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blog In Primo Piano Le carceri

Secondo giorno dello sciopero della fame contro l’arroganza del Ministro Alfano

Il silenzio del Ministro Alfano sulle ragioni della chiusura del carcere di Empoli e sui motivi del blocco dell’esperimento di un carcere transgender è offensivo.

I cittadini hanno diritto di conoscere perché, in tempi di sovraffollamento e di donne detenute strette come sardine, un istituto è chiuso da più di un anno e non si sa quando riaprirà.

Sarebbe interessante anche comprendere la legittimità delle spese fatte in questo periodo in quella struttura per interventi motivati con la sicurezza.

La mia protesta vuole servire a far comprendere che quando si promettono nuove carceri si fa solo propaganda e si pensa all’edilizia e agli interessi connessi e a niente altro, visto che non  si utilizzano gli Istituti già pronti!

Mi auguro che il Comune di Empoli, la Provincia e la Regione Toscana chiedano conto all’Amministrazione Penitenziaria di questa sciatteria e di questa autoreferenzialità.

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I miei articoli In Primo Piano Le droghe

Cacciatori di semi

Articolo sulla vicenda dei due titolari di Semitalia per la rubrica settimanale di Fuoriluogo sul Manifesto del 12 maggio 2010.

Nell’anno di grazia 2010 in Italia si può finire in galera per un reato d’opinione. La cronaca di questi giorni parla da sé. Da quindici giorni due giovani imprenditori di Vicchio, storico paese del Mugello, sono imprigionati a Sollicciano, il carcere di Firenze, su ordine del pubblico ministero di Bolzano per violazione dell’articolo 82 della legge antidroga, il Dpr 309 del 1990, che punisce l’istigazione, il proselitismo e l’induzione all’uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope.

Nella realtà Marco Gasparrini e Luigi Bargelli  titolari di una società, la Semitalia, da sette anni a questa parte si sono limitati a vendere semi di canapa utilizzando un sito on line. L’attività è perfettamente legale in quanto la legge italiana punisce la detenzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti in relazione alla quantità e alla presenza di principio attivo. Le Convenzioni internazionali che sono alla base della legislazione proibizionista non contemplano tra le sostanze vietate i semi in quanto sono un prodotto neutro, che non può essere assimilato alla droga. Il pm titolare dell’inchiesta, Markus Mayr, ha candidamente affermato che infatti l’arresto non è per il commercio di semi di canapa ma per l’istigazione all’uso. A sua detta, il reato procederebbe per deduzione, sulla base dei numerosi sequestri di piante coltivate con i semi provenienti dalla ditta toscana (sic!).

Ho denunciato la presenza in carcere di due detenuti “abusivi”, nel senso che occupano due posti in un carcere sovraffollato senza alcun titolo, ma come vittime di un vero e proprio abuso.

Il magistrato di Bolzano ha utilizzato un articolo che già di per sé trasuda ideologia e rappresenta un oltraggio al diritto per come è scritto. Ma ha fatto di peggio: ha forzato la lettera della legge che indica l’istigazione quale attività pubblica con un dettaglio dei luoghi tutelati (scuole, caserme, carceri, ospedali). Oltretutto, in quel famigerato articolo della Iervolino-Vassalli non si parla di istigazione alla coltivazione.

La persecuzione giudiziaria dei due commercianti fiorentini fa emergere gravi contraddizioni e  disparità nell’applicazione della legge. Nel febbraio scorso, in questa stessa rubrica commentavo una fondamentale sentenza del giudice Salvini del tribunale di Milano che ha assolto un cittadino accusato di aver coltivato in giardino sette piante di marijuana. Allora, facciamo il punto. Secondo Giovanardi, la legge non punisce col carcere il semplice uso di droga, ma solo con sanzioni amministrative; secondo l’autorevole magistrato Giorgio Salvini, la coltivazione domestica è equiparata al consumo personale e non sanzionabile con misure penali; invece per la scuola giuridica di Bolzano tutti devono essere messi in galera, consumatori e coltivatori, iniziando da Marco Gasparrini e Luigi Bargelli per il non- reato di vendita di semi.

Il codice Rocco, emblema del diritto etico, rivive nel Sud Tirolo! A pochi chilometri da Vicchio si trova Scarperia, paese produttore di coltelli: suggeriamo al pm di Bolzano di accusare di istigazione all’omicidio tutti i venditori di lame che abbiano fornito l’arma a uxoricidi. Per la par condicio, naturalmente.

Mentre il procuratore della repubblica di Venezia Vittorio Borraccetti raccomanda di arrestare solo per i casi estremi per non aggravare inutilmente il sovraffollamento delle carcere, i pm di Bolzano incarcerano allegramente, anche in assenza delle condizioni della custodia cautelare previste dal codice. Magari per soddisfare il protagonismo di esponenti della polizia giudiziaria locale che non hanno di meglio da fare che vantarsi di essere  “cacciatori di semi”. Oggigiorno molti attaccano i  principi sacri dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura, mettendo in discussione che il giudice sia soggetto solo alla legge. Per difenderli,  mi aspetto che l’Associazione Nazionale Magistrati non copra per spirito di corpo i magistrati che si inventano la legge per pregiudizio  ideologico.

