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Lettera aperta al Presidente Monti e ai Ministri Severino e Riccardi

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE MONTI
E AI MINISTRI SEVERINO E RICCARDI

Gentile Presidente Monti,
lunedì 22 ottobre è iniziato un digiuno collettivo che coinvolgerà decine, forse centinaia, di esponenti delle associazioni che si occupano di giustizia e del carcere, del volontariato, di avvocati e di operatori penitenziari, di garanti dei diritti dei detenuti e di esponenti della società civile con una richiesta semplice al Governo: subito un decreto legge per far cessare la vergogna del sovraffollamento nelle carceri italiane che offende il senso di umanità e che viola la Costituzione.
Il Presidente Napolitano ha di recente rivolto l’ennesimo invito perché siano approvate misure strutturali per superare una condizione carceraria che vanifica l’art. 27 della Costituzione (oltre a umiliare l’Italia in Europa).
Il sovraffollamento non è una calamità naturale né un mostro invincibile: basta eliminare le leggi criminogene che hanno provocato il disastro. Per questo è urgente un decreto legge per cancellare le norme più vergognose e “affolla-carcere” della legge sulle droghe, alla radice della crescita incontrollata dei detenuti. Solo l’anno scorso sono entrate in prigione per violazione della normativa antidroga 28.000 persone (fra consumatori e piccoli spacciatori), mentre sono oltre 15.000 i tossicodipendenti ristretti su un totale di 67.000: la metà dei detenuti ammassati e stipati nelle patrie galere hanno a che fare con la legge sulle droghe. Il Presidente Napolitano ha parlato di una questione di “prepotente urgenza”: questa affermazione, se non la si vuole far diventare un mero esercizio di retorica, obbliga il Governo a emanare un decreto legge allo scopo di evitare l’arresto agli accusati di fatti di lieve entità riguardo alla detenzione di sostanze stupefacenti e per far uscire i tossicodipendenti e destinarli a programmi alternativi (oggi preclusi da vincoli assurdi e dall’applicazione della legge Cirielli sulla recidiva).
Chiediamo un provvedimento giusto, costituzionalmente motivato e indispensabile per interrompere uno stato di illegalità, tenendo conto che nel 2006 la modifica della legge sulle droghe fu approvata con lo strumento del decreto legge e il voto di fiducia.
Gentile Presidente, la richiesta che avanziamo è sostenuta anche dalle valutazioni della commissione di lavoro sul carcere del Consiglio Superiore della Magistratura. Altri provvedimenti sono urgenti e per questo una sessione straordinaria specifica dei due rami del Parlamento sarebbe opportuna per dare un motivo di speranza a chi in carcere ha soltanto un tragico orizzonte di morte.
Il numero dei suicidi, dei tentati suicidi, degli atti di autolesionismo, degli scioperi della fame è davvero impressionante e non può non interrogare la coscienza di ogni cittadino e in primo luogo di chi governa.
Noi non intendiamo essere complici, neppure per omissione, di questa strage e abbiamo deciso di far durare questa mobilitazione a oltranza fino allo scioglimento delle Camere, per aiutarLa nella decisione sino all’ultimo minuto politicamente utile. Riteniamo che la ministra della Giustizia e il ministro con la delega alla politica delle droghe condivideranno questa indicazione.
Riteniamo opportuno segnalare il documento sottoscritto dai Garanti dei diritti dei detenuti e inviato alla Ministra Paola Severino, al Capo del Dap, Giovanni Tamburino e per conoscenza al Presidente della Repubblica, sulle gravi conseguenze che il riesame della spesa dell’Amministrazione Penitenziaria, produrrà nella vita quotidiana in carcere e ancor più nella violazione dell’art. 27 della Costituzione, sul carattere della pena.
Presidente, come Lei comprende non si tratta di un ricatto ma di un accorato invito al compimento di un dovere d’ufficio.

