Dunque le agenzie hanno battuto ieri la notizia su un altro detenuto, un trentacinquenne di origine maghrebina, che si è ammazzato, col gas della bomboletta, a Sollicciano – sono 63, nelle nostre carceri, dall’inizio dell’anno – dopo che tre giorni prima si era suicidato un agente della polizia penitenziaria dello stesso carcere fiorentino. Pochi giorni prima un altro giovane detenuto si era impiccato ed era stato salvato dai compagni rientrati dall’aria, e ricoverato in extremis. Per la condizione di Sollicciano era in corso da settimane, e continuerà fino a Natale, uno sciopero della fame a staffetta di volontari, amministratori locali, e del garante dei diritti dei detenuti. L’ultima puntata del programma di Radio radicale, Radio carcere, ha ospitato il lungo dettagliato e impressionante racconto di un detenuto appena uscito da Sollicciano, dove le celle di 12 metri quadri tengono tre persone, e quelle di 18 metri quadri ne tengono sei su tre brande a castello doppie: non c’è spazio per stare in piedi. In questi cubicoli stanno reclusi ventidue ore su ventiquattro. Si trema di freddo, si fa una doccia calda se si è i primi della fila, poi finisce. Chi vuole suicidarsi si misura col problema di trovare un angolo e un momento in cui gli occhi degli altri, detenuti o agenti, non gli stiano addosso: come decidere di impiccarsi in un autobus nell’ora di punta. Parliamo di Sollicciano, ma è la condizione delle galere italiane, che schiacciano in questo modo 70 mila persone, ecoballe umane da smaltire. In questa situazione, come ha denunciato ieri Franco Corleone, e come sanno tutti coloro che frequentano, da qualunque lato, il carcere, e che non hanno venduto l’anima, l’annuncio della “liberazione” di migliaia di persone per effetto della leggina che manda, non liberi, ma alla detenzione domiciliare, i detenuti che hanno meno di un anno da scontare, è destinato a suscitare allarmi insensati e pretestuosi e, in quelle celle, speranze illusorie e micidiali. Ieri, per esempio, i giornali annunciavano unanimi che a Sollicciano starebbero per uscire 360 detenuti: la cifra prevista dal ministero va invece dai 50 ai 70 detenuti. Ma di questa indecente campagna di ignoranza o di manipolazione forcaiola, che riproduce i nefasti della campagna sull’indulto, riparleremo. Intanto aggiorniamo il conto dei suicidi e delle altre tabelline. Presenti a Sollicciano ieri, 1005. Capienza regolamentare: 476. Bambini presenti ieri a Sollicciano: 5 (cinque). P.S. Il detenuto suicida di ieri era condannato in primo grado per spaccio, avrebbe dovuto uscire nel 2011. Rileggete: nel 2011. Lui ha provveduto da sé a svuotare il carcere.
Dalla Piccola Posta di Adriano Sofri sul Foglio del 17 dicembre 2010