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Le carceri Rassegna Stampa

Comune, Provincia e Regione: “finire i lavori di ristrutturazione del carcere”

carceri.conferenza1Comune, Provincia e Regione: “finire i lavori di ristrutturazione del carcere”

Claudia Failli per Arezzo Notizie

“Investirò della questione il Dipartimento amministrazione penitenziaria ed il commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria. La Toscana non merita questo affronto”.

Le parole sono quelle che Franco Corleone, garante dei detenuti per la Regione Toscana, ha pronunciato qualche giorno fa dopo la seconda visita alla casa circondariale di Arezzo. Un commento che ha lasciato il segno e che ha posto l’accento ancora una volta su una situazione particolarmente difficile. Il carcere di Arezzo è stato chiuso nel 2010 per un progetto di ristrutturazione che però, a causa del fallimento dell’impresa appaltante, non è mai stato terminato.
Ad oggi la capienza effettiva dell’istituto è di 32 posti, di cui 14 riservati ai collaboratori di giustizia, nonostante i dati ufficiali del Dap continuino a parlare di una capienza regolamentare di 103 posti. I presenti sono oggi 29.

Di questa situazione si sono fatti portavoce da tempo anche i parlamentari aretini, Donella Mattesini e Marco Donati che, insieme ai consiglieri regionali De Robertis e Brogi e al sindaco Fanfani e presidente della Provincia Vasai, hanno fatto nuovamente il punto sulla situazione sottolineando l’assoluta necessità di finire i lavori iniziati e restituire funzionalità alla casa circondariale di Arezzo.

“Devono essere investi i 600mila euro disponibili, trovare risorse aggiuntive e completare i lavori di ristrutturazione del carcere”.

Questa la richiesta sottoscritta all’unanimità dai politici e amministratori aretini rivolta direttamente al Ministro della Giustizia e il Commissario per il Piano Carceri.

“Una situazione – ha detto la senatrice Donella Mattesini – destinata a peggiorare con il blocco dei lavori. 600 mila euro sono disponibili ma questa cifra non è sufficiente a coprire i bisogni e quindi è necessario avere risorse aggiuntive e far riaprire subito il cantiere”. “Lavoriamo per una pressione generale della città di Arezzo – ha aggiunto l’onorevole Marco Donati. Siamo di fronte ad un problema strutturale che deve essere compiutamente affrontato”.

E bisogna farlo rapidamente: “non è più possibile perdere tempo – ha affermato il Presidente della Provincia, Roberto Vasai. La struttura di Arezzo ha sempre funzionato bene ed ha avuto un buon rapporto con il territorio. Non possiamo assistere al suo progressivo abbandono”.

Questo carcere come simbolo di un problema nazionale: “in Italia – ha ricordato il consigliere regionale Enzo Brogi – abbiamo 66mila detenuti in strutture che ne dovrebbero ospitare solo 35mila. Le cause del sovraffollamento? Il 45% è in attesa di giudizio ed è la percentuale più alta d’Europa. La legge Giovanardi Fini colloca in carcere persone, come i tossicodipendenti, che dovrebbero invece stare nei centri di recupero. Ci sono infine strutture carcerarie che con interventi modesti potrebbero essere recuperate consentendo una distribuzione migliore dei detenuti”.

La consigliera regionale Lucia De Robertis ha sottolineato come “quando si parla del carcere di Arezzo si pensa ai detenuti ma non dobbiamo dimenticare il personale di sevizio che opera all’interno di esso. Personale a rischio occupazionale e in condizioni lavorative non certo ottimali”.

Il Sindaco Fanfani ha concluso ricordando come, per la sua professione di avvocato, abbia visitato tutte le maggiori strutture carcerarie italiane e come quella di Arezzo sia stata, quando funzionava a regime, tra le migliori. “Oggi siamo di fronte, nel nostro paese, ad un problema strutturale che è rappresentato dalla qualità della detenzione e ad un problema emergenziale evidenziato dalla capienza e dal degrado delle strutture. Occorrono interventi seri. Le amnistie non sono in grado di risolvere i problemi di fondo”.

 

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