Primi Firmatari
Franco Corleone, garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze e presidente della Società della Ragione
Andrea Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto
Armando Zappolini, presidente Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (Cnca)
Patrizio Gonnella, presidente associazione Antigone
Giorgio Bignami, presidente Forum Droghe
Stefano Anastasia, università di Perugia
Luigi Manconi, presidente associazione A Buon diritto
Mauro Palma, vice presidente del Consiglio Europeo per la cooperazione nell’esecuzione penale
Michele Passione, avvocato, Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali

Rosa A Marca, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Hassan Bassi, cooperatore sociale
Emanuele Baciocchi, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Beppe Battaglia, associazione Liberarsi
Cecco Bellosi, comunità Il Gabbiano
Lucio Bertè, associazione Nessuno tocchi Caino e detenuto ignoto
Massimo Brianese, associazione La Società della Ragione
Maurizio Buzzegoli, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Piera Cecconi, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Riccardo De Facci, vice presidente Cnca, responsabile tossicodipendenze
Stefano Di Puccio, consigliere comunale di Firenze
Nunzio Di Stefano, volontario
Leonardo Fiorentini, webmaster del sito fuoriluogo
Renzo Magosso, giornalista
Patrizia Meringolo, università di Firenze
Giuseppe Mosconi, università di Padova
Marco Perduca, senatore
Maria Pierattini, associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi
Alessandro Santoro, Comunità Le Piagge – Firenze
Fabio Scaltritti, responsabile Comunità San Benedetto
Leonardo Scarcella, architetto
Sergio Segio, associazione Società e Informazione
Salvatore Senese, già magistrato e senatore
Maria Stagnitta, vice presidente Forum Droghe, associazione Insieme onlus
Luca Zevi, architetto
Grazia Zuffa, direttore esecutivo di Forum Droghe

Garanti dei diritti delle persone private della libertà personale:
Maurizio Battistutta, garante del Comune di Udine
Giorgio Bertazzini, ex garante della Provincia di Milano
Andrea Callaioli, garante del Comune di Pisa
Mario Fappani, ex garante del Comune di Brescia
Livio Ferrari, garante del Comune di Rovigo
Margherita Forestan, garante del Comune di Verona
Elisabetta Laganà, garante del Comune di Bologna
Alessandro Margara, garante della Regione Toscana
Marcello Marighelli, garante del Comune di Brescia
Angiolo Marroni, garante della Regione Lazio
Gianfranco Oppo, garante del Comune di Nuoro
Francesco Racchetti, garante del Comune di Sondrio
Piero Rossi, garante della Regione Puglia
Antonio Sammartino, garante del Comune di Pistoia
Cecilia Sechi, garante del Comune di Sassari
Marco Solimano, garante del Comune di Livorno
Italo Tanoni, garante della Regione Marche

Aggiungi la tua adesione:
http://www.fuoriluogo.it/blog/appelli/lettera-aperta-al-presidente-monti-e-ai-ministri-severino-e-riccardi/

Per aderire al digiuno scrivi a digiuno@francocorleone.it.

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Quinidicesimo giorno di digiuno

Come non capite ancora?
Digiuno ad oltranza

Continua la mobilitazione collettiva perché il Governo emani subito un decreto legge contro il sovraffollamento delle carceri, cancellando le norme della legge sulle droghe che incarcerano per fatti di lieve entità e impediscono l’uscita dei tossicodipendenti. Le altre richieste al Parlamento e all’Amministrazione Penitenziaria sono le seguenti:

  • approvazione della legge sull’introduzione del reato di tortura
  • approvazione della legge sull’affettività in carcere
  • approvazione dell’istituzione della figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti
  • applicazione integrale del Regolamento del 2000 per assicurare condizioni di vita dignitose.

Oggi digiuna Sergio Segio (Direttore Associazione “Società e Informazione”).

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Corleone: su braccialetti detenuto lo scandalo è noto, non serve il corvo..

(ANSA) – FIRENZE, 3 NOV – ”Sui braccialetti elettronici per i detenuti in misura alternativa non c’e’ bisogno di alcun accertamento o indagine, basta leggere la relazione della corte dei conti del 14 settembre scorso, che denuncia lo scandalo”.
Lo ha detto il garante dei detenuti del Comune di Firenze Franco Corleone, parlando ”degli acquisti e delle forniture di apparecchiature elettroniche denunciate da un corvo”.
”La Corte dei conti – aggiunge Corleone – segnalo’ gli 89 milioni di euro spesi in 10 anni per 14 braccialetti e il rinnovo della convenzione con Telecom, fino al 2018”.
”Il carcere – conclude Corleone – soffre di mancanza di risorse anche per i bisogni elementari, a cominciare dalla carta igienica. Lo spreco di denaro pubblico per strumenti inutili e inesistenti e’ un insulto intollerabile”.(ANSA).
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Dodicesimo giorno di digiuno

