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AAA. Cercasi segnalati alle Prefetture per una ricerca sulle sanzioni amministrative

Dal blog di Fuoriluogo ecco una segnalazione riguardante una ricerca sulle sanzioni amministrative del DPR 309/90.

Rilanciamo volentieri questo messaggio, conoscendo la serietà dei ricercatori e concordando con l’ipotesi di ricerca: si tratta di un progetto sollecitato dall’allora comitato scientifico del Ministro Paolo Ferrero al fine di approfondire (finalmente…) quali siano esiti e risultati delle sanzioni amministrative dalla viva esperienza dei soggetti protagonisti.

“Cercasi persone segnalate in Prefettura per possesso di sostanze illegali per uso personale disponibili a partecipare ad una ricerca sull’applicazione dell’art. 75 del DPR 309/90 mediante un’intervista faccia a faccia nelle seguenti città: Torino, Brescia, Venezia, Rimini, Pesaro, Roma, Napoli, Bari, Catania.

Per maggiori informazioni, contattare Roberta Molinar (molinar@eclectica.it)”

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AAA antiproibizionista facoltoso cercasi

Fuoriluogo dà appuntamento ai lettori per domenica 28 settembre. Chiediamo suggerimenti concreti per raccogliere i fondi necessari a rilanciare il giornale e rafforzarlo come punto di riferimento di una rete sociale più ampia. Nella pausa di agosto lavoreremo a un progetto editoriale che garantisca la vita del giornale.
Restate con noi commentando sul blog di fuoriluogo.it e seguendo lo speciale.

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26 giugno: l’altra giornata mondiale sulle droghe

Fuoriluogo lancia un meme in occasione della giornata mondiale sulle droghe che ovviamente rilancio da questo blog.

Ecco le istruzioni per aderire:

26 giugno: l’altra giornata mondiale sulle droghe

In occasione della giornata mondiale sulle droghe lanciamo dal Blog di Fuoriluogo.it un piccolo Meme.
Un esperimento, un appello/invito alla blogosfera antiproibizionista e libertaria: il 26 giugno 2008 – ma anche nei giorni che lo precedono o in quelli successivi – scrivete un post sull’altra faccia della war on drugs. Quella delle vostre storie di ordinaria repressione o quella degli aneddoti curiosi e divertenti sulle sostanze ed il loro uso. Insomma sentitevi, per una volta, liberi di parlare di droghe nonostante i vari Giovanardi, Fini e Costa.

Istruzioni:

  1. Perchè i pensieri e le opinioni siano più concatenati possibile vi preghiamo di linkare questo post/appello e tutti coloro aderiranno (che saranno riportati qui sotto).
  2. inserite, fra gli altri che vorrete, il tag “peace on drugs
  3. scrivete (non si sa mai) a fuoriluogo@fuoriluogo.it una mail con l’url del vostro post.
  4. Ricordatevi di linkare anche gli aderenti. Per ora: fioreblog, Marcello Saponaro, DarkShadowNNN.
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I miei articoli Le droghe

Le droghe nell’urna

Da Fuoriluogo, di Franco Corleone – 30 marzo 2008

Sono tante le campagna elettorali a cui ho partecipato come cittadino o come militante dal lontano 1963. Confesso che questa in corso si rivela come la più mediocre e insulsa. È impressionante la mancanza di passione che si percepisce tra attori e spettatori e che non può derivare solo dal meccanismo della ignobile legge elettorale che prevede lo scontro al momento delle candidature e poi la delega del confronto mediatico ai supposti leader. Basti pensare alla intensa mobilitazione popolare di due anni fa sull’onda della speranza di cancellare l’esperienza incandescente del quinquennio di governo berlusconiano.
Il fallimento del governo Prodi viene prima della rottura traumatica della legislatura ad opera di transfughi e apprendisti stregoni. Una lunga catena di errori – dalla nomina di entrambi i presidenti di Camera e Senato, alla composizione pletorica dell’esecutivo, fino all’elezione del Capo dello Stato, senza il coinvolgimento dell’opposizione – determinata dalla incapacità di riflettere sull’esito elettorale e sul senso da dare ad una fase decisiva per la democrazia.
Avere messo da parte la sfida, seppure in condizioni difficili, della ricostruzione civile del Paese e avere dato la priorità a una visione ragionieristica della realtà economica e sociale si è rivelata come la sanzione finale della crisi della politica.
La vicenda dell’indulto si è rivelata emblematica. Doveva essere l’inizio di una stagione riformatrice con al centro l’abrogazione delle leggi criminogene su droghe e immigrazione e l’approvazione del nuovo Codice Penale e invece, di fronte all’offensiva giustizialista della stampa, anche di quella sedicente progressista, è prevalsa la paura e si è subito il ricatto securitario e il riflesso d’ordine.
Il risultato è catastrofico: l’operazione del risanamento dei conti sta riconsegnando l’Italia alla destra più estrema d’Europa e paradossalmente un’azione di rigore viene imputata alla sinistra. Contestualmente si assiste a un rafforzamento di un senso comune piccolo borghese ingaglioffito e canagliesco.
I segni sono tanti e preoccupanti. La criminalizzazione del sessantotto, l’offensiva sanfedista contro le donne e l’aborto, l’affermarsi del partito dei familiari delle vittime del terrorismo sono solo alcuni degli spettri che stanno prendendo corpo.
Siamo in pieno terremoto, le ipotesi di un decennio si sono bruciate. L’Ulivo e l’Unione hanno lasciato il campo al Partito democratico e la Sinistra è in una condizione di debolezza come mai nella storia di questo dopoguerra.
Si presenta un compito immane al cui confronto la partita elettorale è poca cosa. La ricostruzione di un pensiero e di una prospettiva di alternativa è urgente.
Ha ragione Marco Revelli a evocare un’Altra Italia, laica e intransigente.
Il tema delle droghe, praticamente assente dai programmi e dalla campagna elettorale, tranne qualche spazio di polemica fatua e ripetitiva, dovrà diventare un indicatore e un discrimine per una forza che consideri essenziali welfare e diritti, autonomia degli individui, garantismo, diritto penale minimo e mite, carcere e pena secondo i principi della Costituzione. Dipenderà da noi. Da un movimento capace di costruire egemonia su un terreno che non va lasciato all’etica da quattro soldi.
Abbiamo deciso di convocare l’Assemblea di Forum Droghe dopo il risultato delle elezioni del 13 aprile per non perdere un minuto per un nuovo inizio. Ovviamente non diamo indicazioni di voto. A chi si è appellato al voto utile rispondiamo con il richiamo al principio sempre valido e concreto della riduzione del danno.

