Visita della guardasigilli Paola Severino nel capoluogo toscano, in occasione dell’inaugurazione del Nuovo Palazzo di giustizia e del Nuovo complesso penitenziario di Firenze Sollicciano. Al termine della visita al carcere di Sollicciano, il ministro Severino si e’ confrontata con i giornalisti nel Giardino degli incontri della struttura penitenziaria fiorentina. “Un uomo in carcere e’ un uomo sofferente che deve essere rispettato – ha affermato il ministro -. Oggi il carcere e’ una tortura, piu’ di quanto non sia la detenzione stessa, che deve comunque portare alla rieducazione. Vogliamo intraprendere un cammino che vuole mettere insieme piccole misure che complessivamente potrebbero dare sollievo ai detenuti. E questo perche’ il carcere deve essere un luogo di redenzione e non di inutile sofferenza”.
PENE ALTERNATIVE: Per la Severino, la detenzione deve essere l’ultima spiaggia, “l’estrema ratio quando non si possono piu’ percorrere le altre strade. Vogliamo un rovesciamento di proporzioni. Vogliamo riservare il carcere solo quando l’esigenza di difesa sociale prevale. Il carcere, insomma, solo quando altre misure non possono essere sufficienti”.
TOSSICODIPENDENTI E CARCERE: “Credo che i tossicodipendenti vadano curati per intraprendere un cammino di redenzione – ha affermato il ministro della Giustizia -. Ma vanno allontanati dall’ambiente da cui si e’ originata la dipendenza”. Per quanto riguarda le normative su carcere e tossicodipendenza, “le alternative al carcere ci sono, ma prima di fare una proposta di legge voglio approfondire, verificare i numeri e le varie possibilita’. Non vogliamo varare misure palliative quando il problema va approfondito alla radice”.
LAVORO CARCERARIO: “Stiamo lavorando sul lavoro carcerario. Il detenuto che impara a fare un lavoro e’ un detenuto semi-salvato, che ritrovera’ in se’ le risorse per riprendersi”, ha aggiunto. BAMBINI IN CARCERE: “E’ straziante vedere i bambini che sono in carcere con le loro madri. I bambini non si possono alzare la mattina e vedere le sbarre. E’ una pena immensa”. Per i bambini figli delle detenute, ha annunciato il ministro, “stiamo attivando sistemi alternativi”.
IMMIGRATI: Infine, sulla questione degli immigrati in carcere, una delle soluzioni ipotizzate del titolare del ministero della Giustizia e’ quella delle convenzioni bilaterali con i Paesi di origine, nell’ottica di “un ritorno nel loro Paese”.
Insieme al ministro hanno visitato il carcere anche l’assessore regionale alla Sanita’, Daniela Scaramuccia, l’assessore fiorentino alle Politiche sociali, Stefania Saccardi, il direttore dello stesso carcere, Oreste Cacurri, il provveditore regionale Maria Pia Giuffrida, il garante dei detenuti di Firenze, Franco Corleone, e don Alessandro Santoro, cappellano delle Piagge.