Come non capite ancora?
Digiuno ad oltranza

Dodicesimo giorno di digiuno

Continua la mobilitazione collettiva perché il Governo emani subito un decreto legge contro il sovraffollamento delle carceri, cancellando le norme della legge sulle droghe che incarcerano per fatti di lieve entità e impediscono l’uscita dei tossicodipendenti. Le altre richieste al Parlamento e all’Amministrazione Penitenziaria sono le seguenti:

  • approvazione della legge sull’introduzione del reato di tortura
  • approvazione della legge sull’affettività in carcere
  • approvazione dell’istituzione della figura del Garante nazionale dei diritti dei detenuti
  • applicazione integrale del Regolamento del 2000 per assicurare condizioni di vita dignitose.

Oggi digiuna Emanuele Baciocchi (associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi”)
Sabato 3 novembre e domenica 4 novembre digiunerà Rosa A Marca (associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi”)

Si segnala la lettera del Garante dei detenuti della Regione Toscana, Alessandro Margara, inviata al Ministro della Giustizia Paola Severino: riesamespesa.pdf.

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In Primo Piano Le carceri

Digiuno ad oltranza

Oggi e domani digiuna Franco Corleone;
Giovedì 25 ottobre digiunerà Renzo Magosso (giornalista);
Venerdì 26 ottobre digiunerà Stefano Di Puccio (consigliere comunale);
Sabato 27 ottobre digiunerà Cecco Bellosi (comunità Il Gabbiano);
Domenica 28 ottobre digiunerà Beppe Battaglia (associazione Liberarsi);
Lunedì 29 ottobre digiunerà Marco Perduca (senatore).

Mercoledì 24 ottobre ore 13,30 nel carcere di Sollicciano si terrà la Commissione detenuti, per fare il punto della situazione.

Si segnala sul Il Manifesto di oggi in prima pagina, l’articolo di Franco Corleone, “Carcere e democrazia” – Io in sciopero della fame contro la violenza del potere.

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I miei articoli In Primo Piano Le carceri

