismo degli approcci scientifici, la vivacità del dibattito scientifico stesso, garantendo – attraverso una propedeutica sollecitazione e partecipazione attiva – presa di parola da parte dei tanti sguardi che indagano, studiano, sperimentano.
6.    Dare ascolto ai consumatori di sostanze come cittadini a pieno titolo titolari di  diritti e voce sulle proprie vite, nel rispetto delle scelte di vita e delle diverse culture, assicurando loro presenza, rappresentanza e parola con pari dignità.
7.    Dare un adeguato spazio alle regioni e alle città, per valorizzare le particolarità locali e l’approccio pragmatico degli interventi sul territorio.

In ogni caso ci impegniamo ad organizzare, dentro e fuori la Conferenza, momenti pubblici aperti per una discussione libera, sia scientifica che politica, a partire dalla valutazione delle politiche internazionali che saranno oggetto di verifica al meeting Onu di Vienna del marzo 2009.

Primi firmatari
Stefano Anastasia, Maurizio Baruffi, Hassan Bassi, Bea Bassini, Stefano Bertoletti, Giorgio Bignami, Gianluca Borghi, Stefano Carboni, Vanna Cerrato, Claudio Cippitelli, Tiziana Codenotti, Maurizio Coletti, Franco Corleone, Paolo Crocchiolo, Antonio D’Alessandro, Carlo De Angelis, Felice Di Lernia, Barbara Diolaiti, Leonardo Fiorentini, Don Andrea Gallo, Patrizio Gonnella, Marina Impallomeni, Franco Marcomini, Alessandro Margara, Henri Margaron, Patrizia Meringolo, Alessandro Metz, Mariella Orsi, Valentino Patussi, Edoardo Polidori, Susanna Ronconi, Fabio Scaltritti, Maria Pia Scarciglia, Sergio Segio, Maria Stagnitta, Stefano Vecchio, Andrea Vendramin, Grazia Zuffa.

Fin qui l’appello che ho sottoscritto. Ecco, dal blog di Fuoriluogo le indicazioni per l’azione, anche on line:

Rompiamo il silenzio sulla prossima conferenza governativa sulle tossicodipendenze di Trieste, perché non si ripeta la farsa del precedente appuntamento di Palermo.

Sottoscrivete l’appello e partecipate all’incontro per discutere le opportune iniziative: vi aspettiamo a Firenze, sabato 17 gennaio dalle 10,30 alle 16 nella sede ARCI, piazza dei Ciompi 11.

Trieste è vicina, l’azione on line:

  • leggi l’appello e aderisci on line.
  • aderisci e incatenati con il tuo blog: copia questo post (comprese queste istruzioni e la lista dei blog che hanno aderito), inseriscilo nel tuo blog linkandolo e mettendo nei tag “trieste è vicina” e segnalaci l’adesione con un commento al post. Troverai qui sotto la lista aggiornata dei blog che si sono incatenati.

Sinora hanno aderito alla catena: il blog di Fuoriluogo.itIl Blog di Franco Corleone, fioreblog, Verdi di Ferrara, Il blog di Maurizio Baruffi.