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Documenti In Primo Piano

Milano merita di più. Possiamo farcela

Franco Corleone e Ettore Gobbato, con una lunga esperienza politica e civile a Milano lanciano un Appello per un impegno diretto a favore di Giuliano Pisapia da parte di tanti milanesi “dispersi ed emigrati” che vogliano buttarsi in una bella avventura.

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Agenda

La pena e il carcere: diritti e rieducazione

Magistratura Democratica
con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna

La pena e il carcere: diritti e rieducazione
Bologna, 8-9 ottobre 2010
Complesso S. Giovanni in Monte – aula PRODI
P.zza San Giovanni in Monte n. 2

venerdi 8 ottobre
ore 15.00
Presentazione convegno: Anna Mori, Segreteria di Magistratura democratica ER
Saluti di: Vasco Errani, Presidente Regione Emilia-Romagna
Giuliano Lucentini, Presidente Corte d’Appello di Bologna

ore 15.30-17.00 – prima sessione
Il boom penitenziario: le politiche criminali, la custodia cautelare, la pena, le misure di sicurezza.
Introduce e coordina Letizio Magliaro
Interventi di: Emilio SANTORO, Università di Firenze • Vittorio BORRACCETTI, già Procuratore della Repubblica di Venezia • Roberto D’ERRICO, avvocato in Bologna • Cesare BONDIOLI, Psichiatria Democratica • Luciano EUSEBI, Università Cattolica di Milano

ore 17.30-19.00 – seconda sessione
La magistratura di sorveglianza tra garanzia e rieducazione: analisi e prospettive.
Introduce e coordina: Carlo Renoldi
Interventi di: Giovanni TAMBURINO, Coordinatore CONAMS e Presidente TS Roma • Franco OCCHIOGROSSO, Presidente TS Bari • Francesco SETTE, Presidente TS Cagliari • Marcello BORTOLATO, MS Padova • Maura NARDIN, MS Sassari • Massimo NIRO, MS Firenze

Sabato 9 ottobre
ore 9.30-13.30 – Terza sessione
La realtà del carcere: la rieducazione negata e l’attuale mancanza di prospettive. Una proposta.
Introduce e coordina Francesco Maisto (Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna)
Interventi di: Maria Teresa Marzocchi, Assessore della Regione ER alle Politiche Sociali • Lucia Castellano, Direttore CC Milano Bollate • Ione Toccafondi, Direttore CC Bologna • Francesco Quinti, Coordinatore nazionale CGIL Polizia Penitenziaria • Luigi Pagano, Provveditore PRAP Lombardia • Bruno Benigni, Presidente Forum Nazionale Salute in carcere • Valeria Calevro, Direttore OPG Reggio Emilia • Franco Corleone, Garante Detenuti Firenze • Sergio Cusani, Presidente Associazione Liberi Liberi • Ornella Favero, Direttore Ristretti Orizzonti • Patrizio Gonnella, Presidente Antigone • Mauro Palma, Presidente del Comitato Permanente contro la Tortura

Pranzo-buffet
ore 15,30-17,00 Tavola rotonda
La realtà del carcere: tra politica e amministrazione
Coordina: Claudio Castelli Presidente di Magistratura Democratica
Intervengono: On. Rita Bernardini • Sen. Filippo Berselli • On. Andrea Orlando • Franco Ionta, capo DAP • Alessandro Margara, già Presidente del TS di Firenze, Presidente della Fondazione Michelucci

Conclusioni
Rita Sanlorenzo, Segretario Nazionale di Magistratura Democratica

Evento formativo accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bologna con n. 4 crediti formativi per il giorno 8 ottobre e n. 6 crediti formativi per il giorno 9 ottobre iscrizione via e-mail: domenico.truppa@giustizia.it
LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA – Iscrizioni fino al 6 ottobre 2010

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In Primo Piano Le droghe Rassegna Stampa

Ordinanza antidroga: “Provvedimento sgangherato, getta il ridicolo sulla città”

Ordinanza antidroga: “Provvedimento sgangherato, getta il ridicolo sulla città”
Duro attacco di Franco Corleone, segretario del Forum droghe, contro la misura voluta dal sindaco, bollata come “propaganda”. Hassan Bassi: “Dopo Bonsu è il caso di affidare ai vigili un tema delicato come questo?”
di RAFFAELE CASTAGNO