Venerdì il Tribunale della Libertà di Bolzano deciderà sulla sorte di due giovani incensurati, impegnati nella loro comunità (uno è vice presidente del consiglio comunale) e che hanno ricevuto la solidarietà di tutto il paese.

Senza scomodare Berlino, ci basta che ci sia un giudice a Bolzano!

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In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

Gli inganni del governo

CARCERE. Il ddl Alfano sulla detenzione domiciliare arriva in Consiglio dei ministri. Intanto il sottosegretario Giovanardi lancia la sua proposta contro il sovraffollamento: chi è dentro per droga sconti la pena in comunità


Dina Galano su Terra del 7 maggio 2010.

Il giorno successivo allo scontro tra Alfano e Maroni sulla questione carceraria, è intervenuto a fare da paciere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi: i detenuti per reati di droga di lieve entità – questa la sostanza della proposta – possono lasciare la cella per la comunità. In tal modo, ha spiegato il responsabile delle politiche contro la tossicodipendenza e coautore della legge 309 del 1990 che ha inasprito le sanzioni per i reati di droga, «da un lato, si darebbe sollievo alle strutture penitenziarie e, dall’altro, si consentirebbe una maggiore sicurezza per i cittadini perché l’opportunità di cura garantirebbe di restituire alla società una persona con minore propensione a delinquere».

L’idea, a ben vedere, gli è stata suggerita dal cartello di associazioni e comunità terapeutiche (composto dal Forum droghe, associazione Antigone, Cnca, Gruppo a’Abele e altre realtà) che ad aprile aveva iniziato a predisporre documenti per sollecitare un’uscita razionale dei tossicodipendenti ristretti in carcere. «L’unica riforma seria e importante che sia possibile realizzare senza incidere sulle leggi proibizioniste attualmente in vigore», ha commentato il garante dei detenuti di Firenze Franco Corleone. E che, ieri, è stata rilanciata inviando all’ufficio del sottosegretario una bozza di emendamento che, presumibilmente, è stata di ispirazione per la soluzione di misura.

Quello che, infatti, il ministro Maroni ha definito il decreto “svuota carceri” o ancora un “indulto mascherato”, rischia di non essere adottato nella forma più rapida del decreto legge. Proprio oggi, infatti, in sede di Consiglio di ministri, si dovrebbe conoscere l’iter di discussione del provvedimento a firma Alfano che permetterebbe la detenzione domiciliare per chi deve scontare un residuo di pena inferiore ai 12 mesi. L’obiettivo è arginare il sovraffollamento degli istituti di pena, che si aggrava al ritmo di 700/800 nuovi ingressi ogni mese. La possibilità concreta, invece, è che a beneficiarne saranno in pochissimi, come ripetono incessantemente gli esponenti dei Radicali italiani da tre settimane in sciopero della fame.

Dei quasi 67mila detenuti, infatti, la maggior parte non sarebbe toccata dal provvedimento: la metà perché non condannati in via definitiva, un altro 50 per cento perché appartenente a categorie (come ex articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario) normalmente escluse dall’accesso alle misure alternative. Sottratti, poi, tutti i detenuti stranieri che normalmente sono privi della garanzia dell’alloggio, occorre verificare a quanti manchi meno di un anno di pena da scontare. Il risultato, a rigor di logica, è ben lontano dalle 10mila unità “mandate a casa” di cui ha parlato il ministro degli Interni. Ma, nonostante i numeri, meglio battere il ferro fin che è caldo.

Dunque, auspica Franco Corleone insieme alle associazioni, «approfittiamo del trenino strumentale di Alfano per dire la grande verità: che le carceri sono piene di tossicodipendenti». Agendo per la decarcerizzazione di questa categoria, insomma, «si contenerebbe davvero il drammatico sovraffollamento delle strutture».

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Agenda

Non Processate Bob Marley, a Roma

Continuano le iniziative a supporto del Rototom Sunsplash: giovedì 13 Maggio approda a Roma un altro appuntamento intitolato NON PROCESSATE BOB MARLEY!

La serata si terrà al CSOA Brancaleone ed avrà inizio alle 21.30 con il dibattito ad ingresso libero “Conseguenze repressive di una legge sbagliata” con il nostro Alessandro Oria, Ilaria Cucchi -sorella di Stefano- Franco Corleone di Forum Droghe, Luigi Manconi di A buon diritto, gli organizzatori della Million Marjuana March e Tommaso Cerno dell’Espresso come moderatore.

A seguire dalle 23 la serata continuerà con il concerto di The Roof a presentare il nuovo CD “Shakemundoshake”, le selezioni di Mercy Far I (Cool Runnings) ad introdurre due big sounds europei e cioè Soul Stereo da Parigi e i romani One Love Hi Powa.