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I miei articoli Le carceri

Un deserto chiamato carcere

La trasmissione di Iacona “Presa diretta” sul carcere ha mostrato a un pubblico assai vasto lo stato indecente delle carceri italiane, il non rispetto delle norme previste dall’Ordinamento Penitenziario e dal Regolamento di attuazione da dieci anni dimenticato, la violazione dei principi della Costituzione sul senso della pena.
Purtroppo non solo non scatta l’indignazione, ma addirittura un silenzio atroce copre la tragedia che si perpetua in una Istituzione totale e separata.
La rimozione da parte del ceto politico e della cosiddetta società civile non è catalogabile sotto il segno della distrazione ma si rivela come responsabilità colpevole del fiume di sangue che scorre in galera a causa delle migliaia di atti di autolesionismo, delle troppe morti “naturali” e del numero abnorme di suicidi, del sequestro di oltre ventimila tossicodipendenti e stranieri che non dovrebbero stare in carcere.
In questi giorni si sta consumando l’ennesima beffa, cioè il fallimento annunciato della legge Alfano sulla detenzione domiciliare per chi deve scontare una pena inferiore ai dodici mesi. A Sollicciano, il carcere di Firenze con quasi mille detenuti (il doppio di quanti dovrebbero stare), ne hanno usufruito in dieci. E pensare che qualche giornalista in veste di imprenditore della paura l’aveva definita una legge “svuota carceri”!
Il Coordinamento nazionale dei Garanti dei diritti dei detenuti ha deciso di lanciare una piattaforma per la riforma del carcere e di rispondere alla omertà diffusa. Sono stato eletto Coordinatore e il mio impegno sarà assoluto e senza limiti per porre nell’agenda della politica i temi che possono fare la differenza.
“Se non ora quando” potrebbe essere anche la parola d’ordine di questa campagna controcorrente: un nuovo Codice Penale che sostituisca il codice Rocco degli anni trenta, il superamento degli Ospedali psichiatrici giudiziari, il diritto alla salute dei detenuti, la liberazione dei bambini dalla costrizione delle sbarre, lo sviluppo delle misure alternative per favorire il reinserimento sociale. Sono alcuni degli obiettivi che indichiamo per la grande riforma della giustizia a partire dal carcere. Non le finte riforme per alimentare i privilegi di classe ma partendo dalla situazione degli ultimi realizzare la giustizia giusta. Sappiamo che occorrerà cancellare le leggi criminogene come quella sulle droghe che è responsabile del maledetto sovraffollamento.
Si tratta di una piattaforma su cui vogliamo costituire una grande unità di avvocati e magistrati e una azione comune con il mondo del Terzo settore per un rilancio del sistema dei diritti e del welfare nel nostro Paese.
La presenza dei Garanti in molte città italiane negli ultimi anni ha costituito l’unico elemento di novità e di speranza in quello che troppo spesso è stato definito come una discarica sociale.
Non ci aspettiamo nulla dal Governo, dal ministro pro-tempore della Giustizia, dall’Amministrazione Penitenziaria priva di un progetto per immaginare un modello di carcere responsabilizzante e non infantilizzante. Oggi come oggi neppure dall’opposizione vediamo segni di differenza. Le macerie securitarie e giustizialiste hanno colpito a 360 gradi (l’elogio dell’ergastolo lo dimostra) e la ricostruzione della cultura garantista e civile sarà necessariamente di lunga durata.
Le Regioni che hanno oggi la responsabilità di gestire la sanità pubblica in carcere potrebbero avere l’ambizione di governare anche il tema delle pene alternative legandole al territorio. Le Regioni, in particolare quattro regioni come la Toscana, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e la Puglia dovrebbero nominare i Garanti regionali dei diritti delle persone private della libertà personale con un segno politico preciso, superando un ritardo intollerabile. Costruire una rete alternativa al potere centrale e alla politica inesistente di chi pensa solo a costruire nuove carceri è possibile.
Vendola, Marini, Errani e Rossi potrebbero battere un colpo con una sintonia eloquente. E’ l’ora della politica e dell’iniziativa dal basso.

Franco Corleone
Garante dei detenuti di Firenze
Coordinatore nazionale dei garanti

(da Terra del 26 febbraio 2011)

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In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

Corleone eletto Coordinatore dei Garanti dei Detenuti

Franco Corleone è il nuovo Coordinatore dei Garanti territoriali per i diritti dei detenuti. E’ stato eletto dall’assemblea che si è tenuta il 16 febbraio a Bologna e sostituisce nell’incarico Desi Bruno, già Garante del Comune di Bologna e che ha svolto l’incarico con efficacia e ricchezza di iniziative.
Sono stati nominati Vice Coordinatori, Maria Pia Brunato, Garante del Comune di Torino e Giuseppe Tuccio, Garante del Comune di Reggio Calabria.
L’assemblea ha messo in luce le difficoltà che derivano dalla drammatica situazione delle carceri e dalla scarsa attenzione che a questo tema viene riservata dalla politica e dal Governo. E’ stata individuata una agenda di temi sui quali impegnarsi, per definire un cambiamento nelle pratiche dell’Amministrazione Penitenziaria.

Franco Corleone ha dichiarato: “La presenza dei Garanti in molte città italiane negli ultimi anni ha costituito l’unico elemento di novità in quello che si può definire un deserto culturale.
Il carcere è sempre più un luogo rimosso, nonostante il sovraffollamento che determina condizioni di vita bestiali e il numero di suicidi e di atti di autolesionismo, che rendono evidente lo stato di sofferenza di questa istituzione totale.
La crisi economica e i tagli agli Enti Locali rendono sempre più difficili anche quegli interventi di supplenza, rispetto all’inadempienza dell’Amministrazione Penitenziaria, che davano sollievo quotidiano e speranza in una vita diversa per i detenuti. La trasmissione di Iacona di Rai 3, ha sicuramente fatto vedere a molte persone le contraddizioni inaccettabili della discarica sociale.
C’è molto da fare e per quanto mi riguarda la priorità assoluta riguarda l’individuazione di una alternativa alla presenza dei tossicodipendenti in carcere, la verifica del funzionamento della Sanità in carcere, una riforma che rischia di essere ridimensionata e il superamento degli O.p.g.
Il Coordinamento dei Garanti intende lavorare con il Terzo Settore, per rafforzare il sistema dei diritti e il Welfare nel nostro Paese e rafforzare i rapporti con le Camere Penali e con l’Associazione dei Magistrati.”

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blog In Primo Piano Le carceri

I tagli dell’Ataf colpiscono Sollicciano!

Ho avuto conferma che il piano di ristrutturazione delle linee degli autobus riguarda anche la linea 27, che raggiungeva il carcere di Sollicciano. La soppressione della fermata per il carcere è assolutamente inaccettabile in quanto colpisce le famiglie dei detenuti che si recano in Istituto per i colloqui e che in molti casi vengono da altre città o addirittura da regioni lontane e che non possono permettersi mezzi più costosi. Il taglio colpisce anche gli operatori che lavorano in carcere, soprattutto la Polizia Penitenziaria.
Il mondo di Sollicciano comprende mille detenuti e un numero equivalente tra personale e volontari.
Mi auguro che la Provincia di Firenze e il Comune di Scandicci intervengano per ripensare una scelta che danneggia persone già svantaggiate e soprattutto che dà un segnale di abbandono e trascuratezza verso il carcere.