Categorie
Agenda

Il delitto della pena a RomaTre

Università Roma Tre
FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA

Lunedì 10 dicembre 2012, ore 13,45-15,30
Edificio Tommaseo – Via Ostiense 139
Aula 1

Attività formativa
Diritti dei detenuti e Costituzione
Prof. Marco Ruotolo

Presentazione del libro di
Franco Corleone e Andrea Pugiotto
Il delitto della pena
Pena di morte ed ergastolo, vittime del reato e del carcere
(Ediesse, 2012)

ne discutono
Giovanni Maria Flick
Presidente emerito della Corte costituzionale
Carmelo Cantone
Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria – Toscana
Saranno presenti gli Autori

Categorie
Agenda

Il Garante dei detenuti in Italia

Venerdì 30 novembre 2012 – ore 17.00
BIBLIOTECA BERIO, Sala dei Chierici – Via del Seminario, 16 – Genova

Il Garante dei detenuti in Italia
Esperienze nazionali in atto e legislazione futura per la Liguria

Interverranno
Franco CORLEONE, Garante del detenuti del Comune di Firenze; Lorenzo BASSO, Consigliere Regionale del PD della Liguria; Nicolò SCIALFA, vice Presidente della Regione Liguria (proponente legge istitutiva Garante); Matteo ROSSI, Consigliere Regionale SEL Liguria (proponente della legge istitutiva del Garante)
Modera: Giovanna ROSI, TELENORD

Categorie
Agenda

E’ tempo di Diritti

Martedì 27 novembre 2012
ore 17,00
Sala 3 Polo giovanile, Contrà Barche 55, Vicenza

Presentazione del libro di
Franco Corleone e Andrea Pugiotto

Il delitto della pena
Pena di morte ed ergastolo, vittime del reato e del carcere
(Ediesse editore, 2012)

Saluti istituzionali:
Giovanni Giuliari – Assessore alla famiglia e alla pace del Comune di Vicenza

Moderatore:
Livio Ferrari
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Rovigo

Interverranno:
Federica Berti
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Vicenza
Margherita Forestan
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Verona

Sarà presente:
Franco Corleone
Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Firenze, curatore del volume

Categorie
I miei articoli Le carceri

Carcere, la latitanza di Monti

Un mese fa, il 22 ottobre, è iniziato un digiuno collettivo che ha già coinvolto decine di esponenti delle associazioni che si occupano di giustizia e del carcere, del volontariato, avvocati e operatori penitenziari, tanti garanti dei diritti dei detenuti ed esponenti della società civile. La richiesta al Governo è semplice: subito un decreto legge per far cessare nelle carceri italiane la vergogna del sovraffollamento, che offende il senso di umanità e viola la Costituzione.
carcere-count.jpgLe ragioni di questa iniziativa sono state illustrate in una Lettera aperta inviata al Presidente Monti e ai ministri Severino e Riccardi, sottoscritta da Andrea Gallo e da Armando Zappolini, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza, da Antigone e Forum Droghe, dalla Società della Ragione e dall’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali, solo per citare i primi firmatari.
Finora la risposta è stata nulla. E’ un silenzio increscioso per chi lo mette in atto, non certo per chi lo subisce. Non è un problema di mera cortesia, ma di sostanza politica. Proprio un governo tecnico ha il dovere di accettare il confronto con le istanze di settori significativi della società. Non bisogna demordere, ma riproporre con pacatezza e fiducia gli argomenti espressi.
Il sovraffollamento non è una calamità naturale né un mostro invincibile: basta modificare le leggi criminogene che più contribuiscono alla crescita incontrollata dei detenuti. Per questo è urgente un decreto legge per cancellare le norme più vergognose e “affolla-carcere” della legge sulle droghe. Solo l’anno scorso sono entrate in prigione per violazione della normativa antidroga 28.000 persone (fra consumatori e piccoli spacciatori), mentre sono oltre 15.000 i tossicodipendenti ristretti su un totale di 67.000: la metà dei detenuti ammassati e stipati nelle patrie galere hanno a che fare con la legge sulle droghe.
Il Presidente Napolitano ha parlato di una questione di “prepotente urgenza”: questa affermazione, se non la si vuole far diventare un mero esercizio di retorica, obbliga il Governo a emanare un decreto legge per evitare l’arresto agli accusati di fatti di droga di lieve entità e per far uscire i tossicodipendenti dal carcere destinandoli a programmi alternativi (oggi preclusi da vincoli assurdi e dall’applicazione della legge Cirielli sulla recidiva). Anche il Consiglio Superiore della Magistratura ha sostenuto la necessità di un intervento legislativo urgente.
Nella lettera al Presidente Monti abbiamo sollecitato un provvedimento giusto, costituzionalmente motivato e indispensabile per interrompere uno stato di sovraffollamento ai limiti della legalità. Del resto, nel 2006 la modifica della legge sulle droghe fu approvata con lo strumento del decreto legge e il voto di fiducia, alla fine della legislatura. Se il Governo vuole sottrarsi alle sue responsabilità, deve farlo esplicitamente. I firmatari della Lettera aperta non intendono essere complici della latitanza delle istituzioni e sono impegnati a dare un motivo di speranza a chi in carcere ha solo un orizzonte di disperazione.
La mobilitazione durerà a oltranza, per incalzare il prof. Monti sino all’ultimo minuto politicamente utile prima dello scioglimento delle Camere.

Franco Corleone per la rubrica di fuoriluogo sul Manifesto del 21 novembre 2012.

Categorie
Le carceri Rassegna Stampa

Le sbarre che escludono il diritto

CARCERI – «Il delitto della pena», un volume collettivo per i tipi Ediesse
Le sbarre che escludono il diritto

Quella cultura di morte che assegna al carcere il compito di punire e segregare il colpevole
Mauro Palma
(il Manifesto, 6 novembre 2012)
In uno strano periodo della sua esistenza Egon Schiele trascorse, con una brutta accusa mossa da pudibondi delatori, ventiquattro giorni in carcere: era il mese di aprile del 1912. Il pittore definì le condizioni complessive della detenzione come una situazione in cui sarebbe impazzito se avesse «dovuto continuare ancora a lungo in quello stato di continua ebetudine»: il riferimento era non tanto e non solo alle condizioni materiali, all’affollamento, alla non intimità, quanto all’ambiente, all’atmosfera complessiva, all’incidenza che essa inevitabilmente aveva – ed ha – sulla corporeità di chi in carcere è ristretto. Per lui la via di fuga furono i pennelli: «con dita tremanti inumidite dalla mia saliva amara, mi sono messo a dipingere per non impazzire del tutto; servendomi delle macchie nell’intonaco ho creato paesaggi e teste sulle pareti della cella, poi osservavo il loro lento asciugarsi fino a impallidire e sparire nella profondità del muro, come fatti sparire dall’invisibile potenza di una mano incantata».
Oggi quei graffiti e quegli schizzi sono all’Albertina di Vienna. Ritraggono ambienti immediatamente riconoscibili a chi frequenta il carcere, tanto immutati sono nei cento anni che ci separano da essi lo schema relazionale e l’impersonalità trasandata che essi trasmettono: li ritroviamo nelle pagine di descrizione di attuali analisti dei sistemi penitenziari, così come negli scritti di detenuti del nuovo secolo. Ciò che è mutato è che quanto un tempo era disvelato dalle descrizioni di rari osservatori, è oggi invece esibito, reso conoscibile; senza imbarazzo.
Così, la lettura di saggi e scritti che da angolazioni diverse esaminano il punto di arrivo dei sistemi penali non serve più a sapere ciò che in fondo già si sa. Serve piuttosto a recuperare la riflessione sulla legittimità, il significato e il limite del potere punitivo che la società e, per essa, lo Stato hanno nei confronti di coloro che hanno aggredito beni a cui essa attribuisce valore e che ritiene doveroso tutelare. Questa è la riflessione dei cicli di dibattiti sui libri sul carcere e sulla pena che l’università di Ferrara propone annualmente, per iniziativa di Andrea Pugiotto che, da costituzionalista, riporta al nucleo della finalità della pena detentiva le analisi che nascono da suoi aspetti e sue modalità. Il centro resta comunque la materialità della pena, la sua ineludibile incidenza sulle vite, sui corpi, sulle quotidianità.
