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Le carceri Rassegna Stampa

«Il carcere? Un’emergenza da trent’anni»

IL CONVEGNO. Il Garante dei detenuti di Firenze, il presidente della Camera penale di Brescia e una portavoce dei familiari su limiti e problemi di Canton Mombello
Corleone: «Fin dal 1982 detenuti ammassati e un’aria irrespirabile» Amato: «La messa in prova possibile antidoto al sovraffollamento»

Condizioni di vita disumane, malattie, suicidi: i limiti del carcere di Brescia – il carcere più sovraffollato d’Italia, con 471 detenuti registrati a gennaio, a fronte di una capienza di 206 posti – sono emersi in tutta la loro drammaticità nel corso dell’incontro organizzato dal «Comitato per la chiusura del carcere lager di Canton Mombello» nella sala Buozzi di via Folonari. Al tavolo dei ralatori Franco Corleone, Garante dei detenuti del Comune di Firenze, l’avvocato Stefania Amato, presidente della Camera penale di Brescia, e una portavoce dei familiari dei detenuti, Caterina Pagani, introdotti da Luigino Beltrami, che ha ricordato i problemi sollevati dal Comitato nei mesi scorsi. Le richieste di attenzione verso i detenuti vanno dal contrasto alle leggi che producono una carcerazione eccessiva (la ex Cirielli, la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi) al ricorso a soluzioni drastiche come indulto e amnistia ma anche alla verifica dell’operato del Tribunale di sorveglianza di Brescia, restio – secondo il Comitato – ad applicare i benefici di legge. Al top la richiesta di liberarsi della necessità del carcere in favore di pene alternative. FRANCO CORLEONE ha ricordato come già nel 1982 la questione Canton Mombello fosse grave: «Ormai trent’anni fa mi recai in visita e trovai detenuti ammassati e un’aria irrespirabile, proprio come oggi. Canton Mombello è una delle poche carceri ancora all’interno delle città e dovrebbe essere un luogo diverso rispetto a ciò che è». Il problema, secondo Corleone, non è la mancanza di posti letto, ma l’esistenza di «leggi criminose, che portano in carcere persone che non ci dovrebbero stare: il sovraffollamento non è casuale, ma voluto e costruito. Nel 2011 a causa della legge Fini-Giovanardi sono finite in carcere 28 mila persone, sempre le più deboli: il carcere italiano è un modello arcaico di infantilizzazione delle persone. Le nostre posizioni – ha precisato – non sono estremiste, ma sono le stesse del Consiglio superiore della magistratura». NON SOLO: la protesta contro le leggi ricordate da Corleone e contro la mancata applicazione delle pene alternative accomuna anche l’Unione delle Camere penali. «Ci sono stati interventi scellerati sulla custodia cautelare: in molti hanno provato a rendere inapplicabili gli arresti domiciliari per alcuni reati, ma la Corte costituzionale ha sempre smantellato questi tentativi – ha sottolineato Amato -. La maggior parte dei detenuti italiani è in carcere senza aver ancora una sentenza definitiva», prima do ricordare le proteste della Camera penale di Brescia, che nel 2011 ha partecipato a uno sciopero della fame con Marco Pannella e che il 22 novembre dell’anno scorso ha dato vita all’astensione dalle udienze. Negli ultimi tempi, però, qualcosa si è mosso. «Introdurre lo sport o la musica in carcere è uno sforzo di umanizzazione importante, così come la Carta dei diritti e dei doveri dei detenuti emanata dal ministro Severino», ha riconosciuto Amato, per poi lanciare alcune idee utili a ridurre il problema del sovraffollamento: «Abbiamo chiesto indulto e amnistia, ma la politica non li accetta. Una buona idea sarebbe la sospensione del processo con la messa alla prova, già prevista per i minorenni». SE QUALCHE miglioramento è visibile, ciò non basta a placare la rabbia dei familiari dei detenuti. «Ho avuto due fratelli a Canton Mombello, dove i detenuti sono imbottiti di farmaci per tenerli buoni – ha accusato Pagani -. Chiediamo che la direttrice sia più disponibile, diminuendo le restrizioni sulla spesa che i familiari possono portare in carcere. E spero che la Chiesa bresciana si impegni di più per le loro condizioni di vita».

Manuel Venturi su BresciaOggi del 10 febbraio

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Agenda

Assemblea a Brescia

canton-mombelloASSEMBLEA PUBBLICA
alla Sala Buozzi – Camera del Lavoro di Brescia via Folonari 20 Brescia
8 febbraio 2013 ore 20.30

CARCERE
Quale futuro per i detenuti di Canton Mombello?

ne parliamo con:
FRANCO CORLEONE  – Garante dei detenuti nel Comune di Firenze e presidente della Società della Ragione
avv. STEFANIA AMATO – Presidente della Camera Penale di Brescia
un portavoce dei familiari dei detenuti di Canton Mombello

Comitato per la chiusura del carcere lager di Canton Mombello

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Agenda

Carcere, carcerieri e carcerati

Associazione Città dell’uomo – Brescia

Carcere, carcerieri e carcerati
“Contro l’ergastolo”
Il significato della pena nel magistero di Aldo Moro

Sabato 26 giugno ore 9,30
Palazzo S. Paolo, via Tosio 1 Brescia

La questione penitenziaria è balzata prepotente all’attenzione della pubblica opinione a seguito di alcuni fatti drammatici come il moltiplicarsi dei suicidi delle persone ristrette, le vicende incresciose di morti violente di detenuti come quella del giovane Cucchi e l’aggravarsi quotidiano dell’incivile condizione di sovraffollamento nelle carceri.
Tutto ciò in nome di una “gestione politica” della questione criminale all’insegna di una visione esclusivamente punitiva della pena perché vittima dell’ossessione securitaria.
La risposta morotea, nelle lezioni di diritto penale, ispirata ad un principio di personalismo etico suggerisce invece che è “dovere da parte dello Stato di garantire una modalità di esecuzione della pena che non aggiunga sofferenza a quella, già così acerba, della perdita della libertà… Ancora, poiché il bene della libertà è così prezioso, la sua confisca deve essere accuratamente misurata sulla proporzione del male inferto da questa stessa libertà sanzionata. Dunque rifiuto della legittimità della pena di morte,
ma anche della pena dell’ergastolo che contraddice da un lato al criterio di proporzione e dall’altro a quel compito di rieducazione e di emenda che la pena deve considerare come il suo fine più alto, umanamente e socialmente”.
Mino Martinazzoli
in Stefano Anastasia e Franco Corleone “Contro l’ergastolo”, Ediesse, 2009.

Introduce:
Pierangelo Milesi Presidente Associazione Città dell’Uomo.
Relatori:
Mino Martinazzoli
già Ministro di Grazia e Giustizia
Franco Corleone
Garante diritti detenuti di Firenze
Carlo Alberto Romano
Prof. Criminologia Università di Brescia, Presidente Ass. Carcere e Territorio
Mario Fappani
Garante diritti detenuti di Brescia