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I miei articoli Le carceri

Discarica sociale

Articolo di Franco Corleone per Pluraliweb, mensile on line di Cesvot, Giugno 2010

Ci si avvia a un’estate calda, almeno in carcere. In Italia in agosto si raggiungerà la quota record dei 70.000 detenuti e in Toscana a fine aprile erano presenti già 4.382 persone rispetto a una capienza regolamentare di 3.180. Il sovraffollamento pesa molto sulle condizioni di vita quotidiana; incide sull’esercizio dei diritti minimi ma essenziali. Si soffre per la coabitazione forzata, per i servizi igienici, per l’alimentazione, per i colloqui con gli avvocati e con la famiglia, per il lavoro, lo studio e le attività trattamentali.

Il Governo e l’Amministrazione Penitenziaria hanno una sola idea, quella di costruire nuove carceri; il ministro Alfano ha fatto riferimento a quota ottantamila come obiettivo del programma di edilizia. Già oggi il carcere è pieno di tossicodipendenti, di immigrati, di poveri e di emarginati per cui la definizione comunemente usata è quella di discarica sociale.

Di fronte a una detenzione per il cinquanta per cento dei casi dovuta alla legge sulle droghe, si dovrebbe avere il coraggio di mettere in discussione la scelta proibizionista e punitiva. Invece chi ha la responsabilità di decidere della libertà dei cittadini preferisce agire come gli struzzi. Detenzione sociale, detenzione etnica, detenzione generazionale di soggetti deboli che subiscono violenza e tortura e rispondono nel silenzio, con il suicidio e l’autolesionismo.

In Toscana l’anno scorsi si sono verificati 2318 eventi che l’amministrazione penitenziaria definisce critici e che io preferisco chiamare tragici: 8 suicidi, 155 tentati suicidi, 974 atti di autolesionismo, 480 scioperi della fame.

Come garante dei diritti dei detenuti, ho iniziato a diffondere tra i reclusi di Sollicciano un modello di reclamo da consegnare al magistrato di sorveglianza, per chiedere il rispetto delle norme dell’ordinamento penitenziario e del regolamento di attuazione del 2000 rimasto inapplicato. Si tratta di uno strumento di rivendicazione pacifico che intende anche evitare che la rabbia prenda strade di protesta violenta e incontrollata.

Sto insistendo da mesi perché la Regione Toscana attui un progetto pilota per l’uscita dal carcere di un numero significativo di tossicodipendenti. La scelta delle misure alternative per tutti i detenuti, ma in particolare per i tossicodipendenti, avrebbe il risultato di far diminuire la recidiva e di offrire una chance di vita diversa.

La sorte del carcere di Empoli è ancora un mistero: ho denunciato la chiusura per oltre un anno di quell’istituto e ho anche fatto uno sciopero della fame per protestare contro la decisione del ministro Alfano di bloccare l’esperimento di un luogo specifico per le detenute transessuali. E’ un simbolo della confusione mentale e dell’arroganza del potere. C’è molto da fare per evitare l’Apocalisse.

Franco Corleone è Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze.

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Secondo giorno dello sciopero della fame contro l’arroganza del Ministro Alfano

Il silenzio del Ministro Alfano sulle ragioni della chiusura del carcere di Empoli e sui motivi del blocco dell’esperimento di un carcere transgender è offensivo.

I cittadini hanno diritto di conoscere perché, in tempi di sovraffollamento e di donne detenute strette come sardine, un istituto è chiuso da più di un anno e non si sa quando riaprirà.

Sarebbe interessante anche comprendere la legittimità delle spese fatte in questo periodo in quella struttura per interventi motivati con la sicurezza.

La mia protesta vuole servire a far comprendere che quando si promettono nuove carceri si fa solo propaganda e si pensa all’edilizia e agli interessi connessi e a niente altro, visto che non  si utilizzano gli Istituti già pronti!

Mi auguro che il Comune di Empoli, la Provincia e la Regione Toscana chiedano conto all’Amministrazione Penitenziaria di questa sciatteria e di questa autoreferenzialità.

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In Primo Piano Le droghe Rassegna Stampa

A Empoli un carcere per sole trans. Ma c’è chi parla di: “Rischio ghetto”

Un decreto ministeriale del 20 ottobre 2008 ha trasformato l’Istituto a custodia attenuata (dove cioè la funzione rieducativa della pena assume maggiore importanza rispetto a quella retributiva, offrendo maggiori opportunità al detenuto di riabilitarsi e di auto-sperimentare il grado di maturità e responsabilità raggiunta) della città toscana nel primo carcere italiano per transgender.

Ospiterà, dai primi giorni di marzo, venti giovani transessuali attualmente recluse in un’ala dedicata del penitenziario di di Sollicciano, in provincia di Firenze. La scelta del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria toscana è stata dettata dalla volontà di alleggerire il carcere fiorentino sfruttando le potenzialità di quello empolese, ormai vuoto.