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I miei articoli Le droghe

Ma io insisto: depenalizzare

Articolo di Franco Corleone tratto da Repubblica Salute 31 gennaio 2008

Una guerra per essere dichiarata ha bisogno del consenso dell’opinione pubblica e a questo scopo si ricorre alla propaganda e ai tecnici della disinformazione. La guerra alla droga non si sottrae a questa regola. In particolare la demonizzazione della canapa  negli anni ’30 negli Stati Uniti vide come artefice Harry Aslinger impegnato nella costruzione di un poderoso castello di menzogne che ancora reggono il tabù del proibizionismo.
Nel corso dei decenni sono stati periodicamente spacciati diversi miti sulla marijuana: i due studiosi americani Zimmer e Morgan (Marijuana, miti e fatti, Vallecchi, 2005) ne hanno analizzati ben venti e li hanno sottoposti a una rigorosa analisi rispetto alla loro fondatezza scientifica. Sulla base dell’esame della letteratura mondiale, sono stati smontati uno a uno.
Recentemente è stato rilanciato l’allarme secondo cui la marijuana causerebbe l’insorgere della schizofrenia e per giustificare questo assunto si sostiene che lo spinello di oggi non è più quello degli anni sessanta e sarebbe talmente potente da non poter essere più classificato come droga leggera.
Lester Grinspoon, psichiatra di Harvard e il più autorevole studioso di canapa, contesta la fondatezza che una malattia mentale possa essere provocata da una sostanza come la marijuana. Ricorda anche studi pubblicati addirittura negli anni settanta da prestigiose riviste come Lancet e Nature che si rivelarono errati e imbarazzanti. Grinspoon sostiene invece che persone  avviate a diventare depresse o  schizofreniche usando la marijuana praticano di fatto una sorta di automedicazione.
Chi conosce l’asservimento al potere della scienza, o almeno di molti, troppi scienziati non si stupisce di ricerche che danno ragione al committente, mentre i Rapporti  Roques e Nolin rispettivamente del Ministero della Sanità francese e del Senato canadese confermano la minore pericolosità della canapa rispetto all’alcol e al tabacco.
Veniamo ai dati. L’Osservatorio europeo di Lisbona (Emcdda) fissa il range della potenza dell’erba tra lo 0,6 % di contenuto di Thc in Polonia e il 12,7% dell’Inghilterra, mentre per le produzioni locali in Olanda viene stimato al 17,7%.
La Relazione sullo stato delle tossicodipendenze in Italia diffusa nel 2007 afferma la presenza di un valore medio inferiore al 10%. Siamo dunque ben lontani dall’aumento denunciato di ben venticinque volte!
Non voglio certo negare i rischi che livelli alti di consumo anche di canapa possano provocare. Sostengo però che i danni della repressione penale sono ben maggiori di quelli del consumo della sostanza criminalizzata. Dal 1973 ad oggi più di cinquecentomila persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria  per detenzione di canapa e nel 2006 con la nuova legge Fini-Giovanardi il rischio di condanne per spaccio presunto con pene da sei a venti anni di carcere riguarda quasi trentamila persone. Le segnalazioni al prefetto per semplice consumo nel 2006 sono state oltre 55.000 di cui il 75% per marijuana.
Solo la depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti e la legalizzazione della canapa può liberare la scienza e sconfiggere le concezioni magiche favorendo un confronto non ideologico e non strumentale.