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In Primo Piano Le droghe

Presentazione Libro Bianco sulle droghe 2016

Schermata 2016-06-29 alle 08.38.06Martedì 28 giugno 2016 alle ore 11,30 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati (Via della Missione 4) si è tenuta la presentazione del 7° Libro Bianco sulla legge sulle droghe promosso da La Società della Ragione ONLUS insieme a Forum Droghe, Antigone e CNCA e con l’adesione di CGIL, Comunità di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itaca, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA, Associazione Luca Coscioni.

Sono intervenuti: Franco Corleone, Stefano Anastasia, Marco Perduca, Gennaro Santoro, Stefano Cecconi, Daniele Farina, Sergio Lo Giudice.

Fonte: http://webtv.camera.it/evento/9695

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I miei articoli

Droghe, il Libro Bianco spinge la riforma

copertina2016Abbiamo deciso di continuare la redazione dei Libri Bianchi sugli effetti collaterali della legislazione antidroga, anche dopo la bocciatura della Fini-Giovanardi da parte della Corte Costituzionale. Resta in piedi, infatti, la legge Iervolino-Vassalli che segnò la svolta proibizionista italiana. Il Libro Bianco promosso dalla Società della Ragione e condiviso da Forum Droghe, Antigone, Cnca e da numerose associazioni e movimenti raccolti nel Cartello di Genova, anticipa anche quest’anno la Relazione del Governo al Parlamento.

Patrizia De Rose, che ha raccolto la difficile eredità di Serpelloni alla guida del Dipartimento delle politiche antidroga, ha il merito di avere riaperto un confronto non ideologico tra il Governo e le Ong, culminato, per ora, in seminari di preparazione e di valutazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite dedicata alle politiche sulle droghe tenutasi in aprile a New York. Proprio in questi giorni è tornata a circolare la voce di un azzeramento del DPA e dell’assorbimento nel Ministero della Salute. Non vogliamo ergerci a difensori di una struttura inventata dalla destra, ma vogliamo discutere pubblicamente delle scelte che riguardano la politica delle droghe che riguardano la politica internazionale, la giustizia, l’informazione, le città, la scuola, lo stato sociale, e dunque ci pare inadeguata una collocazione settoriale di una politica che, viceversa, deve coinvolgere diversi branche della compagine governativa. Piuttosto, quel Dipartimento dovrebbe dismettere quel nome battagliero ereditato dalla furia ideologica dei suoi inventori e meriterebbe un referente politico nella compagine di governo, tra i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo è invece ancora inadempiente nella convocazione della Conferenza nazionale triennale: l’ultima (finta) occasione di confronto risale al 2009 mentre l’ultima vera addirittura al 2001 a Genova.

Recentemente la Consulta ha inferto un altro colpo alla Fini- Giovanardi, cassando l’art. 75bis che prevedeva l’aggravamento delle sanzioni amministrative che rimangono un buco nero dello stigma contro i giovani consumatori. Questa ulteriore decisione – cui si aggiungono alcune recenti sentenze sulla coltivazione della canapa dei tribunali di Ferrara e Firenze – aggrava il giudizio sulla latitanza della politica. Certo alcune novità sono state introdotte negli anni scorsi, soprattutto per rispondere alla situazione insostenibile del sovraffollamento delle carceri per cui l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani. E gli Stati generali sull’esecuzione penale voluti dal Ministro Orlando hanno dato utili indicazioni per incentivare le alternative al carcere per i tossicodipendenti e per migliorare il trattamento socio-sanitario dei detenuti con problemi di dipendenza. Sono indicazioni positive, ma non sufficienti. In parlamento, oltre alle proposte di legalizzazione della cannabis (ferme, purtroppo, allo stato delle audizioni, ma ora sostenute anche da una campagna di iniziativa popolare), sono state depositate in Parlamento (alla Camera da Fossati e altri, al Senato da Lo Giudice e altri) le nostre proposte per la riforma dell’intera parte sanzionatoria  del testo unico 309 del 1990 e la ripresa di adeguate politiche socio-sanitarie per il trattamento delle dipendenze problematiche. Non solo: il Consiglio regionale del Friuli, primo – speriamo – tra altri, ha approvato una “legge voto” per la riforma del testo unico sulla base della nostra proposta. Il solco, dunque, è tracciato e speriamo che il Parlamento e la Conferenza nazionale sulle droghe possano discuterne senza pregiudizi.