Carcere e democrazia

Il dramma del carcere è destinato ad aggravarsi non solo perché il numero dei detenuti ha ripreso a crescere dopo una flessione degli ultimi mesi, ma perché è la vivida rappresentazione di una crisi della democrazia. Quando il Presidente della Repubblica dal Quirinale dirama una Dichiarazione in cui esprime “una dura analisi critica e l’espressione di una forte tensione istituzionale e morale per una realtà che non fa onore al nostro paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee” e non succede nulla, siamo in piena crisi istituzionale. Quando il Presidente Napolitano auspica che “proposte volte a incidere anche e soprattutto sulle cause strutturali della degenerazione dello stato delle carceri in Italia trovino sollecita approvazione in Parlamento” e la risposta è il silenzio, siamo alla certificazione dell’ignavia e dell’impotenza.
Questo è accaduto il 27 settembre. Che fare? Temo che il disinteresse per le parole della più alta autorità dello Stato accentui la disperazione delle donne e degli uomini ammassati nelle prigioni. Corpi a cui viene tolta la dignità, vengono annullati i diritti fondamentali e per i quali il principio della Costituzione secondo cui la pena deve tendere al reinserimento sociale si rivela una beffarda irrisione. La tracotanza di chi ha la responsabilità di questo stato di cose sembra affidarsi alla sicurezza che in carcere si continuerà a subire in silenzio, a morire, a suicidarsi, e che non ci saranno rivolte violente e che il sangue che scorrerà sarà solo quello delle vittime senza voce.
Hanno rinchiuso nelle gabbie migliaia e migliaia di soggetti deboli, poveri, stranieri, tossicodipendenti, emarginati, border line, trasformando il carcere in una discarica sociale e malignamente si accaniscono secondo la massima vigliacca: forti con i deboli, deboli con i forti.
I garanti dei diritti dei detenuti pochi giorni fa in tante città hanno presentato una piattaforma delle “cose da fare subito” riprendendo una felice espressione di Ernesto Rossi del 1949; io non mi rassegno al fatto che tante buone volontà vengano bistrattate. Immagino perciò un digiuno ad oltranza, fino all’ultimo giorno della legislatura. Una catena nonviolenta e di massa, una mobilitazione collettiva per un obiettivo puntuale: un decreto legge contro gli effetti delle leggi emergenziali e classiste.
Io facevo parte della delegazione dei firmatari della lettera aperta scritta dal prof. Pugiotto in cui si chiedeva al Presidente della Repubblica di inviare un messaggio alle Camere per una assunzione di responsabilità sulla questione del carcere e in quella occasione feci presente che il sovraffollamento non era un accidente ma aveva una causa nelle leggi criminogene e in particolare nella legge sulle droghe. Per rispondere alla “prepotente urgenza” il governo aveva una sola strada, quella del decreto legge per cancellare le norme più nefaste della legge Giovanardi che causano l’ingresso in carcere di oltre ventimila consumatori (e piccoli spacciatori) di sostanze stupefacenti e di ventiquattromila tossicodipendenti, vittime della legge Cirielli sulla recidiva.
Nel 2006 con un colpo di mano istituzionale e contro la prescrizione costituzionale del carattere di necessità e urgenza, la riforma proibizionista e punitiva della legge sulla droga fu inserita nel decreto legge delle Olimpiadi invernali. Oggi di fronte allo spaventoso sovraffollamento delle carceri (metà dei detenuti per fatti relativi a quella legge) vi sono tutte le ragioni politiche e costituzionali per un decreto che incida sui fatti di lieve entità relativi alla detenzione di sostanze stupefacenti e modifichi gli articoli che impediscono la concessione di misure alternative ai tossicodipendenti.
Il governo tecnico non può sottrarsi al dovere di intervento e soprattutto non può buttare sabbia negli occhi promettendo misure ininfluenti come la messa alla prova. Siamo noi che mettiamo alla prova il coraggio del governo. Il digiuno a staffetta darà parola al vasto mondo del carcere, dai detenuti ai parenti, dagli avvocati ai volontari e agli operatori penitenziari, e potrà assumere anche la funzione di mettere la questione della giustizia, vista anche dal punto di vista delle conseguenze finali, tra le priorità dell’agenda della politica. Checché ne pensi la ministra Severino, l’approvazione di un nuovo Codice penale che superi il Codice Rocco, costituisce la base di uno stato di diritto repubblicano e di un diritto penale laico.
Franco Corleone

Da il Manifesto, 23 ottobre 2012

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Altro che amnistia! Digiuno a oltranza

Conferenza stampa
del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze

Giovedì 18 ottobre ore 11,30
Palazzo Canacci – Piazza della Parte Guelfa, 3 – piano secondo

Altro che amnistia! Digiuno a oltranza

• Il Governo a parole parla di misure alternative ma con la spending review cancella la direzione dell’esecuzione penale esterna presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e elimina le direzioni di molti istituti.

• Il Governo non rifinanzia la Legge Smuraglia per il lavoro dei detenuti e rinnova invece il contratto con la Telecom fino al 2018 per i braccialetti elettronici per il controllo delle detenzioni domiciliari. Lo scandalo è che in dieci anni si sono sperperati 110 milioni di euro per soli 15 braccialetti d’oro secondo la denuncia della Corte dei Conti.

• Il Governo non risponde alla richiesta di Decreto legge per le modifiche essenziali alla Legge Giovanardi sulle droghe, per non fare entrare in carcere i responsabili di fatti di lieve entità e di fare uscire per percorsi terapeutici i tossicodipendenti.

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In Primo Piano Le carceri

I Garanti si mobilitano per il carcere

Il Coordinamento dei Garanti dei diritti dei detenuti, ha indetto una iniziativa collettiva per denunciare la situazione del carcere. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha richiesto insistentemente provvedimenti per affrontare la situazione del carcere, definita di prepotente urgenza. Queste parole così autorevoli sono cadute in un sostanziale silenzio. I Garanti italiani il 10 ottobre, presenteranno in molte città italiane una piattaforma di richieste precise e puntuali al Parlamento, al Governo e all’Amministrazione Penitenziaria (modifica della legge sulle droghe e della legge Cirielli, approvazione della legge per l’introduzione del reato di tortura, approvazione della legge per l’istituzione del Garante nazionale, approvazione di un piano per l’applicazione integrale del Regolamento del 2000, in modo da garantire condizioni di vita accettabili dentro il carcere).