Franco Corleone, già sottosegretario alla Giustizia dal 1996 al 2001, promotore di diverse leggi per il miglioramento della condizioni dei detenuti negli istituti di pena non fa sconti alla discussa ordinanza emanata dal sindaco Pietro Vignali per contrastare lo spaccio (LEGGI). Il segretario del Forum droghe, alla conferenza stampa indetta dai Verdi, parte subito all’attacco: “E’ tempo di fare qualcosa, perché l’ignoranza si è diffusa in questa città. I cittadini dovrebbero sentirsi offesi da un’ordinanza fatta per fare propaganda. Fare immaginare che si risolvano problemi complessi con frasi fatte è pericoloso”.
Corleone è entrato nel merito del provvedimento, che definisce “sgangherato, anche in rapporto al decreto Maroni”. A suo giudizio la misure volute dal ministro dell’Interno prevedono che il sindaco possa intervenire e contrastare situazioni di degrado urbano che possono favorire fenomeni criminali. Secondo Corleone non è in alcun modo sanzionabile il consumo. Anche il prefetto, nella conferenza stampa di venerdì 17, dove è stato illustrato il provvedimento, aveva parlato di rimodulare l’ordinanza in questo senso (LEGGI ).

Sanzioni che per altro sono già previste dalla legge n.309 (la Giovanardi) “la più severa d’Europa” dice Corleone, che già contempla reati penali e ammende per chi spaccia, con pene da 6 a 20 anni di reclusione per i casi più gravi, e da 1 a 6 nelle circostanze più lievi. La legge però non prevede multe per chi consuma, bensì sanzioni amministrative, quali il ritiro della patente, del passaporto, e nel caso di soggetti recidivi, obbligo di firma in caserma.
I dubbi investono anche l’effettiva applicabilità della norma, nonché il ruolo della municipale. Hassan Bassi, del Forum droghe, si chiede “se dopo il caso Bonsu sia il caso di affidare ai vigili un tema così delicato”, mentre Corleone fa notare che gli agenti potranno fare ben poco. “Se si ha a che fare con uno spacciatore con un chilo di eroina, bisogna avvertire la polizia. Per un ragazzo che fuma uno spinello i vigili possono intervenire, ma devono segnalare al prefetto, che potrà procedere alla sanzione dopo i controlli tossicologici sulla sostanza. Se si metterà in atto questa demenziale ordinanza – continua – la municipale per fare multe dovrà comunque dotarsi di attrezzature adeguate, per appurare di che sostanza si tratti”. Ma c’è anche un altro problema, visto che già esiste una legge nazionale: “Le doppie sanzioni non sono possibili. Il provvedimento contrasta con la legge in vigore che non prevede multe per chi consuma. Non si capisce che cosa dovrebbe fare la municipale. Immaginate se i giovani si mettono a spacciare tè verde od origano per scherzo”.

Corleone riconosce la pericolosità delle sostanze stupefacenti: “Non sono innocue, ma una politica di repressione danneggia più dell’uso delle stesse”. L’ex sottosegretario ripete spesso un termine: serietà. “Qui – afferma – siamo alla farsa, alla pseudo città etica, che poi parlare di Parma come città etica fa ridere. Si spacciano per verità cose che non sono tali, figlie di uno scientismo di quart’ordine”. La questione dell’abuso di droga va affrontato con seminari di studi e lavoro, da attivarsi a livello regionale a cominciare dal problema delle carceri, sovraffollate proprio da reati legati al piccolo spaccio. Bisogna puntare sulla riduzione del rischio. Suggerimenti accolti dalla consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo, che si impegnerà in Regione per mantenere alta l’attenzione sul tema. “L’ordinanza – conclude Corleone – contrariamente a quanto enuncia, divide la città, perché stigmatizzando i giovani la spacca. Un provvedimento che getta il ridicolo sulla figura del sindaco e su Parma”.

(Da Repubblica.it Parma.)

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In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

I ‘tagli alla scuola’ aboliscono cinque classi a Sollicciano

Per Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti di Firenze, ”il taglio è l’ultimo sfregio. La situazione può risolversi con poco: gli insegnanti sono pagati dalle scuole e non sono neppure precari”

Firenze, 14 settembre 2010 – Anche i detenuti di Sollicciano sono al centro dei problemi causati dai ‘tagli alla scuola’. Infatti, rispetto allo scorso anno, non sono state riattivate 5 classi secondarie di secondo grado: l’unica è una quinta. Il taglio riguarda un centinaio di detenuti che non potranno più accedere alle classi. La situazione è stata illustrata in una conferenza stampa nel penitenziario, alla presenza del direttore di Sollicciano, Oreste Cacurri.

Lo scorso anno tra i corsi della scuola primaria (a Sollicciano e all’istituto ‘Gozzini’), l’istruzione secondaria di primo grado (due classi nel 2009, di cui una tagliata nel 2010) e le superiori sono stati coinvolti 560 detenuti e due persone, un uomo e una donna (la prima a Sollicciano), si sono anche diplomate. ”Il Governo taglia 3 miliardi in tre anni – ha detto Rosa De Pasquale, parlamentare del Pd -, ma lascia il coltello in mano a chi amministra l’istruzione in modo periferico”. Per Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti di Firenze, ”il taglio è l’ultimo sfregio. La situazione può risolversi con poco: gli insegnanti sono pagati dalle scuole e non sono neppure precari”.

Il direttore Cacurri dichiara di essere ”preoccupato dei tagli alle classi dell’istituto penitenziario” e della situazione, che influisce anche sulla sicurezza. Venerdì ci sarà un incontro con l’Ufficio scolastico regionale. ”La Provincia – ha detto
l’assessore provinciale Giovanni Di Fede – è disponibile ad accogliere richieste per materiali e strumenti per la scuola”.

Sollicciano è sovraffollato, più di 1.000 i detenuti
”Ieri i detenuti erano 1013, oggi siamo sulla stessa cifra. Da tempo ormai superiamo le mille unità, con problemi molto seri anche per quanto attiene la carenza di personale”. Questa la dichiarazione del direttore del carcere a margine dell’incontro sul taglio delle classi scolastiche all’interno dell’istituto. La capienza regolamentare del penitenziario è di 476 detenuti.

”Il personale qui fa sforzi sovrumani – ha aggiunto Cacurri -. Il sovraffollamento è certamente una questione di carattere nazionale e va risolto: non dipende da questo o da quell’altro Governo, ormai dura da tempo, da anni”. Franco Corleone in merito alla possibilità di intraprendere uno sciopero della fame per denunciare il sovraffollamento, ha spiegato: ”Sto valutando cosa fare perché la situazione è fuori controllo, è drammatica. Il mio appello è di far uscire al più presto un numero significativo di tossicodipendenti e pensare anche a misure alternative, magari per quelle persone che sono all’ultimo mese di detenzione. La situazione è esplosiva – ha concluso – e occorrono interventi straordinari: tutti pensano che non sia grave perché non ci sono state ancora proteste”.
Da la Nazione.

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Le carceri Rassegna Stampa

A Sollicciano 5 classi meno

Fra proteste e tagli la scuola comincia nel caos. Se questo e’ vero per tutti gli istituti e’ ancor piu’ vero per le carcere ed in particolare a Sollicciano. ‘Si penalizzano i carcerati per cui la scuola non e’ solo uno strumento di istruzione, ma anche una maniera per reinserirsi nella societa’ – denuncia Giovanni Di Fede, assessore all’istruzione della Provincia di Firenze -, basti pensare che a Sollicciano ci sara’ solo una quinta superiore a causa dei tagli’. Il grido di allarme di Di Fede e’ stato sostenuto, nel corso di una conferenza stampa, anche da Franco Corleone, garante per i detenuti del Comune di Firenze e dallo stesso direttore del penitenziario Oreste Cacurri. ‘Rispetto allo scorso anno, non sono state riattivate 5 classi secondarie di secondo grado ha detto Cacurri – l’unica e’ una quinta. Il taglio riguarda un centinaio di detenuti’. Lo scorso anno tra i corsi della scuola primaria (a Sollicciano e all’istituto ‘Gozzini’), l’istruzione secondaria di primo grado (due classi nel 2009, di cui una tagliata nel 2010) e le superiori sono stati coinvolti 560 detenuti, con anche due diplomati, un uomo e una donna (la prima a Sollicciano). Per Franco Corleone ”il taglio e’ l’ultimo sfregio. La situazione puo’ risolversi con poco: gli insegnanti sono pagati dalle scuole e non sono neppure precari”. Il direttore Cacurri si e’ poi detto ”preoccupato dei tagli alle classi dell’istituto penitenziario” e della situazione, che influisce anche sulla sicurezza. Venerdi’ ci sara’ un incontro con l’Ufficio scolastico regionale. ”La Provincia – ha detto l’assessore provinciale Giovanni Di Fede – e’ disponibile ad accogliere richieste per materiali e strumenti per la scuola.
(da ToscanaTV)