“La scelta di trasferire le transessuali a Empoli” precisa a Panorama.it, il provveditore Maria Pia Giuffrida “è nata per alleviare le loro condizioni di detenzione. Nella nuova struttura sarà più semplice riuscire ad attuare programmi e percorsi educativi e lavorativi“. Attualmente solo tre delle future ospiti svolgono mansioni all’interno del carcere di Sollicciano. “A Empoli tutte avranno un’occupazione: potranno studiare ma anche imparare a lavorare la terra”, precisa Giuffrida. L’istituto empolese è infatti provvisto non solo di bagni idonei, ma anche di una sala per dipingere, strumenti musicali, una biblioteca, un cortile all’aperto con un gazebo, tavoli e un piccolo orto.

E le trans che cosa pensano del nuovo carcere? Secondo il provveditore Giuffrida che le ha incontrati solo pochi giorni fa: “Sono entusiaste e mi hanno fatto moltissime domande sulla struttura e sulle possibilità di lavoro”, racconta Maria Pia Giuffrida. “Ma la domanda più ricorrente è stata: quando?. La voglia di iniziare questa nuova esperienza è veramente forte”.

Mentre vanno ultimandosi i lavori di adeguamento al sistema idraulico e a quello elettrico della struttura e sono stati anche ridefiniti i livelli di sicurezza dell’istituto, il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria sta anche concludendo il percorso formativo per gli agenti. Saranno uomini, come stabilisce la normativa, a vigilare all’interno dell’Istituto. Ma considerando la particolarità delle detenute il Provveditorato ha previsto anche la presenza di alcuni agenti di custodia donne. In parallelo con i corsi di formazione, è stato attivato anche un ciclo di incontri con endocrinologi e psicologi della Asl empolese.

Attualmente, le venti trans che saranno trasferite stanno scontando la pena all’interno della sezione femminile di Sollicciano, sorvegliati da donne, con il supporto di un solo agente maschile: svolgono attività culturali con le donne, giocano a pallavolo e fanno sport con le altre detenute di sesso femminile. “Questo è un carcere all’avanguardia, dove esiste l’integrazione concreta tra trans e altri detenuti” commenta il garante dei detenuti toscani, Franco Corleone. “Certo, con i problemi di sovraffollamento che investono anche l’istituto fiorentino, il trasferimento di venti detenuti in una struttura inutilizzata non può che essere positivo”.

Parla di buona notizia Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay : “Questo progetto pilota non solo toglierà le trans da un ambiente dove sono costrette a subire umiliazioni ma le introdurrà in una nuova dimensioneche ne favorità il reinserimento e l’occupazione”.

Più cauto il commento di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale: “L’esperimento toscano va monitorato. Empoli eviterà spiacevoli episodi di mobbing sessuale, ma il modello di carcere auspicabile per le trans è quello che prevede un’integrazione completa con gli altri detenuti uomini e donne senza correre rischi”.

Dubbi sui quali invita a riflettere anche Franco Corleone, che paventa il rischi che il carcere di Empoli si possa “trasformare in un “ghetto” o peggio ancora in un ‘carcere spettacolo’, o in uno ‘zoo’”, dice a Panorama.it il garante dei detenuti. E prosegue: “Sono perplesso su questo trasferimento, che avviene senza aver fatto un serio percorso di integrazione con la comunità empolese, l’Amministrazione comunale e le associazioni di volontariato. E poi trovo che ci siano tante contraddizioni da risolvere. Una su tutte il nome del nuovo carcere deciso dal decreto ministeriale del 2008: Istituto transgender maschile di Empoli. È sul “maschile” che, oggi come in passato, manifesto tutte le mie perplessità. Non si può parlare di integrazione, di progetto all’avenguardia se poi si ghettizzano in partenza”.

Articolo di Nadia Francalacci per Panorama, Giovedì 28 Gennaio 2010

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In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

Empoli, il carcere vuoto due agenti, zero detenuti

Il carcere empolese di Pozzale è un caso già da mesi per la sua sottoutilizzazione. Un vero scandalo in un’Italia piena di carceri che scoppiano. Ma ora è un caso due volte: perché la struttura da ben sei mesi è completamente vuota. 26 celle, due agenti di guardia a nessuno, una destinazione (carcere per trans) che ancora non matura benché sia stata decisa da tempo. E poco lontano l’Opg di Montelupo è un inferno

di Lucia Aterini, da Il tirreno del 7 gennaio 2010

EMPOLI. A Pozzale è rimasto un fortino di cemento vuoto e inutile. Una fortezza Bastiani, come quella del “Deserto dei tartari”, che però alle tasche dei contribuenti costa migliaia di euro. Mentre, invece, a pochi chilometri di distanza, nell’Opg di Montelupo, i detenuti soffocano in celle piccole e anguste, dove vivono come nelle stive dei conigli. Dovrebbero essere 120 al massimo e sono 180.

