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Carcere di Cassino. il Garante dei detenuti Marroni: troppo difficile accedere a servizi Sert

Rilancio questa notizie ripresa dal Notiziario Aduc, via Fuoriluogo.

Garante detenuti: troppo difficile accedere a servizi Sert
Possibilita’, per il personale del Sert, di accedere in carcere una sola volta a settimana per la terapia farmacologia, spazi per i colloqui psicologici e sociali ad di fuori del circuito carcerario, locali inadeguati utilizzati per l’attivita’ medico-infermieristica e di erogazione dei farmaci. Sono questi i problemi che il Garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni ha segnalato ad Irma Civitareale, direttrice del carcere di Cassino, provincia di Frosinone, chiedendone l’immediata soluzione.

Ad evidenziare le problematiche, la direzione generale della Asl di Frosinone, cui il Garante si era rivolto, nelle scorse settimane, per segnalare le difficolta’ incontrate dai detenuti tossicodipendenti del carcere di Cassino per accedere ai servizi erogati dal Sert.

“In particolare i detenuti “lamentavano lunghe liste di attesa per sostenere i colloqui preliminari, disponibilita’ ridotte di personale sanitario a fronte di carichi di lavoro in aumento, difficolta’ legate alla turnazione delle equipes e al monte ore mensile ridotto a fronte di una popolazione detenuta tossicodipendente pari quasi ad un terzo dei presenti nel carcere, circa 170 unita’”.

Nella sua lettera di risposta al Garante, il direttore generale della Asl di Frosinone Giancarlo Zotti scrive che ‘il lavoro dell’equipe Sert non e’ mai stato di facile attuazione nel carcere di Cassino, in considerazioni dei vincoli e delle difficolta’ poste negli anni dalla direzione dell’istituto. “I detenuti e il personale del trattamento del carcere di Cassino hanno segnalato al mio ufficio queste difficolta’ nell’accedere ai servizi del Sert. Si tratta di un problema da risolvere velocemente non solo perche’ siamo in un momento delicato, legato al passaggio delle competenze sanitarie in carcere dal ministero della Giustizia alle Asl, ma soprattutto perche’ i reclusi hanno diritto all’assistenza sanitaria come tutti i cittadini. Il fatto che ci si trovi in carcere non vuol dire aver perso la titolarita’ di diritti fondamentali, come quello alla salute”.

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