Questa piattaforma costituirà la base di una mobilitazione di un mese, con l’organizzazione di eventi e confronti per raggiungere gli obiettivi fissati.

Il giorno 10 la conferenza stampa si terrà nelle seguenti città:

Firenze – Franco Corleone e Alessandro Margara

Massa Carrara – Umberto Moisè

Livorno – Marco Solimano

Pisa – Andrea Callaioli

Bari – Piero Rossi

Verona – Margherita Forestan

Napoli – Adriana Tocco

Sondrio – Francesco Racchetti

Rovigo – Livio Ferrari

Reggio Calabria – Giuseppe Tuccio

Sarà invece lanciato, sempre il giorno 10 ottobre, un comunicato stampa dal Garante del Comune di Pistoia, dal Garante del Comune di Brescia, dal Garante del Comune di Vicenza e congiuntamente dai Garanti del Comune di Nuoro e del Comune di Sassari.

Oggi a Milano il Consiglio Comunale si riunirà nel carcere di San Vittore per approvare l’istituzione della figura del Garante. E’ un importante momento per rafforzare la presenza sul territorio delle figure che difendono i diritti, la Costituzione  e le leggi.

Franco Corleone
Coordinatore nazionale dei Garanti dei detenuti

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In Primo Piano Le carceri Rassegna Stampa

Napolitano, “Carceri indegne Parlamento valuti misure di clemenza”

Durissimo intervento del Quirinale sullo stato del sistema carcerario che “ferisce la credibilità del Paese”. E preme sul Parlamento perché si decidano misure di clemenza “e si rimuovano i rilevanti ostacoli della Costituzione a concederle”

ROMA – “Una realtà che non fa onore al nostro Paese, ma anzi ne ferisce la credibilità internazionale e il rapporto con le istituzioni europee”. Sono queste le parole sulla condizione delle carceri del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affidate ad una nota, dopo aver ricevuto al Quirinale una delegazione rappresentativa dei sottoscrittori, accademici e giuristi, della lettera aperta sul tema dell’efficienza della giustizia. Il capo dello Stato ha rinnovato l’auspicio affinché “proposte volte a incidere anche e soprattutto sulle cause strutturali della degenerazione dello stato delle carceri in Italia trovino sollecita approvazione in parlamento”. A cominciare, ha aggiunto Napolitano “da quelle, già in avanzato stadio di esame, per l’introduzione di pene alternative alla prigione”.

Secondo il presidente della Repubblica “restano nello stesso tempo aperte all’attenzione del Parlamento – in questa legislatura ormai vicina al suo termine e in quella che presto inizierà – sia le questioni di un possibile, speciale ricorso a misure di clemenza sia della necessaria riflessione sull’attuale formulazione dell’art. 79 della Costituzione che a ciò oppone così rilevanti ostacoli”.

Nell’incontro al Quirinale, Napolitano ha riferito che “sono state affrontate scottanti esigenze di riduzione della popolazione carceraria e di creazione di condizioni più civili per quanti scontano sanzioni detentive senza potersi riconoscere nella funzione
rieducativa che la Costituzione assegna all’espiazione di condanne penali”.

Sulla condizione delle carceri italiane e il problema dello sconto delle sanzioni detentive che dovrebbero mirare a una funzione rieducativa, ha parlato spesso Adriano Sofri. Soprattutto richiamando la situazione di molti detenuti che scontano il cosiddetto ergastolo ostativo, ovvero una pena che non avrà mai fine 1, senza possibilità di ore di libertà, senza lavoro esterno e senza alcuna commutazione.

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Il Presidente Napolitano ha ricevuto una delegazione dei firmatari dell’appello sul tema della giustizia

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale una delegazione rappresentativa dei sottoscrittori, accademici e giuristi, della lettera aperta sul tema dell’efficienza della giustizia e della realtà carceraria guidata dal prof. Andrea Pugiotto, estensore e primo firmatario dell’appello, e formata dai professori Francesco Di Donato, Fulco Lanchester, Renzo Orlandi, Tullio Padovani, Marco Ruotolo, Vladimiro Zagrebelsky, e Franco Corleone.
Hanno partecipato all’incontro il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Sabato Malinconico, e il Capo del Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tamburino.