Un recente volume, che Pugiotto ha curato insieme a Franco Corleone, riprende il ciclo d’incontri del 2011 (Il delitto della pena, a cura di F. Corleone e A. Pugiotto, Ediesse) e si muove attraverso quattro aspetti che evidenziano criticità diverse e tutte estreme, perché ruotano, tutte, attorno al tema della morte: la morte come pena; la morte non materiale ma civile della definitiva esclusione dal contesto sociale; la morte che interviene come fattore oscuro all’interno di un universo che dovrebbe essere di attenta custodia e, quindi, di responsabilità; la morte della pietas di chi, in una impropria concezione di rilevanza della vittima nella scena penale, tende a chiamare la vittima stessa a concorrere a decisioni pubbliche, quale è la punizione del colpevole.
Sono nodi non semplici da dirimere soprattutto nel contesto attuale che sembra spesso centrare il discorso non sulla funzione della pena come elemento per riannodare i fili spezzati, quanto sulla meritevolezza dei castighi, in un improprio e impossibile bilanciamento tra male sofferto e male da infliggere. A questa deriva, che non attiene soltanto all’ambito giuridico, ma a quello più generale della cultura e dei rapporti tra individui e a quello dell’abbandonato ruolo propositivo che la politica dovrebbe esprimere, sono dedicate le pagine più originali del libro; quelle che lo pongono al di là delle analisi più tradizionali sul carcere. Lo pongono, infatti, come un testo che ci ricorda che il diritto penale nella modernità non nasce in continuità con la pratica della vendetta, solo rendendola meno direttamente cruenta e soprattutto affidandola alla neutralità dello Stato; al contrario, nasce in contrapposizione a essa e alla logica che la sosteneva. Questa affermazione – banale nelle dissertazioni dotte, però negata nella pratica della quotidianità mediatica e spesso anche in qualche deriva pseudo-giuridica – ha valore determinante per la riflessione sul sistema delle punizioni e sul carcere odierno.
Proprio per questo le pagine del libro sono precedute da un’approfondita introduzione, dall’emblematico titolo Quando il delitto è la pena, centrata sul dove siamo giunti e che ci richiama all’estrema vicinanza dei temi affrontati; e si concludono con le parole del Presidente Napolitano in un convegno in Senato dello scorso anno. Parole che certificano ciò che la premessa denuncia: la prepotente urgenza di riportare il carcere alle sue connotazioni costituzionali. Un dovere verso chi vi è detenuto, verso chi vi opera, ma anche verso noi stessi, a esso esterni, ma che rischiamo di essere inconsapevolmente parte di una cultura di morte.
Categorie
comunicati stampa Documenti In Primo Piano Le carceri

Lettera aperta al Presidente Monti e ai Ministri Severino e Riccardi

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE MONTI
E AI MINISTRI SEVERINO E RICCARDI

Gentile Presidente Monti,
lunedì 22 ottobre è iniziato un digiuno collettivo che coinvolgerà decine, forse centinaia, di esponenti delle associazioni che si occupano di giustizia e del carcere, del volontariato, di avvocati e di operatori penitenziari, di garanti dei diritti dei detenuti e di esponenti della società civile con una richiesta semplice al Governo: subito un decreto legge per far cessare la vergogna del sovraffollamento nelle carceri italiane che offende il senso di umanità e che viola la Costituzione.
Il Presidente Napolitano ha di recente rivolto l’ennesimo invito perché siano approvate misure strutturali per superare una condizione carceraria che vanifica l’art. 27 della Costituzione (oltre a umiliare l’Italia in Europa).
Il sovraffollamento non è una calamità naturale né un mostro invincibile: basta eliminare le leggi criminogene che hanno provocato il disastro. Per questo è urgente un decreto legge per cancellare le norme più vergognose e “affolla-carcere” della legge sulle droghe, alla radice della crescita incontrollata dei detenuti. Solo l’anno scorso sono entrate in prigione per violazione della normativa antidroga 28.000 persone (fra consumatori e piccoli spacciatori), mentre sono oltre 15.000 i tossicodipendenti ristretti su un totale di 67.000: la metà dei detenuti ammassati e stipati nelle patrie galere hanno a che fare con la legge sulle droghe. Il Presidente Napolitano ha parlato di una questione di “prepotente urgenza”: questa affermazione, se non la si vuole far diventare un mero esercizio di retorica, obbliga il Governo a emanare un decreto legge allo scopo di evitare l’arresto agli accusati di fatti di lieve entità riguardo alla detenzione di sostanze stupefacenti e per far uscire i tossicodipendenti e destinarli a programmi alternativi (oggi preclusi da vincoli assurdi e dall’applicazione della legge Cirielli sulla recidiva).
Chiediamo un provvedimento giusto, costituzionalmente motivato e indispensabile per interrompere uno stato di illegalità, tenendo conto che nel 2006 la modifica della legge sulle droghe fu approvata con lo strumento del decreto legge e il voto di fiducia.
Gentile Presidente, la richiesta che avanziamo è sostenuta anche dalle valutazioni della commissione di lavoro sul carcere del Consiglio Superiore della Magistratura. Altri provvedimenti sono urgenti e per questo una sessione straordinaria specifica dei due rami del Parlamento sarebbe opportuna per dare un motivo di speranza a chi in carcere ha soltanto un tragico orizzonte di morte.
Il numero dei suicidi, dei tentati suicidi, degli atti di autolesionismo, degli scioperi della fame è davvero impressionante e non può non interrogare la coscienza di ogni cittadino e in primo luogo di chi governa.
Noi non intendiamo essere complici, neppure per omissione, di questa strage e abbiamo deciso di far durare questa mobilitazione a oltranza fino allo scioglimento delle Camere, per aiutarLa nella decisione sino all’ultimo minuto politicamente utile. Riteniamo che la ministra della Giustizia e il ministro con la delega alla politica delle droghe condivideranno questa indicazione.
Riteniamo opportuno segnalare il documento sottoscritto dai Garanti dei diritti dei detenuti e inviato alla Ministra Paola Severino, al Capo del Dap, Giovanni Tamburino e per conoscenza al Presidente della Repubblica, sulle gravi conseguenze che il riesame della spesa dell’Amministrazione Penitenziaria, produrrà nella vita quotidiana in carcere e ancor più nella violazione dell’art. 27 della Costituzione, sul carattere della pena.
Presidente, come Lei comprende non si tratta di un ricatto ma di un accorato invito al compimento di un dovere d’ufficio.

Primi Firmatari
Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze e presidente della Società della Ragione
Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto
Armando Zappolini, presidente Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca)
Patrizio Gonnella, presidente associazione Antigone
Giorgio Bignami, presidente Forum Droghe
Stefano Anastasia, università di Perugia
Luigi Manconi, presidente associazione A Buon diritto
Mauro Palma, vice presidente del Consiglio Europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale
Michele Passione, avvocato, Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali

Rosa A Marca, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Hassan Bassi, cooperatore sociale
Emanuele Baciocchi, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Beppe Battaglia, associazione Liberarsi
Cecco Bellosi, comunità Il Gabbiano
Lucio Bertè, associazione Nessuno tocchi Caino e detenuto ignoto
Massimo Brianese, associazione La Società della Ragione
Maurizio Buzzegoli, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Piera Cecconi, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Riccardo De Facci, vice presidente Cnca, responsabile tossicodipendenze
Stefano Di Puccio, consigliere comunale di Firenze
Nunzio Di Stefano, volontario
Leonardo Fiorentini, webmaster del sito fuoriluogo
Renzo Magosso, giornalista
Patrizia Meringolo, università di Firenze
Giuseppe Mosconi, università di Padova
Marco Perduca, senatore
Maria Pierattini, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Alessandro Santoro, Comunità Le Piagge – Firenze
Fabio Scaltritti, responsabile Comunità San Benedetto
Leonardo Scarcella, architetto
Sergio Segio, associazione Società e Informazione
Salvatore Senese, già magistrato e senatore
Maria Stagnitta, vice presidente Forum Droghe, associazione Insieme onlus
Luca Zevi, architetto
Grazia Zuffa, direttore esecutivo di Forum Droghe

Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale:
Maurizio Battistutta, garante del Comune di Udine
Giorgio Bertazzini, ex garante della Provincia di Milano
Andrea Callaioli, garante del Comune di Pisa
Mario Fappani, ex garante del Comune di Brescia
Livio Ferrari, garante del Comune di Rovigo
Margherita Forestan, garante del Comune di Verona
Elisabetta Laganà, garante del Comune di Bologna
Alessandro Margara, garante della Regione Toscana
Marcello Marighelli, garante del Comune di Brescia
Angiolo Marroni, garante della Regione Lazio
Gianfranco Oppo, garante del Comune di Nuoro
Francesco Racchetti, garante del Comune di Sondrio
Piero Rossi, garante della Regione Puglia
Antonio Sammartino, garante del Comune di Pistoia
Cecilia Sechi, garante del Comune di Sassari
Marco Solimano, garante del Comune di Livorno
Italo Tanoni, garante della Regione Marche

Aggiungi la tua adesione:
http://www.fuoriluogo.it/blog/appelli/lettera-aperta-al-presidente-monti-e-ai-ministri-severino-e-riccardi/

Per aderire al digiuno scrivi a digiuno@francocorleone.it.

Categorie
comunicati stampa In Primo Piano Le carceri

Quinidicesimo giorno di digiuno

Come non capite ancora?
Digiuno ad oltranza

Continua la mobilitazione collettiva perché il Governo emani subito un decreto legge contro il sovraffollamento delle carceri, cancellando le norme della legge sulle droghe che incarcerano per fatti di lieve entità e impediscono l’uscita dei tossicodipendenti. Le altre richieste al Parlamento e all’Amministrazione Penitenziaria sono le seguenti:

  • approvazione della legge sull’introduzione del reato di tortura
  • approvazione della legge sull’affettività in carcere
  • approvazione dell’istituzione della figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti
  • applicazione integrale del Regolamento del 2000 per assicurare condizioni di vita dignitose.

Oggi digiuna Sergio Segio (Direttore Associazione “Società e Informazione”).

Categorie
In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

Corleone: su braccialetti detenuto lo scandalo è noto, non serve il corvo..

(ANSA) – FIRENZE, 3 NOV – ”Sui braccialetti elettronici per i detenuti in misura alternativa non c’e’ bisogno di alcun accertamento o indagine, basta leggere la relazione della corte dei conti del 14 settembre scorso, che denuncia lo scandalo”.
Lo ha detto il garante dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone, parlando ”degli acquisti e delle forniture di apparecchiature elettroniche denunciate da un corvo”.
”La Corte dei conti – aggiunge Corleone – segnalo’ gli 89 milioni di euro spesi in 10 anni per 14 braccialetti e il rinnovo della convenzione con Telecom, fino al 2018”.
”Il carcere – conclude Corleone – soffre di mancanza di risorse anche per i bisogni elementari, a cominciare dalla carta igienica. Lo spreco di denaro pubblico per strumenti inutili e inesistenti e’ un insulto intollerabile”.(ANSA).
Categorie
comunicati stampa In Primo Piano Le carceri

Dodicesimo giorno di digiuno

Come non capite ancora?
Digiuno ad oltranza

Dodicesimo giorno di digiuno

Continua la mobilitazione collettiva perché il Governo emani subito un decreto legge contro il sovraffollamento delle carceri, cancellando le norme della legge sulle droghe che incarcerano per fatti di lieve entità e impediscono l’uscita dei tossicodipendenti. Le altre richieste al Parlamento e all’Amministrazione Penitenziaria sono le seguenti:

  • approvazione della legge sull’introduzione del reato di tortura
  • approvazione della legge sull’affettività in carcere
  • approvazione dell’istituzione della figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti
  • applicazione integrale del Regolamento del 2000 per assicurare condizioni di vita dignitose.

Oggi digiuna Emanuele Baciocchi (associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi”)
Sabato 3 novembre e domenica 4 novembre digiunerà Rosa A Marca (associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi”)

Si segnala la lettera del Garante dei detenuti della Regione Toscana, Alessandro Margara, inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino: riesamespesa.pdf.