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Le droghe Rassegna Stampa

«Il vento è cambiato»

INTERVISTA. Franco Corleone di Forum droghe ed ex sottosegretario alla Giustizia col governo Prodi, nel 1998 presentò una proposta di legge antiproibizionista che venne firmata anche da Roberto Maroni.

Nel marzo 1997 alla seconda conferenza nazionale sulle droghe di Napoli per la prima volta si parlò di una completa depenalizzazione dell’uso personale, del consumo di gruppo e della coltivazione domestica di cannabis. Franco Corleone, oggi alla guida dell’associazione Forum Droghe ma all’epoca sottosegretario alla Giustizia del governo Prodi, presentò alla Camera una proposta di legge per legalizzare la cannabis, sottoscritta da ben 125 parlamentari, compreso l’attuale ministro dell’Interno Roberto Maroni. Il centrosinistra quando nel 2006 tornò al governo con l’Unione nel suo programma si era impegnato ad abrogare la Fini-Giovanardi, cancellando le sanzioni per i consumatori. Infatti il 28 aprile 2006 quella proposta di legge venne ripresentata alla Camera, sottoscritta da vari deputati dei partiti del centrosinistra, ma non si riuscì ad approvare.

In Italia verranno mai depenalizzate le droghe leggere?
Il nostro Paese ha avuto diversi movimenti, a seconda delle varie stagioni politiche. In alcuni momenti siamo arrivati vicini alla legalizzazione, soprattutto alla presentazione della mia proposta di legge, la più sottoscritta. Poi le opinioni sono cambiate. Ora il clima si è però rovesciato. Servirebbe un movimento autorevole per spingere in questa direzione. A Milano un giudice ha recentemente assolto un giovane che in casa coltivava sette piante di marijuana. Una sentenza importante e coraggiosa, perché spiega che quella domestica non può essere equiparata alle coltivazioni industriali.

Quale dovrebbe essere il nostro punto d’arrivo?
L’Italia deve depenalizzazione tutte le sostanze. Per poi legalizzare e regolamentare, con diversi regimi, le varie droghe. Anche perché le galere sono piene di tossicodipendenti, arrestati per piccolo spaccio o consumo. Il problema è solo politico.

E nel resto del mondo?
Il modello olandese resta molto valido. Contrariamente a quello che molti proibizionisti dicono, il livello di consumo ad Amsterdam è inferiore a Paesi o città dove c’è una forte proibizione o sanzioni elevate. Perché la legalizzazione normalizza il consumo e lo smitizza. In Svezia come a San Francisco. Infatti anche negli Stati Uniti si sta muovendo qualcosa e importanti economisti suggeriscono la regolamentazione, attraverso la tassazione. Tanto che in California ora si terrà un referendum sulla canapa, proprio per aumentare gli introiti fiscali. Se vincerà il sì lo scenario nel Nord America e forse anche in Europa cambierà notevolmente. Anche in Sudamerica la Democracy and drug democracy, presieduta dai presidenti di tre Paesi (Colombia, Messico e Brasile), vuole mettere fine alla guerra alla droga e legalizzare le varie sostanze in modo differenziato. Anche per fermare la repressione dei contadini che coltivano le piante di coca. Intorno a noi ci sono molte realtà in movimento. Molti Paesi europei ora ad esempio consentono di fatto la coltivazione della canapa per uso personale oppure incentivano politiche di riduzione del danno e del rischio, a differenza dell’Italia.

Alessandro De Pascale