Da Repubblica dell’8 luglio 2009
UNA donna di 27 anni, madre di un bambino, detenuta nel carcere fiorentino di Sollicciano, è stata trovata morta lunedì sera nella sua cella. Il pm d’ urgenza Andrea Cusani ha disposto la autopsia. Dall’ istituto penitenziario si spiega che non si tratta di una morte violenta o un suicidio: si pensa a un malore. Sul suo corpo non sono state trovate tracce di violenza. Sulle cause sono al vaglio diverse ipotesi, compresa quella che la donna possa aver sniffato gas da un fornellino. E’ una pratica diffusa negli istituti penitenziari. Talvolta i detenuti sniffano il gas dei fornellini da campeggio per stordirsi e cercare lo «sballo», e non sono pochi quelli che ci hanno rimesso la vita. Alcuni mesi fa il sindacato autonomo della polizia penitenziaria ha chiesto che non venga più consentito l’ uso dei fornelletti nelle celle. Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze, spiega che la giovane detenuta è «morta per cause da accertare con precisione. Sono escluse violenze o aggressioni». La donna «era in carcere per piccoli reati legati alla tossicodipendenza». «Questa tragedia – scrive Corleone – conferma che il carcere non può essere la soluzione per coloro che hanno una condizione legata alla tossicodipendenza. Occorre un impegno straordinario per trovare soluzioni alternative per chi è recluso e potrebbe essere aiutato con pene diverse dalla detenzione, e anche valutare l’ accettabilità di una legge, quella sulle droghe, che risulta essere la causa principale del sovraffollamento nelle carceri. A Sollicciano il sovraffollamento colpisce anche la sezione femminile (103 donne e 7 bambini) e incredibilmente l’ Amministrazione penitenziaria lascia vuoto l’ istituto di Empoli».