Intervista sulle morti nei Rave Party rilasciata ai quotidiani locali del Gruppo Espresso, 18 agosto 2009.
«La repressione fa aumentare i rischi»
Bisognerebbe controllare la qualità degli stupefacenti
MILANO. «Reprimere e vietare i rave party produce un fenomeno clandestino e fa aumentare il rischio di un commercio sotterraneo di sostanze stupefacenti sconosciute e pericolose». È l’opinione di Franco Corleone, segretario del Forum Droghe, un’associazione che si occupa delle tossicodipendenze.
I raduni dei giovani che si ritrovano ad ascoltare musica e fare uso di droghe e alcol però mostrano anche la faccia della morte. Lei è contrario a vietarli ma come si possono prevenire fatti luttuosi come quelli recenti?
«Non si può vietare una festa. Quello che bisogna fare è controllare le sostanze usate dai giovani. Ma con la legge contro la droga qui in Italia non si tutela la vita dei ragazzi ma, come dimostrano i fatti, si provocano morti. Fino a qualche anno fa era possibile che esperti e volontari sovvenzionati dalle istituzioni partecipassero ai rave party per analizzare le sostanze in possesso dei ragazzi per evitare che assumessero veleni letali. Ma adesso il governo non finanzia più tali iniziative di controllo».
Non sarebbe il caso di chiedersi perché i giovani vogliono usare droghe e bere a dismisura e ascoltare musica assordante?
«I rave party sono una moda importata da altri Paesi europei. Ma ora stanno per estinguersi, solo in Italia, come al solito, le novità arrivano in ritardo e così siamo costretti a vedere un aumento dei raduni. Tengo però a specificare che i ragazzi che amano frequentare i rave party non si possono ghettizzare. E se si vieteranno continueremo ad assistere a raduni con forte incidenza di mortalità. Bisogna pensare al controllo e non alla repressione. Ultimamente sono stato a uno di questi raduni a Osoppo, per presentare un libro. C’erano 160.000 giovani e ne sono stati arrestati 46 perchè possedevano droghe leggere. Non è così che evitiamo i lutti».
Ma in queste grandi feste come si fa a scoprire chi spaccia droghe mortali? E poi, come si fa a controllare quanti stupefacenti assumono in una serata i ragazzi?
«I giovani non vanno ai rave party per morire, ma per ascoltare musica in gruppo. I controlli si possono fare. Quello che non si potrà mai fare è limitare la libertà solo con le restrizioni e il carcere». (r.r.)