Carcere Arezzo, Brogi (Pd): ‘Ora è necessario recuperare il tempo perduto’
Il consigliere regionale Brogi alla conferenza stampa sul carcere di Arezzo, da tre anni in gran parte inagibile e con i lavori fermi
Si è tenuta stamani ad Arezzo una conferenza stampa sulla situazione del carcere di Arezzo, che alcuni giorni fa è stata evidenziata dal Garante Regionale dei diritti dei detenuti Franco Corleone che, dopo il sopralluogo ad Arezzo, ha denunciato con fermezza il fatto che la struttura sia ancora in gran parte chiusa e inagibile, per lavori di ristrutturazione mai portati a compimento, e un grave stato di abbandono.
Il consigliere regionale Enzo Brogi (Pd), che da anni visita regolarmente gli istituti toscani ed è impegnato sul tema delle condizioni carcerarie e dei diritti dei detenuti, ha partecipato alla conferenza stampa insieme alle istituzioni del territorio, sottolineando l’urgenza dell’appello lanciato dal Garante: “Bene ha fatto Corleone ha iniziare in questo modo il suo mandato, con sopralluoghi in tutte le strutture penitenziarie e facendo emergere i problemi. Ad Arezzo il problema esiste, tant’è che le istituzioni locali, dopo almeno due anni di inattività, stamani hanno deciso di affrontare una situazione non più tollerabile. Di fronte a un disastroso sovraffollamento carcerario, con 67.000 detenuti in Italia nello spazio per 45.000, che vivono in troppi casi in condizioni indegne, non possiamo permetterci di sprecare una struttura come quella aretina”.
“Adesso quindi è urgente che le istituzioni del territorio lavorino per recuperare il tempo perduto. Ma anche stamani ho tenuto a ribadire come quella di Arezzo sia ancora una volta la dimostrazione di una disattenzione ai problemi strutturali che si somma ai problemi di un ordinamento penitenziario e giudiziario da riformare” – conclude Brogi – “Dobbiamo ribadire l’impegno a superare la Fini-Giovanardi sulle droghe, che riguardano un quarto dei detenuti, a eliminare gli abusi della detenzione in attesa di giudizio, per la quale l’Italia ha il record negativo in Europa con il 40% di detenuti. Serve un maggior ricorso alle pene alternative e che dentro le carceri si possa lavorare e cercare il reinserimento nella società. Solo con questi elementi l’Italia potrà finalmente avere carceri degne di un civile paese europeo”.