Una assurdità colossale che costa e che non si spiega perché da un anno e mezzo l’amministrazione penitenziaria ha predisposto la trasformazione della struttura empolese a carcere per i transgender di Sollicciano e i lavori di adeguamento sono già terminati. I motivi di questi ritardi sono sconosciuti. E comunque danno l’idea che l’operazione conversione sia stata nel complesso malgestita.

In più pare di entrare in un labirinto del paradosso perché, dopo tanti proclami ufficiali del ministero, la destinazione di Pozzale potrebbe essere anche diversa rispetto a quella concordata. Mesi fa era venuta fuori l’ipotesi che nel piccolo carcere empolese che ha recuperato decine e decine di giovani tossicodipendenti ci potevano essere trasferiti i pazienti più gravi dell’Opg di Montelupo. Pozzale come valvola di sfollamento della villa dell’Ambrogiana. Mentre, invece, di recente si parlava di un carcere per detenuti che fanno l’università. Nell’empasse operativa, le voci si rincorrono. E vengono fuori le tesi più strane.

Declino e chiusura.
La verità è che da anni è sotto gli occhi di tutti, compreso quelli di Regione e Comune di Empoli, che il fiore all’occhiello dell’amministrazione penitenziaria italiana era destinato alla sepoltura. Che per mesi la struttura è costata 3/4 mila euro al giorno con 22 addetti alla sorveglianza e sei operatori per garantire un servizio quando all’interno c’erano solo paio di detenute. E ancora, dopo sei mesi che il carcere è vuoto, non è stato messo riparo all’emorragia di soldi e all’inutilità evidente di 26 celle. Tutto questo alla faccia della razionalizzazione delle spese declamata dall’amministrazione penitenziaria. Le tre ragazze rimaste, quando ancora dovevano terminare gli esami per ottenere la licenza di terza media, erano state trasferite in altri istituti all’improvviso. Era la fine di giugno. Gli unici ospiti ora sono rimasti alcuni agenti tenuti a sorvegliare la struttura. Il ripopolamento del carcere con i transessuali doveva avvenire a settembre, poi a fine anno. Poi… non si sa. I rinvii si sono sommati ai rinvii.

Nuove ipotesi. «Sono abbastanza stufo di parlare del carcere di Empoli – attacca Franco Corleone, garante dei detenuti di Sollicciano – sono stati spesi migliaia di euro per aumentare la sicurezza della struttura e ora vengono fuori nuove ipotesi sulla sua destinazione futura». «Ma perché invece di chiuderlo – continua Corleone – non è stato utilizzato fino a quando non veniva concretizzato il nuovo progetto con i transessuali? Tenere un carcere vuoto è un insulto alla ragione quando tutte le strutture sono al collasso e scoppiano». E anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano più volte si è espresso con l’invito a porre rimedio al sovraffollamento nelle carceri. Franco Corleone conclude: «Si prendono decisioni senza però poi fare i conti con la realtà carceraria. Senza contare che la soluzione trovata, tra l’altro, contribuisce a ghettizzare ulteriormente i detenuti transessuali che invece dovrebbero essere inseriti gradualmente nelle strutture femminili». Anche gli operatori, distaccati ora in altri istituti tipo Opg, (oltre alle 22 guardie carcerarie e sei operatori ci sono anche i medici) non sanno quando rientreranno a Pozzale. Tra l’altro, il corso di formazione che dovevano frequentare per lavorare con i transessuali non è ancora partito. E non ci sono date fissate.

La direttrice. Convinta, invece, che la struttura di Pozzale riaprirà presto con i transgender è Margherita Michelini, direttrice del carcere empolese e ora distaccata a Sollicciano. Quella con i trans doveva essere la prima esperienza in Italia, con detenuti provenienti anche di altre carceri italiani (nella sezione di Sollicciano sono una quindicina). Progetti e studi in questo senso sono già stati elaborati dalla direttrice e dai suoi collaboratori. «A Pozzale dovevano essere fatti interventi nei bagni – spiega la direttrice – e doveva essere ampliata la portineria per motivi di sicurezza. I lavori sono stati già conclusi. Penso che tra poco venga fatto il trasferimento». «Tra l’a ltro – continua Michelini – abbiamo giù preso contatto con una struttura dell’ospedale di Careggi, il Ciadig, l’unico centro in Toscana composto da endocrinologi, psichiatri e psicologi che si occupa di transgender». E conclude: «Sotto le feste non era opportuno spostare le detenute di Sollicciano. Se non ci sono nuovi indirizzi da parte del ministero, a breve la struttura di Pozzale sarà a regime di nuovo». Ma è proprio quella possibilità di “nuovi indirizzi” che lascia qualche dubbio sul fatto che le 26 celle di Pozzale siano destinate a essere riempite presto.