(leggi il Libro Bianco su www.fuoriluogo.it/librobianco)

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Agenda

I volti dell’alienazione a Matera

sambonet-materaI VOLTI DELL’ALIENAZIONE, disegni di Roberto Sambonet

Matera, Palazzo Lanfranchi, 26 giugno – 31 luglio 2016

Inaugurazione sabato 25 giugno ore 12.30
Il 31 marzo del 2015 era la data stabilita per la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici giudiziari. Il ritardo intollerabile di alcune regioni  che non hanno predisposto strutture e programmi terapeutici individualizzati per l’uscita dalla istituzione totale e il progressivo inserimento nella società degli internati ha provocato la nomina di un Commissario da parte del Governo. Sono stati chiusi tre manicomi criminali, quelli di Secondigliano, di Reggio Emilia e di Aversa. Rimangono rinchiuse solo 53 persone e nei prossimi mesi si potrà procedere alla chiusura degli ultimi due Opg, Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto. L’impegno dovrà continuare per impedire il risorgere di logiche manicomiali. Il ritardo burocratico e il sotterraneo boicottaggio della legge devono essere contrastati per affermare i valori di civiltà e umanità per cancellare l’orrore.

La mostra I volti dell’alienazione, disegni di Roberto Sambonet, ospitata a Matera a Palazzo Lanfranchi dal 26 giugno al 31 luglio 2016 vuole dare il proprio contributo a questa campagna di sensibilizzazione

La mostra, promossa da La Società della Ragione, onlus impegnata sui temi del carcere, della giustizia e dei diritti umani e sociali, con la collaborazione dell’Archivio pittorico Roberto Sambonet,  di StopOpg, del Polo Museale della Regione Basilicata – Ministero Beni Culturali e dall’Associazione Culturale “Mens libera et feconda [sei cappelli per pensare] è a cura di Franco Corleone e Ivan Novelli e raccoglie 40 disegni e 70 studi dell’artista e designer milanese Roberto Sambonet.

La mostra sarà inaugurata sabato 25 giugno alle ore 12.30 alla presenza di Vito De Filippo, Sottosegretario al Ministero della Salute, Anna Selvaggi, Assessore al Turismo del Comune di Matera, Marta Ragozzino, Direttore del Polo Museale della Regione Basilicata, Stefano Cecconi, responsabile del Comitato Nazionale StopOpg, Giovanna Del Giudice, della Conferenza Permanente per la Salute nel Mondo Franco Basaglia, di Alfonsina Guarino, Presidente dell’Associazione Culturale “Mens libera et feconda” [sei cappelli per pensare] e dei curatori.

Attraverso i ritratti che Roberto Sambonet ha realizzato tra il 1951 e il 1952 nel manicomio di Juqueri, a cinquanta chilometri da San Paolo in Brasile, l’esposizione racconta e indaga il complesso fenomeno del disagio mentale.

Sambonet ha trascorso sei mesi nei reparti dell’ospedale, conducendo una sua personale ricognizione e ha ritratto gli internati in una serie di opere di grande intensità, a china e a matita, ma tutte capaci di andare al di là del volto e mostrare pensieri, emozioni, sentimenti. Una sorta di viaggio di umana partecipazione, uno scavo nelle pieghe della malattia e della sofferenza, che nel 1977 è stato raccolto nel volume Della Pazzia (M’Arte Edizioni, Milano 1977).

Qui l’artista accosta ai ritratti dei malati di mente testi di autori che nei loro scritti hanno affrontato e raccontato il tema della pazzia, come Allen Ginsberg, Dino Campana, Friedrich Wilhelm Nietzsche, Edgar Lee Masters, William Shakespeare, Voltaire e altri.

Roberto Sambonet, nato a Vercelli nel 1924, è stato un importante pittore, designer e grafico. Si è formato all’Accademia di Brera e ha partecipato attivamente alla vita cittadina frequentando l’ambiente delle avanguardie artistiche che avevano come punto di ritrovo il bar Giamaica. Ha partecipato all’avventura del gruppo dei Picassiani con Cassinari, Morlotti e Treccani. Tra il 1948 e il 1953 si è trasferito in Brasile, dove il suo linguaggio artistico ha vissuto una maturazione molto importante che lo ha condotto verso quell’essenzialità della linea che divenne tratto fondamentale della sua opera, nella pittura, nella grafica e nella produzione di celebri oggetti di industrial design.

La mostra è già stata ospitata dalla Fabbrica del Vapore di Milano, dal Teatro Chille de la balanza di Firenze, dal Palazzo Municipale di Ferrara, dal Museo in Trastevere di Roma e dal Museo Ken Damy di Brescia.

In occasione della mostra è stato pubblicato da Palombi Editori un catalogo illustrato.

 

SCHEDA INFO

 

Mostra

 

I volti dell’alienazione, disegni di Roberto Sambonet
Dove

 

Inaugurazione mostra

Matera, Palazzo Lanfranchi – Piazza Giovanni Pascoli,

sabato 25 giugno ore 12.30

 

Date mostra

 

26 giugno – 31 luglio 2016
Orari Tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 20.00; il mercoledì dalle ore 11.00 alle ore 20.00
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In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

Opg addio, ma nelle nuove strutture è già emergenza posti

Il documento

Opg addio, ma nelle nuove strutture è già emergenza posti

Entro tre mesi devono sparire definitivamente. Le Rems, residenze per le misure di sicurezza, sono già attive. Una svolta. Ma i posti sono pochi e la richiesta sproporzionata. Ecco la relazione del commissario incaricato dal governo di vigilare sull’applicazione della legge

Da l’Espresso di Giovanni Tizian 30 maggio 2016

Sono gli ultimi 63. Divisi tra Montelupo Fiorentino, Barcellona Pozzo di Gotto e Aversa. Sono gli ultimi a vivere  internati negli Ospedali psichiatrici giudiziari. Dopo di loro la “fase dell’orrore”, così definita dall’allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, tramonterà definitivamente. Entro tre mesi, infatti, gli Opg saranno il passato. Il trasferimento dei reclusi è iniziato già da qualche tempo.

Si è passati infatti dalle 97 persone ristrette di febbraio scorso alle 63 di maggio. I dati sono contenuti nella relazione finale che verrà presentata al governo da Franco Corleone, già sottosegretario alla Giustizia, nella veste di commissario con il compito di vigilare sull’attuazione della legge che poneva come termine della chiusura definitiva degli Opg il 31 marzo 2015. Al posto delle vecchie strutture di reclusione sono già state attivare le Rems, le residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza. Sono presidi sanitari che fanno parte di una rete di servizi sociali e sanitari.

Non si tratta, quindi, di semplice sostituzione e mutamento del nome, bensì di un vero e proprio cambiamento radicale dell’approccio alla detenzione delle persone che un tempo erano destinate agli Opg. «Un grande salto in avanti che ci pone all’avanguardia nel mondo, come fu, del resto, per la legge Basaglia», è soddisfatto Corleone.

Il lavoro del commissario è stato proprio quello di garantire la chiusura degli ex ospedali e il ricovero presso le Rems. Un percorso non semplice. «Una volta chiusi gli Opg», spiega a “l’Espresso” Franco Corleone, «ci si potrà concentrare sul monitoraggio delle Rems. Sarà un lavoro lungo. Perché ogni struttura ha un regolamento suo e non va dimenticato che sono nate per abolire “l’ergastolo bianco”. Per chi entra nelle Rems c’è un percorso ben definito, sottoposto a verifiche. Che mira al reinserimento».

Il commissario, però, ha già individuato i primi nodi critici nella gestione delle nuove “residenze”. Sono poche e i posti attualmente disponibili non sono sufficienti a coprire il fabbisogno del circuito penale. «La questione è stabilire regole certe per l’inserimento nelle Rems, andrebbero utilizzate solo come extrema ratio», prosegue Corleone, «Ma dai dati emerge una differenza notevole da regione a regione tra le decisioni dei giudici. Solo stabilendo procedure certe si farà in modo che i posti non vengano occupati in maniera discrezionale. È urgente muoversi in questa direzione perché già così si rischia il collasso del sistema. Ci sono, infatti, un centinaio di persone che aspettano di essere inserite nelle Rems. A Palermo, per esempio, la procura ci ha segnalato tre casi molto gravi per i quali non si riesce a trovare spazio».

Alla data del 21 aprile, le Rems presenti sul territorio nazionale erano 23. Dovranno diventare in tutto 30. Le strutture sono così suddivise: quattro nel Lazio e in Campania; tre in Friuli Venezia Giulia; due in Emilia Romagna e Sicilia; una sola in Sardegna, Basilicata, Puglia, Veneto, Marche, Toscana, Trentino, Piemonte. Sono in corso delle nuove aperture (Abruzzo – Barete) e degli ampliamenti in quelle già aperte (Palombara Sabina nel Lazio, Nogara in Veneto, Volterra in Toscana). Ci sono poi altre per le quali sono previsti tempi di realizzazione più lunghi come: Liguria, Calabria e Puglia. Regioni, queste, inadempienti. Tranne che per le Rems di Nogara e Udine, aperte i primi mesi del 2016, le altre sono operative nel 2015.

Il numero di ospiti presenti nelle Rems variano da un minimo di 2 (Friuli Venezia Giulia) ad un massimo di 28 (Toscana – Volterra). I pazienti presenti nelle Rems ad oggi sono 331. In totale sono 464 le persone che sono state inserite e 133 le persone che sono poi state dimesse. L’uscita di quest’ultime è un segnale positivo. Perché il flusso in uscita conferma il superamento della pena infinita valida negli Opg.

La relazione firmata dal commissario Franco Corleone analizza, poi, la situazione interna delle Residenze: «Su 23 strutture 17 non hanno una stanza appositamente adibita alla contenzione. In tre ci sono stanze chiamate di “descalation” nelle quali si ospitano pazienti particolarmente agitati per evitare comportamenti etero o auto aggressivi; in una sono presenti due camere video sorvegliate, due strutture dichiarano che non è ancora presente un’area appositamente adibita ma che hanno intenzione di predisporne una per la messa in sicurezza di pazienti con agìti violenti per la loro sicurezza ma anche per la sicurezza degli altri pazienti e del personale».

Per quanto riguarda, invece, gli episodi di contenzione, dai dati acquisiti dal commissario risulta che su 23 Rems 17 hanno dichiarato che non se ne sono verificati. In 6 strutture, invece, sono stati registrati diversi casi. Spiccano i cinque episodi nella Casa di cura San Michele di Bra (Piemonte).

Nel documento c’è poi un focus sulla struttura, ex Opg, riconvertiva in Rems di Castiglione dello Stiviere: «Vengono effettuate regolarmente delle contenzioni. Nel periodo che va dal 1 aprile 2015 al 31 marzo 2016, sono stati registrati 918 episodi che hanno interessato 59 pazienti. Si tratta di un numero di contenzioni molto alto ma in ogni caso va segnalato che tra queste contenzioni, 742 sono rivolte a una donna che presenta un quadro di ritardo mentale grave e manifesta comportamenti etero e autoaggressivi con tentativi di autoenucleazione degli occhi».

A Castiglione dello Stiviere e Pontecorvo vengono ospitate la maggior parte delle donne inserite nelle Rems. A Castiglione sono presenti 33 donne (Lazio 3, Lombardia 19, Piemonte 2, Sicilia 3, Toscana 1, Umbria 1, Veneto 4). A Pontecorvo sono presenti 11 donne.

Un altro nodo da sciogliere, segnalato più volte nella relazione, riguarda le misure provvisorie. Quelle situazioni, cioè, in cui non c’è un giudizio nemmeno di primo grado. Sono provvedimenti perciò non definitivi. Un tema questo sottolineato più volte dal commissario, che conclude il lavoro con un auspicio: « Mi auguro che in questi mesi sia anche affrontato, attraverso uno strumento legislativo adatto, il chiarimento sulla natura delle Rems e sulle persone destinatarie delle misure di sicurezza provvisorie».