Ecco la lettera aperta al nuovo Sindaco di Firenze pubblicata da Repubblica il 12 luglio 2009.
Caro Sindaco,
ho particolarmente apprezzato l’attenzione da Lei riservata ai detenuti in occasione dello scambio di consegne con Leonardo Domenici. Poiché sono convinto che non sia stato un fatto né rituale né di circostanza, mi permetto di rivolgerLe un invito pressante per una visita al carcere di Sollicciano alla vigilia del Consiglio Comunale che segnerà l’inizio dell’attività della nuova amministrazione Le carceri italiane sono sull’orlo del collasso mentre il Governo e l’Amministrazione Penitenziaria danno una prova di irresponsabilità preoccupante di fronte al sovraffollamento abnorme che provoca condizioni di assoluta invivibilità particolarmente nel periodo estivo. Il caldo, la promiscuità, l’assenza di attività scolastiche e lavorative, addirittura la riduzione dei colloqui con i familiari, mettono a rischio la convivenza oltre che violare le norme dell’ordinamento penitenziario.
In Italia siamo vicini a 65.000 detenuti, a Firenze la cifra è stabilizzata intorno alle 950 unità: siamo al doppio della capienza regolamentare e nessuna misura, anche solo di razionalizzazione, viene ipotizzata.
Il carcere è parte della città. Firenze ha dato un grande contributo alla riflessione sulla giustizia e sulla cultura della pena legata ai principi della Costituzione con il pensiero di Mario Gozzini, di Ernesto Balducci e di Giovanni Michelucci.
Questo patrimonio intellettuale deve spingere il Comune a farsi protagonista contro il degrado. Un gesto di attenzione da parte sua all’inizio del mandato avrebbe un significato simbolico, per testimoniare la sensibilità delle istituzioni verso un grave problema di emergenza civile che non riceve l’attenzione dovuta da parte di un’opinione pubblica spesso distratta e ripiegata su se stessa. La sua presenza, sono sicuro, darebbe fiducia ai detenuti, un incoraggiamento a tutto il personale e una spinta all’amministrazione penitenziaria per non assistere inerte al disastro annunciato.Con cordialità,
Franco Corleone
Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze