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Lo sciopero dei direttori

CARCERE. Nella sola Toscana, otto istituti di pena sono senza guida. Scoperti altri uffici dell’amministrazione. Una situazione che ha portato i responsabili delle strutture a incrociare le braccia per tutto il mese di maggio.

E’ scattato lo sciopero nelle carceri della Toscana. Stavolta non si tratta solo di un problema legato al sovraffollamento o alla carenza di personale di polizia penitenziaria. No, a far sentire la loro voce non sono né i detenuti né i lavoratori appartenenti al corpo. A scioperare da tre giorni (e così sarà per tutto il mese di maggio) sono invece i loro direttori. Infatti mancano i dirigenti. E soprattutto manca un contratto collettivo. La conseguenza di tutto questo porta a una condizione paradossale: ad oggi, in Toscana, ci sono ancora otto carceri senza direttore. Livorno, Gorgona, Massa Marittima, Pistoia, San Gimignano, l’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo, Massa e Gozzini. Ecco, queste sono le strutture che non hanno un dirigente.

Se poi aggiungiamo che sono scoperti anche diversi uffici per l’esecuzione penale esterna (Uepe) e ben dodici posti di dirigente al provveditorato regionale, si capisce il livello di drammaticità del mondo carcerario toscano. «Lo sciopero – spiega Franco Corleone, coordinatore dei garanti territoriali e garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze – interesserà tutte le prestazioni che ricadono fuori dal normale orario di lavoro». Corleone manifesta inoltre solidarietà «per chi difende il proprio lavoro e i propri diritti» e chiede che «il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria risponda immediatamente alle giuste richieste e trovi una soluzione per la copertura dei posti vacanti».

Mentre per il Lisiapp (sindacato del corpo di polizia penitenziaria) «urgono misure urgenti e una riforma dell’intero personale penitenziario attraverso l’istituzione di ruoli tecnici del corpo». Massimiliano Andreoni, educatore in carcere da quasi 25 anni, sottolinea la disattenzione «delle amministrazioni nazionali e regionali. Nell’interesse di tutti, per far sì che il carcere assuma davvero quella funzione educativa e rieducativa che la nostra carta costituzionale sancisce, occorre investire le nostre migliori risorse: idee, denaro, tempo».

Gianluca Testa (Comunicare il sociale) direttore VolontariatOggi.info su Terra del 4 maggio 2011

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